Gli insegnanti criticano i sindacati Cgil, Cisl, Uil

Gli insegnanti criticano i sindacati Cgil, Cisl, Uil Alle assemblee per il rinnovo contrattuale Gli insegnanti criticano i sindacati Cgil, Cisl, Uil Tra i numerosi motivi: aver lasciato fuori dalle trattative il problema della contingenza e la mancata approvazione dello stato giuridico TORINO — Per i sindacati della scuoia Cgil. Cisl e Uil è incominciato il conto alla roi>escia. «Occorre una rifondazione del sindacato, esso deve recuperare la propria autonomia rispetto alle forze politiche e la sua natura e funzione, che consiste nell'essere espressione degli interessi dei lavoratori e non del governo o della maggioranza politica», è l'invito pressante e deciso contenuto nel documento approvalo a larghissima maggioranza (400 sì contro circa 50 no) dalla assemblea tenuta alla Galleria d'arte moderna di Torino il 26 gennaio scorso. Il diffuso e ormai esplicito malcontento degli insegnanti, esploso in occasione delle assemblee sul rinnovo contrattuale, sta acquistando forme organizzative proprie e contenuti alternativi alla linea dei sindacati confederali. Le critiche riguardano «il sindacato che si è trovato a subire sempre più le iniziative governative e i condizionamenti del quadro politico», come si esprime la rivista di fronda Quale scuola, e la conduzione verticistica della vertenza sul contratto. Gli esempi più significativi sono avvenuti durante le assemblee presso le scuole. Anche se appena 9 assemblee, su 59 tenutesi a Torino, si sono espresse contro la politica sindacale sul contratto, esistono tuttavia sfumature all'interno degli assensi che l'anno dalla larga astensione alla approvazione con molti distinguo. Vediamo più da vicino queste critiche. Alla scuola «Bodoni» — l'assemblea riguardava ben cinque Istituti — i docenti dell'Istituto «Guardia» si presentano con una mozione dove vengono criticati: lo «sventagliamento» dei livelli (che aumenta la differenza tra i vari comparti di categoria); il fatto che sia stata tenuta fuori dalla contrattazione la contingenza (che scatta ogni sei mesi anziché tre come per il settore privato); la mancata approvazione definitiva dello stato giuridico; Io scaglionamento in tre anni (sino all'81) degli aumenti retributivi. A queste posizioni di critica, che attengono più strettamente alla parte economica, vanno ad aggiungersi i rilievi sulla politica delle riforme: «La cosa più negativa, afferma Cesare Piandola, docente di storia e filosofia all'Istituto "Gramsci", è lo scorporo della parte salariale dal resto dei problemi della scuola, quale la riforma, affidata sinora a leggine decise in sede parlamentare e decise al di fuori di una partecipazione della base. Inoltre, va criticata la gestione della vertenza sul contratto, ch'è avvenuta con metodi che hanno ignorato la consultazione e il necessario controllo della base». // fronte delle posizioni critiche più evidenti ed esplicite, quella che sta attenta agli interessi della categoria e l'altra che guarda al mancato intreccio della parte economica con le riforme, si è poi ricomposto in un no all'accordo sul contratto. Le proposte che vengono avanzate, in alternativa all'attuale conduzione della vertenza, sono riassumibili in tre punti: 1) definizione degli obiettivi economici, con consistenti aumenti salariali; revisione della proposta dell'inquadramento (100-300); immissione in ruolo degli esclusi dalla legge 463 (che riguarda i precari); rifiuto del concorso come mezzo di reclutamento; no agli aspetti negativi della legge quadro; approvazione dello stato giuridico; 2) controllo democratico sulla gestione della vertenza; 3) forma di lotta articolata con scioperi per materie e blocco degli scrutimi. Si fa inoltre notare come il contratto, appena concluso, poggi in realtà su speranze e su impegni verbali, privi di sicuri sostegni legislative di bilancio. La trattativa si è infatti conclusa con il governo già caduto, per cui occorre ora un decreto entro aprile del Parlamento, mentre a fronte della spesa prevista di mille miliardi non c'è la necessaria copertura finanziaria. Aida Rlbero

Persone citate: Aida Rlbero, Bodoni

Luoghi citati: Torino