Come si coltiva la bietola da zucchero

Come si coltiva la bietola da zucchero In Italia il prodotto finito raggiunge i 14 milioni di quintali Come si coltiva la bietola da zucchero Preparazione del terreno, allestimento del letto da semina, difesa antiparassitaria La coltura della barbabietola da zucchero ha raggiunto in Italia i 250.000 ettari con una produzione di zucchero che ha superato i 14 milioni di quintali nel 1978: essa si avvale più di ogni altra della automazione delle operazioni colturali: dalla preparazione del terreno all'allestimento del letto di semina, dalla difesa antiparassitaria alla raccolta (a cantieri separati od uniti) delle radici carnose. L'Italia non possiede che poche sue specifiche varietà di bietole e pertanto per la provvista delle sementi è tributaria dei Paesi stranieri. Esclusi i terreni a sensibile acidità organica (vecchi prati dissodati) tutti gli altri sarebbero adatti alla coltura; sono tuttavia da escludere quelli che non hanno il sussidio della irrigazione: la bietola infatti, va annoverata fra le piante erbacee estive che registrano i più alti consumi idrici. Dall'aratura al letto di semina la pianta esige, nel periodo tra l'inizio e la fine di marzo, una diligente preparazione del terreno. Le semine troppo anticipate possono predisporre le piante alla prefioritura. Alla semina fa subito seguito una rullatura e dopo pochi giorni una leggera erpicatura, quando il terreno si presentasse incrostato. Poiché la densità ottimale d'investimento va da 8 a 12 piante il metro quadrato, la semina va fatta a file interdistanti 50-60 centimetri e spaziando il seme sulle file di 14-16 centimetri. In commercio ci sono tre diverse variata di seme: la varietà E. la varietà N e la varietà Z. Se si vuole puntare sulla quantità di prodotto più che sul suo grado di polarizzazione (contenuto in saccarosio) molto indicata è la varietà E, maggiore polarizzazione ma minore quantità in peso offre invece la varietà Z, mentre la varietà N presenta un rapporto più o meno costante fra peso e qualità. La tendenza degli agricoltori a portare a livelli sempre maggiori le rese delle radici, li induce talvolta ad esagerare nella concimazione azotata. Va detto che la resa in zucchero non è proporzionale alla dose di azoto somministrata, mentre una dose esagerata di tale elemento comporta sempre un abbassamento della qualità. L'adeguata presenza di azoto nel terreno favorisce naturalmente i primi stadi vegetativi delle giovani piantine, ma successivamente, affinché 'o zucchero prodotto nelle foglie possa passare nelle radici, l'azoto non va più somministrato. Prima dell'aratura è buona regola concimare con letame maturo alla dose di 400-700 quintali ad ettaro e spargere 8-6 quintali di perfosfato minerale. All'atto della semina, va somministrato un insetticida per limitare la perdita delle piantine dovuta alle larve dì mosca, di cleono ed alle lumache. Molta attenzione, nei mesi caldi, va posta alla comparsa della cercospora che si presenta con una sintomatologia di minuscoli puntini giallo-rossi sulle foglie che via via si ingrandiscono. Le foglie vengono cosi a perdere la loro funzione clorofilliana, seccano, e sostituite da nuove foglie svantaggiano la quantità zuccherina, poiché la continua crescita fogliare sottrae carboidrati e zuccheri alla radice. Le altre numerose insidie crittogamiche ed entomologiche non destano mai soverchie apprensioni per il bieticoltore. Bruno Pusterla beneficio del consumatore. l'Ance (Associazione delle cooperative di consumo) e l'Ancd (Associazione delle cooperative tra dettaglianti) hanno chiesto di far parte del comitato incaricato di gestirlo. La richiesta — dice un comunicato delle due associazioni — è legittimata sia dalla nostra presenza nel commercio alimentare (le cooperative dell'Ance e dell'Ancd gestiscono 25 mila punti di vendita con un fatturato di diverse .centinaia di miliardi), sia per assicurare, tramite l'Ance, una rappresentanza ai propri 800 mila soci-consumatori, e più in generale ai consumatori italiani. Alle autorità competenti spetta il compito di istituire l'organismo interprofessionale (composto da rappresentanti delle categorie agricole, industriali e commerciali interessate) incaricato di gestire l'aiuto al consumo e di definire — secondo le disposizioni Cee —le modalità di erogazione e di controllo dello stesso. r. s.

Persone citate: Bruno Pusterla

Luoghi citati: Italia