Ferrari, secca risposta al presidente della Csai
Ferrari, secca risposta al presidente della Csai Milano. Tardelll lanciato nell'area olandese è falciato da Brandts: è rigore (Telefoto) MODENA — Le dichiarazioni rilasciate venerdì dal presidente della Csai, Fabrizio Serena, a proposito dell'associazione costruttori e della Ferrari in Formula 1 e sulla vicenda Monza-Imola, hanno suscitato la reazione di Enzo Ferrari. Il costruttore modenese ha commentato le affermazioni di Serena con un breve comunicato. •I giornali riportano oggi — ha detto Ferrari—le dichiarazioni che il presidente della Csai ha rilasciato nella conferenza stampa di ieri a Milano. Agli apprezzamenti accusatori che ha ritenuto di elargirmi con nobile dovizia rispondo con la mia vita di uomo di sport dal 1919 ad oggi». ■La Ferrari — ha continuato il costruttore — non si presta a nessun gioco; come ha ripetutamente dichiarato, appartiene alla Foca e si uniformerà a tutte le decisioni che saranno prese dall'associazione di categoria. Chi si stupisce di tale appartenenza dimentica che l'adesione della Ferrari, avvenuta con un anno di ritardo dalla costituzione dell'associazione, fu la conseguente necessità di ciò che i dirigenti dell'A. C. Milano, delegati dall'A. C. Italia, concordarono a Ginevra nel 1970 all'insaputa dell'u¬ nica Casa italiana concorrente in formula 1. «Squalifiche, multe, sanzioni, cause legali con disinvolte interpretazioni dei codice sportivo: questo è quanto il presidente della,' Csai ripropone nel contrasto Monza-Imola, le cui origini e cause non sono assolutamente quelle da lui messe in evidenza. La fiera delie parole — ha concluso Ferrari — è finita: gli sportivi aspettano il Gran Premio ^'Halla». Enzo Ferrari risponde a tamburo battente alle dichiarazioni del presidente della Csai. Fabrizio Serena (notare la finezza: nel comunicato non ne cita neppure il cognome). Una risposta battagliera, com 'è nel costume del costruttore modenese, che nel 1964. a fine stagione, fece persino correre le sue vetture con i colori del North American Racing Team per una polemica con la Csai e la Csi di quei tempi. Due i punti importanti che Ferrari sottolinea: la sua Scuderia fa parte della Foca (Formula one constructors association) e deve, quindi, seguirne le linee: la genesi del co flirto Ira Monza e Imola — e il costruttore possiede al riguardo un'ampia e dettagliata documentazione — non è quella indicata da Serena, cioè alla base non vi sono ragioni di campanilismo Maranello-lmola. ma altre cause, legate — ag gmgiamo — aMa mancanza di quegli ammodernamenti dell'autodromo lombardo chiesti invano da piloti e costruttori. Per non seguire la strada della Fc a. la Ferrari dovrebbe lasciare l'associazione: lo imporrebbe un minimo di coerenza. Ma ne varrebbe la pena, almeno dal punto di vista del costruttore? No. evidentemente, per motivi economici, sportivi, di tutela degli interessi della squadra. In passato, del resto, la nostra Casa fu «obbligata» a entrare nel gruppo per gli errori e il mancato sostegno dei dirigenti sportivi italiani, in una situazione via via aggravatasi per lo scarso peso della Csi. Certo, dispiace che una Ferrari, col suo passato, con le sue caratteristiche di vera Casa automobilistica, debba essere legata al carro degli assemblatori Rimane un dubbio: in ottobre ci tu un attacco della Fiat, che nelle corse rappresenta uno «sponsor» per la Ferrari, di cui utilizza l'immagine per campagne pubblicitarie, contro Bernie Ecclestone e la stessa Foca. Esiste allora una sfasatura tra Maranello e Torino? r m. te. Ferrari, secca risposta al presidente della Csai
Persone citate: Bernie Ecclestone, Enzo Ferrari, Fabrizio Serena, Foca
Luoghi citati: Ginevra, Imola, Italia, Maranello, Milano, Modena, Monza, Torino
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