Le discordie della sinistra di Vittorio Gorresio

Le discordie della sinistra Il psi, il pei e gli "ultra,, Le discordie della sinistra Il Vietnam aveva aggredito la Cambogia, la Cina ha aggredito il Vietnam, come già I'Urss aveva domato l'Ungheria e aggredito la Cecoslovacchia, e si era poi trovata alle prese con la Cina lungo la frontiera del fiume Ussuri. Senza scandalizzarci, si può dire, sfiorando il paradosso, che siamo di fronte a un fenomeno di normalizzazione del mondo comunista il quale viene di giorno in giorno vieppiù uniformandosi ai modelli del mondo capitalistico che anch'esso ha conosciuto nella sua storia ripetute esperienze di guerre intestine: di monarchie contro monarchie e di repubbliche borghesi contro repubbliche altrettanto borghesi. La comunanza ideologica, come l'identità delle religioni, non fa da deterrente contro i conflitti militari; gli interessi nazionali più o meno bene interpretati alla fine prevalgono, e la parola è data al solito cannone supposto risolutore delle controversie. Nello stesso modo, per scendere adesso a una tranquilla considerazione di fatti meno clamorosi e più domestici, possiamo constatare che anche la lotta fra i partiti in occasione della corrente crisi ministeriale italiana non si svolge più solo fra i grandi campi contrapposti delle forze borghesi versus le forze popolari ispirantisi al marxismo: la lotta, specie in questi giorni, è anche lotta intestina. Vediamo infatti la sinistra sbranarsi e dilaniarsi, esattamente come usavano fare tra loro i partiti borghesi quando essi in altre epoche parlamentari erano più d'uno, e con un certo accanimento si contendevano la supremazia nella destra o al centro. E' il pluralismo — correttissima norma democratica — che produce simili conseguenze, e quindi sarà lecito osservare, senza timore stavolta di sfiorare il paradosso, che in questo modo anche la sinistra marxista si democratizza sull'esempio dei vecchi partiti borghesi. «Belle, immortai, beneji-ca I fede ai trionfi avvezza, i scrivi ancor questo, e allegrati": sono versi del Manzoni che fanno al caso nostro, solo che al termine di «fede» si abbia cura di sostituire quello di democrazia parlamentare. Veniamo ai fatti. Da quando Craxi è diventato segretario del psi, la lotta dei socialisti è stata praticamente tutu condotta contro i comunisti. Abbiamo avuto l'estate scorsa la grande stagione del dibattito dottrinario centrato sul famoso saggio craxiano su Proudhon, pubblicato dal settimanale borghese L'Espresso, e ha poi fatto seguito un'offensiva politica quoti¬ diana. Berlinguer che si illudeva forse di riuscire a cavalcare la tigre di «un partito di lotta e di governo" si è dovuto accorgere che non gli era più possibile tenere il piede in due staffe, e ha reagito. Fin dallo scorso autunno, il suo discorso di Genova a conclusione del festival nazionale dell'Unità, era stato l'annuncio di un cambiamento di rotta: l'accenno vi era messo molto più sulla lotta che sul governo. E' giusto riconoscere che non era soltanto l'avventurosa spregiudicatezza dei socialisti a preoccupare Berlinguer: egli era mosso anche dal bisogno di bloccare le minàcce disgregatrici che al pei venivano da un'altra parte della sinistra, non da quella proudhoniana di Craxi, ma da quella sedicente marxista-leninista delle varie formazioni le quali attestano di richiamarsi al «vero» proletariato. Da comunista classico, per difendere la gramsciana egemonia del suo partito. Berlinguer si era dunque impegnato nel tentativo di contenere il pluralismo dilagante entro la sinistra: ma i risultati ora visibili sono che il pluralismo vi si è invece esasperato. Lo Zeitgeist, il genio o spirito dei tempi, ha preso le sue vendette aprendo nella sinistra dissensi feroci all'interno dei gruppi che fanno capo a Lotta Continua, al Manifesto, al Quotidiano dei lavoratori, e altri gruppuscoli si formano, pullulano altri giornali e giornaletti. Quindi c'è una crisi di disgregazione a sinistra, e essa appare galoppante e fa pensare alle discordie che già infieriscono, secondo l'Ariosto, nel campo Saracino di Agramante. Può darsi che questa crisi di disgregazione finisca per giovare a Berlinguer realizzando il suo sogno di egemonia gramsciana nel pei: almeno, è appunto in tale prospettiva che egli sta giocando le sue carte in occasione dell'attuale crisi E' quello che temono i socialisti, e difatti 171vanli! spara a palle infocate contro il pei e Alfredo Reichlin ha pesantemente risposto in controbatteria col suo editoriale su l'Unità di ieri mattina. Torniamo alle considerazioni di partenza. La sinistra italiana non è più monolitica, come non più monolitico è il mondo co-, munista nel suo insieme. Che ciò sia un bene o un male per il nostro Paese non saprei dire, né mi pronuncio sulla convenienza che possono avere per il pianeta Terra i contrasti fra gli Stati comunisti Ho inteso limitarmi alla constatazione di fatti che non mi sembra facile negare Vittorio Gorresio

Persone citate: Alfredo Reichlin, Ariosto, Berlinguer, Craxi, Manzoni, Saracino

Luoghi citati: Cambogia, Cecoslovacchia, Cina, Genova, Ungheria, Vietnam