Le forze di Pechino cercano lo scontro aperto ma i vietnamiti rispondono con la guerriglia di Mimmo Candito

Le forze di Pechino cercano lo scontro aperto ma i vietnamiti rispondono con la guerriglia Voci non confermate di una colonna cinese penetrata per 80 chilometri Le forze di Pechino cercano lo scontro aperto ma i vietnamiti rispondono con la guerriglia La natura del terreno favorisce la tattica dilatoria di Hanoi - Ingenti perdite, soprattutto fra gli invasori, nella battaglia per Lang Son - Il conflitto si ingigantisce: ormai mobilitate dieci delle undici regioni militari cinesi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BANGKOK — Se sono vere le notizie che si raccolgono qui a Bangkok, mettendo insieme le informazioni delle agenzie internazionali e l'intercettazione della radio vietnamita, questa guerra sta diventando uno straordinario gioco tattico tra i due comandi militari: quello cinese, che vuol dare battaglia, e quello viet. che se ne sottrae. Dire che c'è un inseguimento, forse è eccessivo: ma certamente la resistenza elastica di Hanoi tira giù verso la pianura l'è-, sercito invasore, senza dargli la possibilità di ingaggiare un vero scontro decisivo. Ieri la radio segnalava i cinesi già ottanta chilometri al di qua della frontiera, dalle parti di Nang Son. Altre notizie dicono di ulteriori spostamenti in avanti del fronte, fino a 40 chilometri al di qua del confine. Questa tattica era stata usata dai vietnamiti fin dai primi giorni dell'attacco cinese: ma sembrava una scelta limitata al confronto iniziale, legata soprattutto alle tecniche della guerriglia con cui i miliziani viet difendevano il loro territorio. Lo scontro s'immaginava limitato, allora, in una profondità di pochi chilometri dalla frontiera, e dunque le truppe regolari vietnamite non sarebbero intervenute contro il nemico. Poi sappiamo com'è andata avanti la guerra, con la spinta cinese che non s'arresta e l'esercito vietnamita che richiama alcune divisioni dal Sud e dalla Cambogia e le manda in prima linea. La grande battaglia era lanciata verso Lang Son. nella regione orientale, verso il Golfo del Tonchino. Contomila uomini su un lronte dì quasi 160 chilometri. Era cominciata con un cannoneggiamento furioso, un colpo ogni venti secondi, «più tremendo di Qiiaìido bombardavano i B-52» secondo un veterano della guerra contro gli americani. Ma il cannoneggiamento non ha ancora lasciato il posto alla battaglia campale, quella con i carri armati e £\i eserciti che si misurano per la vittoria definitiva. I cinesi vengono avanti, lanciando ondate di uomini contro il nemico. I vietnamiti resistono fin che possono nelle posizioni che stanno difendendo. Poi. quando il fuoco d'artiglieria non basta più a tenere lontane le truppe che avanzano, si sganciano lentamente e si attestano su nuove posizioni di difesa. E la battaglia continua senza essere una vera battaglia. I cinesi sono costretti a sacrificare un numero probabilmente molto alto di uomini, i viet tentano di limitare al massimo l'intervento diretto dei loro soldati. ' Secondo gli osservatori di Bangkok sarebbero quattro le città finora cadute in mano ai cinesi: si tratta di Mong Cai. Cao Bang. Lao Cai e Lai Chau. Quest'ultima, capitale della omonima provincia all'estremità nord-occidentale del Vietnam, si trova a 32 chilometri dalla frontiera cinese. Gli osservatori affermano che per far fronte alla pressione cinese in questa provincia, il Vietnam ha fatto confluire in questa zona truppe di stanza nel vicino Laos.. Radio Hanoi comunicava ieri sera che i primi dieci giorni di guerra son costati alla Cina diciottomila tra morti e feriti e 270 carri armati o veicoli militari. Notizie diplomatiche da Canton dicono invece che. fino a domenica, il numero totale dei morti nei due campi è stato di circa 4 mila. Forse la distanza tra i due conti non è poi molta, perché sempre il numero dei feriti è superiore a quello dei morti; ma in ogni caso pare assai probabile, agli esperti militari americani che lavorano qui a Bangkok, che il bilancio delle perdite cinesi sia assai più grave di quello vietnamita. La tattica di Hanoi pare contare su due elementi di fatto: la natura del terreno e l'uso finora assai limitato degli attacchi aerei da parte dei cinesi. La regione settentrionale del Vietnam, per tutti gli ottocento chilometri di confine con la Cina, è fatta di montagne che salgono fino a 2000 metri, tagliate da valli strette e ripide. E' una terra che i vietnamiti conoscono assai bene, dove il Minh aveva conquistato — e tenuto — il controllo militare incontrastato quando i francesi erano ancora i signori dell'Indocina; foreste fitte di bambù intricano la regione, e le poche strade sono uno zigzagare continuo di curve e di tornanti. Una difesa «morbida» su un terreno tanto ostico non è impossibile, tanto più quando l'intervento della caccia aerea è molto contenuto. E i cinesi ne stanno facendo le spese. La strategia di Giap e Pham Van Dong pare voler sottrarre agli invasori ogni chance di dare quella «lezione» di cui Teng Hsiao-ping ha' parlato in America e Giappone. E la Cina si trova cosi di fronte all'alternativa: avanzare ancora (ma fino a quando?) per tentare di agganciare seriamente il nemico, o fermarsi e riconsiderare la «punizione» da infliggere al Vietnam. Naturalmente c'è un limite, che gli stessi cinesi sembrano indicare quando ripetono che hanno intenzione di spingersi «fino alle pianure». e dunque fino ad Hanoi: ma il risultato ottenuto nel '62 nell'Himalaya — con il rapido annientamento dell'esercito indiano di frontiera, e la cattura di un numero molto elevato di prigionieri — qui pare assai lontano. Teng dichiarava ieri solo di «sperare» che il «contrattacco» in Vietnam duri meno dei 33 giorni della spedizione in India. La colonna scesa per 80 chilometri (se la notizia sarà confermata oggi) segue la statale numero 3. che scende lungo la regione centrale della frontiera e. attraverso Cao Bang. Nang Son e Bac Can. porta poi ad Hanoi. Nang Son. dove starebbero ora i soldati cinesi, è a 170 chilometri dalla capitale, ma ancora ben dentro la regione montagnosa: inoltre presenta tutte le difficoltà di rifornimento che è possibile immaginare. Probabilmente è la punta avanzata di quella «nuova grande offensiva» che notizie' provenienti da Pechino attribuiscono ai piani dei generali cinesi. Ma la più forte concentrazione di truppe è ancora nella regione di Lang Son. dove la difesa vietnamita pare meno «morbida», e dove perciò gli scontri sono più violenti, non limitati al cannoneggiamento dei 130 mm. Non si hanno notizie sulla sorte della città, abbandonata già da tempo dai suoi abitanti, ma qui l'avanzamento del fronte cinese è stato molto contenuto anche ieri. Si hanno notizie minute di combattimenti assai aspri. La guerra pare ormai arrivata a una svolta decisiva, mentre lo scontro diplomatico di New York viene seguito da qui con una tensione crescente. Notizie filtrate da Hong Kong dicono che la mobilitazione delle truppe cinesi coinvolge ormai dieci delle undici grandi regioni militari (resta esclusa soltanto Pechino): e alle bocche del Mar del Giappone, al di qua dello stretto di Tsushima. vengono' segnalati in arrivo un lanciamissili, due cacciatorpedinie re e una nave appoggio della J flotta sovietica, che dovrebbero raggiungere il Mare della Cina meridionale entro domani, per unirsi a un incrociatore, un altro caccia e una nave appoggio che già incrociano nella zona. Mimmo Candito sdmccnerFtcvspnsz(gctriMcnnpspacpddcppdc LAI CHAU CAMBOGIA

Persone citate: Cao Bang, Chau, Lang Son, Lao Cai, Pham Van Dong, Teng, Teng Hsiao-ping, Tsushima