Ultima ipotesi il centro-sinistra per evitare elezioni anticipate?

Ultima ipotesi il centro-sinistra per evitare elezioni anticipate? Dopo F«apertura» del segretario de Zaccagnini al psi Ultima ipotesi il centro-sinistra per evitare elezioni anticipate? I socialisti domani probabilmente decideranno di appoggiare la candidatura d'un laico alla presidenza del Consiglio - Se il tentativo fallisse, il psi dovrebbe scegliere tra de e pei ROMA — A parole nessuno vuole le elesioni anticipate, salvo i missini. Di fatto, pochissimi alerebbero scommesso cento lire, fino ad un paio di giorni fa, sulla sopravvìvema di questa legislatura. Troppi erano i motiin, specialmente dei maggiori partiti, che potevano portare allo sbocco elettorale. Troppo debole era la strenua opposizione dei partiti intermedi. Ma, negli ultimi giorni, si sono colti segnali da parte democristiana diretti a coloro che. le elezioni non le vo¬ gliono assolutamente, in primo luogo ai socialisti. E'una mossa che cambia il gioco del gruppo dirigente democristiano, il quale pareva avviato sema eccessivi timori verso lo sbocco del voto anticipato. Si prepara così il terreno per una complessa partita in cui sarà determinante il gioco dei socialisti: se accettano le offerte democristiane per formare un nuovo «centro-sinistra», evitano le elezioni; se accolgono l'offerta comunista di formare un governo diretto da un laico, con l'eventuale astensione democristiana, le elezioni diventano più probabili; se non prendono nessuna decisione, le elezioni sono certe. Il gioco ruota, come si vede, attorno ai socialisti, i quali hanno un punto debole che ne può condizionare facilmente le mosse: non vogliono assolutamente le elezioni anticipate, perchè preferiscono che si voti prima per l'Europa, nella speranza di ottenere un successo che potrebbe ripercuotersi a li-, vello nazionale. Craxi, il segretario del psi, va ripetendo: «Più sorgeranno difficoltà, più noi ci intestardiremo a trovare il modo di evitare le elezioni». I massimi dirigenti democristiani hanno esitato a lungo di fronte a questo messaggio. Zaccagnini sembrava non volere i comunisti nel governo, ma neanche all'opposizione e, tra le due alternative, pareva che preferisse la soluzione delle elezioni anticipate. Ora è il segretario democristiano che si offre di trovare soluzioni alla crisi indipendentemente dalla disponibilità del pei ad accettarle. «Bisogna verificare ogni possibile sbocco» assicura Zaccagnini, e parlando del centro-sinistra dice che il problema «va riconsiderato». Clie cosa è successo nella de per fare invertire in questo modo il cammino di Zaccagnini fino ha fargli ritenere possibile un ritorno a una qualche forma di «centro-sinistra»? Fino a una settimana fa sembrava che Zaccagnini e il gruppo dei suoi fedelissimi della «sinistra» del partito non temessero le elezioni. Il voto anticipato avrebbe permesso di: 1) rinviare il congresso; 2) andare alle elezioni con Zaccagnini schierato sul «no» all'ingresso dei comunisti al governo e, quindi, in posizione di forza verso i • dorotei» e la «destra» interna alla de; 3) fare vincere facilmente il congresso a Zaccagnini; 4) trattare, dopo, con il pei per un nuovo tipo di maggioranza e forse per il pei al governo. Questa era l'analisi che facevano alcuni dirigenti comunisti. Ma se credevano veramente in questa tattica del segretario democristiano, Zaccagnini li ha sorpresi ancora una volta. L'apertura di Zaccagnini verso i socialisti pone problemi nuovi non solo al psi, ma anche ai comunisti. I socialisti dovranno decidere nella direzione di domani che scelta fare. Molto pro¬ babilmente decideranno di appoggiare la candidatura di un laico alla presidenza del Consiglio, ben sapendo che l'esperimento ha ben poche possibilità di riuscire. Se questo tentativo dovesse fallire, il psi si troverebbe allora di fronte al bivio: con la de per evitare le elezioni o col pei all'opposizione? Anche i comunisti stanno riflettendo sul da farsi. Il loro congresso comincia il 20 marzo ed entro quella data preferirebbero che i giochi fossero conclusi. Intanto si chiedono: come valutare il nuovo atteggiamento del gruppo dirigente democristiano? E' puramente tattico in funzione interna alla de, oppure testimonia, una frattura definitiva nella politica morotea del «confronto»? Alberto Rapisarda TRIESTE — Il presidente della Giunta regionale del Friuli-Venezia Giulia, Comelh, ed il presidente del governo della repubblica federata di Croazia, Petar Flekovic, si sono incontrati a Abbazia (Fiume) per esaminare i rapporti italo-iugoslavi e il contributo che la Regione Friuli-Venezia Giulia e la Repubblica socialista di Croazia danno allo sviluppo della collaborazione Ira i due Paesi.