Nixon in cerca di rivincite

Nixon in cerca di rivincite L'EX PRESIDENTE RESTA UN PERSONAGGIO SCOMODO Nixon in cerca di rivincite Il recente viaggio americano di Deng Xsiaoping ha riportato alla ribalta l'inquilino forse più discusso e controverso che la Casa Bianca abbia mai avuto. Sorprendendo il suo stesso ospite Carter, il vice premier cinese aveva infatti insistito nel rendere un omaggio pubblico al pioniere della «diplo-. mazia del ping-pong» e così Richard Nixon. il volto tira¬ to dall'imbarazzo e dall'emozione, è ricomparso, anche se per poche ore, sotto l'occhio implacabile delle telecamere nello splendore dei saloni che lo videro fra i potenti della Terra prima di soccombere all'onta dello scandalo Watergate. Qualcuno, un po' affrettatamente, ha parlato di riabilitazione nei confronti di «Dick l'intrigante». L'ex pre- sidente. che James Reston. uno dei più autorevoli commentatori del New York Times, aveva definito «la nostra cattiva coscienza, lo scheletro che si tiene ben chiuso nel vecchio armadio nascosto in soffitta», resta un personaggio scomodo di cui l'America di oggi preferisce, quando può. ignorare l'esistenza. Al massimo il tornare sotto il crisma dell'ufficialità a Washington, che aveva lasciato in lacrime il 9 agosto 1974. può aver significato per Nixon una sottile quanto inutile> rivincita morale nei confro'nti degli avversari politici che lo avevano dato spacciato, e per sempre. Di alti e bassi la carriera dell'ex presidente è piena, una vorticosa altalena di strabilianti successi e di altrettanto altisonanti sconfitte. Fu l'en/an( prodige durante il processo contro Alger Hiss. accusato di essere una spia comunista, poi giovane deputato della California rovinato dalla drammatica confessione di aver intascato parte dei fondi di partito destinati alla campagna elettorale. Ricacciato in periferia, gli riesce il colpo gobbo di tornare in trionfo nella capitale come vice di Eisenhower. Infine lo scandalo e le dimissioni: è l'ennesimo declino che appare questa volta definitivo. Personaggio scostante, ruvido, volgare fino all'eccesso (l'ascolto dei nastri Watergate rivelerà il suo linguaggio da caserma) Nixon non fa poi che accumulare guai con la giustizia e con il fisco. Neppure le tragedie familiari, come l'infarto subito dalla moglie Pat. riescono a riguadagnarli un minimo di simpatia. Nixon però continua a non darsi per vinto. Si scrolla di dosso l'immagine di uomo infido (di lui Johnson disse: «Mi dà più fiducia un rivenditore di automobili usate»), torna ad assumere il ruolo di gran padrino nei ranghi dei repubblicani (fortunatamente la Costituzione gli vieta la possibilità di un terzo mandato) e finisce per riscuotere dai cinesi, ma in patria, a fianco di Carter, il credito della storica visita compiuta a Pechino nel 1972. Un «rieccolo» dunque tardivo ma pur sempre reale. Chi voleva l'ex presidente finito nella polvere deve rimangiarsi le previsioni. Eppure esiste un altro aspetto del fenomeno nixoniano ancora più sconcertante. Dopo quattro anni e mezzo di oblio pubblico. Nixon. da privato cittadino, è di nuovo milionario, in dollari s'intende, e le preoccupazioni finanziarie, che si diceva lo avessero portato all'orlo del suicidio, costituiscono ora uno sbiadito ricordo del passalo. La radiografia della consistenza patrimoniale dell'ex presidente è presto fatta. Da quando ha lasciato la Casa Bianca, il governo gli ha passato oltre mezzo miliardo di lire sotto la voce «spese personali». La cifra è servita a coprire il mantenimento della residenza di San Clemente, in California., dove Nixon vive abitualmente con sette persone addette alla sua protezione, tutte sul libro-paga federale, e due segretari. In più gli spettano una pensione di circa 65 milioni di lire l'anno, grazie ai 22 anni di servizio statale, e' altri 136 milioni di lire in qualità di ex capo dell'esecutivo. E non è tutto. Nixon ha guadagnato lautamente, pare oltre 840 milioni di lire, dai diritti d'autore delle memorie, vendute in 300 mila copie che saliranno con la prossima uscita dell'edizione tascabile, e non meno di mezzo miliardo di lire dai gettoni di presenza per la serie di interviste televisive concesse al famoso programma di David Frost. Questi dati, forniti da un'inchiesta del Los Angeles Times, hanno subito provocato notevole malumore fra numerosi senatori e lo speaker O'Neill. che si era rifiutato di sedere al tavolo di Nixon durante il ricevimento offerto da Carter la scorsa settimana per Deng Xsiaoping. ha prontamente accolto la richiesta di discutere l'ammontare del contributo federale destinato all'ex presidente nella speranza di poterlo ridurre. La mossa tuttavia si è rivelata incauta: Nixon riceve esattamente quanto gli è dovuto, anzi meno del suo collega Gerald Ford Dalla lettura dettagliata del rendiconto entrate-uscite di casa Nixon il quotidiano californiano è riuscito a sollevare parte della cortina di mistero che continua a circondare il modo di vita dell'ex presidente. Viene cosi confermata la sua abilità di oculato amministratore del proprio capitale, già emersa nell'interregno fra una carica pubblica e l'altra quando Nixon era stato uno dei consiglieri di Joan Crawford, allora comproprietaria della Pepsi-Cola. Se viaggia, lo fa. visto che la legge glielo consente, a spese dello Stato, non paga un centesimo per la posta, si è abbonato a tutti i giornali che menzionano ancora il Watergate. comprese alcune riviste della sinistra americana. Per spostarsi nel parco della villa, fra l'ufficio e il campo di golf, si serve di una vetturetta a motore elettrico che consuma poco, ma telefona molto visto che la bolletta si aggira ogni mese sul milione di lire. Infine, a quanto pare, è ossessionato dai ladri. Nonostante la presenza costante dei G-Men, ha già fatto cambiare due volte la combinazione della cassaforte privata. Piero de Garzarolli Nixon a Parigi quando apparve alla televisione

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