Consultazioni segrete sul Vietnam fra Pechino, Mosca e Washington?
Consultazioni segrete sul Vietnam fra Pechino, Mosca e Washington? Si prolunga una relativa pausa degli scontri dopo l'avanzata Consultazioni segrete sul Vietnam fra Pechino, Mosca e Washington? NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE PECHINO — Nella capitale cinese è sempre più viva la sensazione che siano in corso consultazioni decisive tra americani, cinesi e sovietici sul conflitto cino-vietnamita. Consultazioni segretissime, in quanto pare che si svolgano ad alto livello e che vi partecipi un numero estremamente limitato di persone. Per questo motivo i rappresentanti dell'Urss a Pechino, che fino alla line della settimana scorsa spiegavano volentieri la posizione del loro Paese, da tre giorni sono diventati praticamente muti. Per una singolare coincidenza, il loro silenzio corrisponde a quello notato da domenica scorsa dagli osservatori americani, di solito i più informati. Al punto in cui è la situazione, cioè tenuto conto della penetrazione delle forze cinesi in territorio vietnamita e della dimostrazione di potenza che hanno dato, non c'è altra scelta che la preparazione d'una soluzione negoziata o un'escalation, sia pure controllata, del conflitto. In entrambi i casi, la decisione non può essere presa senza il consenso . l'appoggio o la garanzia di Mosca. Il segretario americano al Tesoro, Blumenthal. che nel suo discorso di domenica aveva fatto riferimento agli sforzi di Washington «per evitare, l'allargamento del conflitto». ha incontrato ieri Hua Kuofeng. Ma già martedì Blumenthal ha fatto da intermediario tra Teng Hsiao-ping e il presidente Carter: su questo suo ruolo ha mantenuto la più assoluta discrezione. Su tale aspetto della sua missione, il ministro Usa ha detto soltanto di aver esposto il punto di vista di Carter al vicepremier cinese, che quest'ultimo l'aveva ascoltato con molta attenzione e che a sua volta gli aveva esposto il punto di vista ci¬ nese in modo «dettagliato». con la preghiera di trasmetterlo alla Casa Bianca. E ciò è stato fatto entro un'ora dalla conclusione dell'incontro. Per il resto. Blumenthal si è limitato a richiamare l'opposizione degli Stati Uniti all'uso della forza per la soluzione delle dispute internazionali, sottolineando ancora una volta che questi melodi «comportano rischi ingiustificabili», ed esprimendo il voto che i cinesi si ritirino «i/ più presto possibile» e che altrettanto facciano i vietnamiti dalla Cambogia. Teng Hsiao-ping. secondo il ministro americano, ha osservato che la data del ritiro delle forze cinesi non dipendeva soltanto dalla Cina. Si è d'altra parte rifiutato di stabilire un collegamento tra il ritiro cinese e quello delle truppe vietnamite dal territorio cambogiano. Quest'ultimo punto era stato chiarito nettamente poco ; prima durante un breve colloquio tra il vicepremier di Pechino e i giornalisti americani che accompagnano Blumenthal. Ha detto Teng: «Ci sarebbero buone ragioni per stabilire un collegamento (tra il ritiro cinese dal Vietnam e quello vietnamita dalla Cambogia), ma noi non desideriamo farlo». Durante la stessa conversazione. Teng Hsiao-ping ha ricordato ancora una volta il carattere «limitato» dell'operazione cinese. Ha giustificato tale operazione paragonando di nuovo i ruoli rispettivi di Cuba e del Vietnam. « Non si può più tollerare — ha affermato — che i cubani vadano a far la guerra e a farla da padroni senza che nessuno Alain Jacob K'itp> rii;hi di I* Monde v per l'Italia di' IJ Stampa) (Continua a pagina 2 in terza colonna)
Persone citate: Alain Jacob, Blumenthal, Hua Kuofeng, Teng, Teng Hsiao-ping
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