Quasi un atto di terrorismo economico di Mario Salvatorelli

Quasi un atto di terrorismo economico Le critiche della Chase Econometrie possono condizionare il piano triennale? Quasi un atto di terrorismo economico Le previsioni su quello che potrà succedere, in tutti i campi dell'attività umana, possono essere di due tipi: uno che tiene conto solo di quanto è avvenuto finora, un altro che valuta anche le conseguenze degli interventi che possono esser effettuati per correggere le tendenze in atto. Ad esempio, per l'ordine pubblico in Italia, ci si può basare sugli episodi di delinquenza, comune o politica, avvenuti finora, per calcolare quanti ne avremo nei prossimi anni. Oppure, si può tener conto, non solo dei dati statistici, ma anche degli effetti dei piani antiterrorismo e del rafforzamento delle forze dell'ordine, se potranno essere attuati. A questo secondo tipo di previsioni, passando dall'ordine pubblico all'economia, appartengono il piano triennale 1979-81. in parte il rapporto dell'Ocse. l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici del mondo occidentale, e, ma in misura più limitata, il rapporto del Ceep, pur essendo un centro studi del pri, cioè del partjto che per primo, e quasi senza riserve, ha approvato il piano triennale. Appartiene, invece, al primo tipo di previsioni il rapporto della «Chase Econo-, metrics», il quale dà per scontato, cioè per certo, che nessuna delle condizioni poste dal piano triennale per raggiungere i suoi obiettivi si potrà attuare. Quindi, secondo la «Chase», l'economia italiana sta precipitando, diritta diritta, verso l'abisso. Non ho elementi per conoscere se le «emozioni» politiche abbiano influito su questo rapporto. Stupisce, però, che si possano diffondere con tanto clamore, e con così poco senso critico, previsioni che rasentano il terrorismo economico. Tutti sanno che l'economia è materia delicata, soggetta più alle reazioni psicologiche incontrollate che alle sue presunte leggi. Se un istituto di studi economici che alcuni giornali hanno definito tanto autorevole da mettere «seriamente in discussione», con le sue previsioni, un piano al quale il governo italiano ha lavorato per mesi, afferma che nel 1981 l'inflazione in Italia sarà ancora superiore al 15 per cento, più che doppia del tasso cui punta il piano triennale, c'è il rischio che gli operatori economici e le stesse famiglie italiane si comportino in modo opposto a quello che sarebbe auspicabile. | Per esempio, se ricominciasse la corsa ai beni rifugio, all'oro, o all'esportazione clandestina di capitali, che cosa potrebbe succedere della lira? E perché gl'imprenditori dovrebbero investire in nuovi impianti, se l'industria italiana è destinata a perdere di competitività, a vedersi ridurre la sua quota sui mercati mondiali, come afferma con sicurezza la «Chase»? Ricordo un vecchio film in cui quel grande attore che fu Edward Robinson impersonava uno stimato professionista, al quale un «mago» prediceva che avrebbe ammazzato un uomo. La previsione si trasformava in un incubo per Robinson che. per liberarsene, finiva con l'uccidere il mago. Come e più che nei rapporti tra indovini e chi ci crede, in economia basta convincersi che una cosa dovrà accadere perché questa accada. In questo caso, non sono gli esperti della «Chase» a correre rischi mortali, ma 10 è la nostra economia. Il piano triennale punta (non prevede, ma punta, in base a certe condizioni) sul fatto che i nostri conti con l'estero continueranno ad essere attivi fino al 1981, pur riducendo il saldo di parte corrente dai 4.500 miliardi di lire del 1978 a 500 miliardi. Ma l'autorevole «Chase» ci avverte che stiamo per entrare in un periodo di disavanzi tanto crescenti da raggiungere i 7.000 miliardi nel 1981 (esattamente la stessa cifra, ma capovolta, dal positivo al negativo, del saldo finale 1978, movimento di capitali compreso). A parte 11 fatto che non si comprende perché la previsione tenga conto solo della bilancia commerciale, e non delle altre partite correnti — turismo, noli, rimesse degli emigrati — che. agli effetti dei conti con l'estero, pesano quanto le merci, come si comporteranno i nostri operatori, ipersensibili per il loro mestiere stesso, e portati come tutti gli italiani ad ascoltare più le voci dall'estero che quelle di dentro? C'è da sperare che un aiuto contro il terrorismo economico possa venire dall'Ocse, l'indice d'ascolto della quale, essendo la sua sede a Parigi, dovrebb'essere abbastanza elevato. E l'Ocse per il 1979 ci accredita di un aumento del prodotto interno lordo del 4 per cento e della produzione industriale del 5 per cento, di un attivo nei conti con l'estero di quasi 2.000 miliardi, di un rincaro dei prezzi al consumo conte-' nuto nel 10,5 per cento (anziché il 15/16 della «Chase»), di una crescita degl'investimenti del 5-6 per cento, e di 100 mila nuovi posti di lavoro, contro il nulla della «Chase». Un'iniezione di moderato ottimismo può sempre servire, mentre il pessimismo, soprattutto in economia, non paga. Mario Salvatorelli

Persone citate: Edward Robinson, Robinson

Luoghi citati: Italia, Parigi