Come il caso-Italia è visto da due giornalisti stranieri

Come il caso-Italia è visto da due giornalisti stranieri La crisi di governo, la de, il pei, i socialisti Come il caso-Italia è visto da due giornalisti stranieri Un osservatore l'ha già definito «il gioco delle porte girevoli». La ragione, apparentemente, è semplice: Giulio Andreotti, designato sabato dal Capo dello Stato a succedere a se stesso, cercherà di «riallacciare un colloquio e una reciproca fiducia fra tutti i partiti della maggioranza appena entrata in crisi». In pratica tenterà di ricucire una «maggioranza a cinque» e, solo se ciò non sarà possibile, sceglierà altre vie. Vista a pochi giorni dalla sua dichiarazione, la nuova crisi di governo può sembrare incomprensibile a molti, far temere ai più che si accentuerà maggiormente il «distacco» fra il «Paese reale», cioè la maggioranza dei cittadini, e il «Paese legale», cioè l'esecutivo. E' una frattura davvero insanabile? E come viene giudicata la crisi all'estero? Lo abbiamo chiesto a Robert Sole, corrispondente da Roma di «Le Monde», e a Theodor Wieser, corrispondente della «Neue Zurcher Zeitung», due tra I più autorevoli osservatori del caso-Italia.

Persone citate: Giulio Andreotti, Robert Sole, Theodor Wieser

Luoghi citati: Roma