Pechino, contrasti? di Alain Jacob
Pechino, contrasti? Pechino, contrasti? i (Segue dalla 1 ' pagina) a lungo sulla «guerra di frontiera», l'intervento è stato presentato anche come una «punizione» inflitta ai vietnamiti per il ruolo di «cubani dell'Asia» Ci si può stupire che i responsabili cinesi lascino essi stessi trasparire l'ambiguità delle loro intenzioni. In sostanza si può dire che l'attività diplomatica che s'accompagna all'operazione militare da parte cinese lascia molto a desiderare. Il solo segno d'approvazione giunto a Pechino è quello del governo-fantasma di Poi Pot, dal maquis della Cambogia. Mai l'isolamento della Repubblica popolare è stato così grande e i cinesi si rendono conto di quanto la loro azione di forza in Vietnam incontri la disapprovazione nel mondo. Per la prima volta, dopo 17 anni, soldati cinesi sono impegnati fuori dei confini e ognuno si rende conto che ciò rappresenta una svolta radicale. In qualche giorno la Cina ha dissipato il capitale morale che aveva accumulato in quasi vent'anni. La diplomazia cinese ha da- to nel passato recente troppe prove di abilità perché non ci si debba interrogare sulle ragioni dell'attuale inefficienza. A questo proposito a Pechino si fanno due ipotesi. La prima ipotesi si basa sull'analisi della situazione militare, per quanto la si conosce, data l'assenza d'ogni seria informazione da parte cinese. Le operazioni non si sarebbero svolte per nulla secondo le previsioni iniziali e Pechino ora sarebbe costretta a modificare il suo comportamento diplomatico e politico: manterrebbe il silenzio fino a quando non possa essere definita nettamente una linea nuova. i Una seconda ipotesi, che non è in contraddizione con la prima e che comincia ad acquistare credibilità presso gli osservatori, si riferisce alla politica interna cinese. Secondo indicazioni difficili da controllare, l'operazione militare sarebbe stata decisa in una riunione dell'ufficio politico il 9 febbraio (all'indomani del ritorno di Teng dagli Stati Uniti e dal Giappone) e le modalità sarebbero state fissate il 14 febbraio dalla Commissione militare del Comitato Centrale del partito. Che alcuni membri della direzione abbiano manifestato riserve di fronte ad una decisione tanto grave non sembra dubbio, tenendo conto delle diverse tendenze che coabitano in seno al gruppo dirigente. Il problema è di sapere se quelli che si erano dimostrati tiepidi di fronte all'avventura non chiederanno ora i conti ai personaggi che hanno preso l'iniziativa, quando il successo dell'impresa tarda a manifestarsi. Alain Jacob
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