Domani processo al carabiniere che sparò e uccise lo studente Bruno Cecchetti

Domani processo al carabiniere che sparò e uccise lo studente Bruno Cecchetti Accusato di omicidio colposo dice: "Ho sparato per difendermi,, Domani processo al carabiniere che sparò e uccise lo studente Bruno Cecchetti Altro processo: sotto accusa per lesioni altri cinque carabinieri di Alpignano La 5" sezione del Tribunale ospiterà domani mattina il processo al carabiniere Giorgio Vinardi, imputato di omicidio colposo per l'uccisione, la notte tra il 17 e 18 marzo '77 in corso Ferrucci, dello studente del Politecnico Bruno Ceechetti. Imputati di lesioni aggravate sono invece altri cinque carabinieri che verranno giudicati sempre domani mattina, nella 2 sezione, per aver picchiato nella caserma di Alpignano un giovane comunista, Francesco Prigitaro, 26 anni, dopo un comizio di Donat-Cattin nel giugno del '76. Secondo i carabinieri invece sarebbe stato lo stesso giovane a procurarsi lesioni volontarie sbattendo la testa contro la porta di un ufficio della caserma. Per quanto riguarda Ceechetti, l'imputazione, per il vice-brigadiere Giorgio Vinardi, è, come si è detto, di omicidio colposo, eppure il Nucleo Investigativo dei carabinieri in quell'occasione forni una versione secondo la quale il militare era stato minacciato dal Ceechetti con una pistola ed aveva dovuto far fuoco per difendersi. Una versione con troppe contraddizioni che non è stata creduta dal giudice istruttore Palaja. Questi i punti controversi. 1) Amici, parenti e conoscenti di Ceechetti affermano concordi che il giovane aveva orrore per le armi. 2) l carabinieri non hanno mai compiuto una perquisizione nella casa dove Bruno abitava con la madre, come se sapessero che il giovane non aveva nulla da nascondere. 3) La pistola, un'Astra calibro 9 che i carabinieri mostrarono dicendo di averla tolta dalle mani di Ceechetti, non aveva impronte di alcun tipo (eppure Bruno non aveva guanti) né tracce di sangue (eppure l'abitacolo della 127 del giovane ne era inondato). 4) Il Comitato «Bruno Ceechetti» formatosi dopo la morte del giovane sostiene — e le perizie sembrano averlo provato — che i proiettili trovati nella pistola fanno parte dello stesso munizionamento del mitra M/12 del carabiniere. Mitra e pistola, insomma, erano caricati con proiettili simili per tipo, casa ed anno di fabbricazione. Dopo la raffica di 4 colpi che uccise Bruno, 28 colpi rimasero nell'M/12 e 8 nell'Astra: in totale 40 colpi, quanti cioè ne poteva contenere il caricatore dell'M/12. La ferita alla testa di Bruno era in zona parietaletemporale destra e. sempre secondo le notizie diffuse dal Comitato Bruno Ceechetti, finora non smentite, la perizia medico legale dimostia che solo la parte destra della faccia di Bruno era punteggiata dei frammenti del vetro della portiera destra della 127 e che dunque Bruno quando è stato colpito non poteva guardare verso Vinardi per puntare la pistola. 6) Le radiografie fatte al giovane sono scomparse dagli archivi dell'ospedale. Per completare il quadro, l'ex segretario del partito radicale piemontese, Giovanni Negri (che non è stato ammesso come testimone al processo), sostiene di essere stato fermato la sera del 9 marzo 1977 dal vice-brigadiere Vinardi il quale poi, negli uffici del Nucleo Investigativo, si era esibito nel saluto romano dicendo: «Qui dentro siamo tutti nazifascisti. A noi.'». Ancora Giorgio Vinardi, secondo la testimonianza di giovani militanti della sinistra di Ciriè, avrebbe spesso provocato quelli che lui definiva «rossi» o «sporchi maoisti». A questa serie di dati i carabinieri hanno sempre opposto le concordi testimonianze di militari ed ufficiali dell'Arma, secondo i quali sull'episodio non esistono dubbi: «Quelle che hanno scritto i giornali sono sciocchezze — aveva dichiarato all'apertura dell'inchiesta l'allora comandante del nucleo radiomobile maggiore Cancellieri cercando di spiegare perché il vice-brigadiere sparò. « Vinardi vide il giovane mettere la pallottola in canna. Questa è l'unica verità». Lo studente del Politecnico. Bruno Ceechetti

Luoghi citati: Ciriè