Oggi il magistrato interroga la tedesca Ingeborg e i due giovani accusati della strage di Prosinone

Oggi il magistrato interroga la tedesca Ingeborg e i due giovani accusati della strage di Prosinone Mentre scende una cortina di impenetrabile silenzio sulle operazioni dei carabinieri Oggi il magistrato interroga la tedesca Ingeborg e i due giovani accusati della strage di Prosinone Smentita la notizia del ritrovamento di una quarta «base» di terroristi - Spedito a un laboratorio svizzero un nastro con la voce di un presunto brigatista rosso che interroga un sequestrato I reparti speciali antiterrorismo del generale Dalla Chiesa stanno lavorando a Torino e a Milano in assoluta segretezza. Ogni operazione esterna in collaborazione con i gruppi locali è cessata e gli «agenti segreti, vanno avanti nelle indagini autonomamente. Più nessuna notizia, né da parte della magistratura locale (a quanto sembra, gli stessi magistrati incaricati di disporre le perquisizioni e gli arresti vengono poi «tagliati fuori» dal proseguimento delle indagini), né dagli stessi comandi dei carabinieri. A fornire notizie — è l'ordine — deve essere soltanto Roma e in particolare la segreteria del ministro dell'Interno. Questa decisione fa supporre che la fase legata alla scoperta dei «covi» è cessata e l'inchiesta va ora avanti con l'esame dell'enorme quantità di materiale trovato sia a Torino che a Milano. Ieri, intanto, è stata categoricamente smentita la notizia secondo la quale sarebbe stato scoperta una nuova «base» dopo quelle di via Legnano 7, via Industria 20. e corso Regina Margherita 181. Gli arrestati sono sei: Rosaria Biondi e Nicola Valentino (indiziati per l'uccisione del criminologo napoletano Paolella e per aver partecipato alla strage di Patrica); la tedesca Ingeborg Kitzel; Andrea Coi e le sorelle Carmela e Claudia Cadeddu. Manca soltanto, a quanto è dato a sapere, Giuseppe Matteoli «Pino», 31 anni, sardo, dipendente del Roller Center, ditta per la vendita di roulotte e materiale da. campeggio in Lungodora Siena. E' l'affittuario dell'appartamento di corso Regina 181 dove è stata scoperta una specie di tipografia per materiale clandestino, libretti sull'uso delle armi e una bobina con voci registrate. Questo nastro sarebbe già stato inviato a un laboratorio specializzato svizzero allo scopo di «pulire» le voci (una di esse apparterrebbe a un uomo che parla come se avesse in testa un cappuccio e stesse interrogando un sequestrato) per poi poterle confrontare con quelle di alcuni terroristi arrestati. Giuseppe Matteoli sarebbe fuggito poco prima dell'arrivo dei carabinieri portando con sé alcune pistole e abbandonando in casa le fon dine con materiale per la confezione di bombe. Oggi intanto i magistrati interrogheranno gli arrestati. La prima ad essere sentita dovrebbe essere la tedesca Ingeborg Kitzel, che ha nominato difensore di fidu-. eia l'avvocato Sergio Spazzali di Milano, uno dei legali di fiducia del «gruppo storico» delle Brigate rosse. Rimane ancora da chiarire, e l'esame del materiale potrebbe dare clamorose conferme, il collegamento esistente fra i diversi gruppi terroristici e le Brigate rosse. Per gli inquirenti non esistono dubbi che i covi scoperti a Torino e a Milano sono di brigatisti. Rimane però un fatto: Rosaria Biondi e Nicola Valentino sono accusati di omicidi che furono rivendicati dalle «Formazioni comuniste combattenti». Fra le notizie dei giorni scorsi, pare sia stato ritrovato materiale, propagandistico anche di. Prima Linea, l'organizzazione che ha rivendicato l'assassinio del giudice Alessandrini. Da notare che nel volantino che «giustifica» l'uccisione del magistrato milanese, i terroristi tendono a prendere le distanze proprio dagli arrestati torinesi, dalla strage di Patrica e anche dall'attentato al vicedirettore della Stampa, Casalegno. Insomma, i rapporti tra i diversi gruppi terroristici sono ancora tutti da chiarire. Alessandro Rlgaldo