Com'è delizioso andar sulla vecchia vaporiera...

Com'è delizioso andar sulla vecchia vaporiera... Tutto esaurito e grande entusiasmo alla gita Torino-Ceres in locomotiva Com'è delizioso andar sulla vecchia vaporiera... Il pennacchio di fumo si alza dal comignolo: la locomotiva a vapore sbuffa, il fochista imbraccia la pala e getta carbone nella bocca del mostro. Un mostro mansueto di ferro, 25 tonnellate, pieno di tecnica e di storia che per un giorno è tornato protagonista nel viaggio Torino-Ceres organizzato ieri dal «Gruppo Fermodellisti Amici del treno». Partenza dalla stazione Ponte Mosca (corso Giulio Cesare 15), viaggio panoramico tra le montagne spruzzate di neve della Valle di Lanzo, arrivo alla meta verso mezzogiorno, pranzo, ritorno a Torino nel pomeriggio. Una cavalcata d'altri tempi sulla vecchia vaporiera: osservata, accarezzata, fotografata, trasformata in prima donna di uno spettacolo che ha fatto registrare il tutto esaurito. Sì, perché il treno, quello vecchio che sferraglia sui binari, ha ancora un pubblico disposto ad applaudirlo. Cosi i 140 posti disponibili non sono bastati, e gli organizzatori, che per non lasciare nessuno in piedi avevano aggiunto fin dalla partenza una nuova carrozza al convoglio, hanno dovuto correre ai ripari rime- ; alandone un'altra durante' il viaggio. I posti sono saliti a 320 e la cornice di folla che ha accompagnato gli sbuffi di vapore alla partenza si è ingrandita duran¬ te la sosta della locomotiva nelle stazioni. «Certo, perché la vecchia' locomotiva è stata un mezzo di civiltà, di sviluppo economico sociale e di collegamento — osserva l'ingegnere Enrico Pieri, presidente degli Amici del Treno —. E' il simbolo più significativo di una civiltà e di un patrimonio che proprio ora grazie all'istituzione nella nostra città di un Museo Ferroviario Piemontese, voluto all'unanimità dal consiglio regionale su iniziativa del nostro gruppo, si tratta di conservare e valorizzare». Come? Attraverso l'organizzazione di viaggi turistici uguali a quello di ieri, che oltre a far correre di nuovo sulle rotaie i vecchi treni, servono anche a far conoscere località turistiche di notevole attrattiva. E la gita Torino-Ceres ha mantenuto fede alle aspettative. L'appuntamento è fissato per le 9,40. Un tavolino nell'atrio della stazione per la distribuzione dei biglietti, il macchinista Tabbia, giacchetta nera e cappello a vi-, siera in testa, che fa gli ultimi controlli. «La locomoti-. va è rimasta per una settimana in officina — dice —, aveva qualche acciacco, non è più signorina, ma ora funziona come un orologio». E gli ammiratori la prendono d'assalto: i barn- bini la toccano, i genitori prendono in braccio i più piccoli per farli guardare nella cabina. «In carrozza! » grida un ferroviere. Un fischio acuto, poi il treno si mette in moto. Tra i viaggiatori ci sono l'assessore regionale ai Trasporti Baiardi, l'assessore al Turismo Moretti. Ma c'è anclie tanta gente: ferrovieri in pensione venuti a provare l'ebbrezza dei primi viaggi, giovani armati di cinepresa, attempate signore che addentano panini. «Sono la prima socia fondatrice del Gruppo Amici del Treno — dice Lucia Nicoletti — questi viaggi li faccio tutti, anche se quello di oggi è il primo che non ho potuto organizzare per motivi di salute. Io amo il 'vapore. Guardi, nell'aprile .'77 sono andata tre giorni ad Aosta, al festival del Vapore, una cosa imponente: quando ho visto tutti quei' treni sfilare contemporaneamente mi sono messa a piangere». Dice che la sua grande passione è la «G.R. 743.283 Frahco-Crosti». una vecchia locomotiva tipica della rete ferroviaria piemontese che porta il nome dei due ingegneri che per primi hanno ideato i preriscaldatori a vapore. Il convoglio viaggia a 30 all'ora, il paesaggio scorre lento dai finestrini. Al passaggio a livello di corso Grosseto c'è una scena de¬ stinata a ripetersi: automobilisti che sgranano gli occhi, una bimba che scappa di mano alla mamma e si lancia sulla strada per vedere il treno. La prima sosta è alle 1020 a Ciriè: c'è la banda musicale, il sindaco, un mucchio di gente venuta alla stazione a sentire l'urlo della locomotiva. Il tempo di riempire d'acqua la caldaia e la corsa riprende. C'è già molta gente in piedi, il controllore rifà il giro. E tra i viaggiatori c'è anche un riparatore di caldaie, uno degli ultimi tecnici del treno a vapore. «Sto lavorando a una magnifica macchina, unica in Europa, la locomotiva "422.009" — dice Antonio Lucato —: un pezzo di valore assoluto, che troverà la sua naturale collocazione presso il Museo Ferroviario e servirà per organizzare viaggi come quello di oggi». A Germagnano la linea è in salita e una motrice elet'trica attraccata al fondo \del convoglio aiuta il treno a superare la pendenza. Pochi chilometri e a Ceres ci sono altri festeggiamenti. Perette, come dicono ■quelli che se ne intendono, le motrici moderne saranno bellissime, ma la vecchia locomotiva resta pur sempre «la prima macchina-, l'unica che riesca a strappare gli applausi della gente. Mauro Anselmo La banda musicale ha accolto l'arrivo della vaporiera alla stazione di Germagnano

Persone citate: Antonio Lucato, Baiardi, Crosti, Enrico Pieri, Lucia Nicoletti, Mauro Anselmo, Moretti, Tabbia