Neve sul Sahara: il clima è impazzito

Neve sul Sahara: il clima è impazzito GLI SCIENZIATI IN ALLARME; "MINACCIA DI GRAVI CARESTIE,, Neve sul Sahara: il clima è impazzito E' uno dei tanti primati di questi anni, nei quali si sono succeduti eccessi termici, inondazioni, siccità - Americani e soviètici fanno rischiosi progetti per influire sulle condizioni meteorologiche - Intanto si studia di fissare l'azoto nei vegetali per mezzo di batteri: nuove foreste e praterie fornirebbero energia, proteine, e fungerebbero da stabilizzatore climatico DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GINEVRA — La neve è caduta sul Sahara, ha imbiancato il deserto per qualche minuto. E' un altro primato di questi anni che mostrano i segni della poesia nelle oscillazioni del clima. Tra il 1965 e i primi del 1979 l'Europa ha avuto l'inverno più freddo dal 1874, l'inverno più caldo dal 1834, l'inverno più asciutto dal 1743, la più grave siccità dal 1727. In India per un anno non sono arrivati i monsoni che portano le piogge (1974), il gelo si è spinto sul Brasile (1975), la neve è caduta a Miami quattro anni fa. Alcuni stagni della Florida erano coperti di ghiaccio. «Fluttuazioni estreme e imprevedibili, probabilmente dovute alle attività umane» dicono gli scienziati che stanno confrontando i loro studi alla conferenza mondiale di Ginevra. Tali fluttuazioni hanno effetti cosi rilevanti da mobilitare persino la Cia. La «Central intelligence agency» ha raccolto un dossier sui prevedibili contraccolpi politici delle variazioni del clima, delineando diversi scenari del mondo futuro (Potential implications of trends in world population, food production and climate, opr-401). Tra i dati più drammatici: aumento delle popolazioni sotto-alimentate e delia mortalità nei Paesi del Terzo Mondo, ondate migratorie dalle regioni affamate a quelle più ricche di prodotti agricoli, instabilità politica ovunque, sotto qualsiasi regime. «Washington avrebbe in pratica potere di vita e di morte su un pianeta più affamato e con clima peggiore», afferma la Cia tenendo conto delle riserve degli Stati Uniti e della loro superiorità tecnologica. La Cia sottolinea però il rischio di disperate rivolte di Paesi affamati e militarmente forti; non esclude addirittura una guerra nucleare come conseguenza dell'impoverimento della Terra causato dalla pazzia del clima. Altro rischio: tentativi di modificare le condizioni meteorologiche per evitare carestie. Se inverni più freddi, con precipitazioni squilibrate, facessero diminuire la produzione di grano nell'Unione Sovietica dalla media annua di 233 milioni di tonnellate a una media inferiore ai 200 milioni, il Cremlino potrebbe decidere esperi- menti nucleari per sciogliere i ghiacci del Polo Nord. Par di leggere Aldous Huxley in Brave new world rivisi ted: tra la manipolazione biologica dell'uomo e la manipolazione tecnica del clima non corre una grande diffe- rema. Uguali lo sgomento e la meraviglia, uguale l'incompatibilità con le istituzioni sociali e con i valori culturali di oggi. Tali ipotesi erano già state incluse tra le «cento innovazioni probabili dell'ultimo terzo del ventesimo secolo» dagli autori di «Anno Duemila», H. Kahn e A.J. Wiener, sulla base di ricerche finanziate dalla Carnegie Foundation. L'innovazione «controllo del clima» aveva il numero 31 in una lista comprendente il controllo genetico degli uomini e delle piante, la modificazione del sistema solare. Generalmente preferiamo non credere, per una difesa istintiva. Ma forse stiamo avvicinandoci al mondo dell'angoscia disumana attraverso la prima tappa, la manipolazione rozza e non pianificata del clima. Esistono progetti americani e sovietici per l'irrigazione di deserti come il Sahara, per la creazione di mari interni artificiali, per il dirottamento di fiumi. Un progetto so- vtedlCJzdTdcLcbfandCpedlcsfdgsrcc a a o e a , e e , o o e n e e vietico mira a prosciugare intere regioni settentrionali, della Russia, trasferendo l'acqua dei fiumi verso il Mar Caspio. In Siberia l'Ob e lo Jenisei cambierebbero direzione, per irrigare i deserti del Kazakhstan e del Turkmenistan. La riduzione dell'apporto di acqua dolce nel Mare Glaciale Artico, secondo M.I. Lyvovich (Accademia sovietica delle scienze), abbasserebbe il punto di congelamento e farebbe salire la temperatura nelle regioni settentrionali dell'Urss, della Norvegia, del Canada e dell'Alaska. Gli effetti sul clima di altre parti della Terra potrebbero essere disastrosi: alterazione dei flussi atmosferici fino all'Equatore, alternanza di siccità e di piogge alluvionali sull'Europa meridionale. Effetti analoghi avrebbero le dighe progettate da «ingegneri del clima», americani e sovietici, per dirottare le correnti degli oceani. Si pensi all'influenza delle correnti del Golfo in Atlantico, agli organismi marini di ogni specie che non sopportano le minime variazioni di temperatura e di salinità dell'acqua. La scienza non sa ancora spiegare come mai la pesca del merluzzo al largo della Groenlandia sia balzata in pochi anni da 70 mila tonnellate a 450 mila, per ridursi praticamente a zero benclié il numero dei pescherecci sia rimasto invariato. Tra i progetti folli sono quelli per la «deforestazione» massiccia dell'Amazzonia a fini agricoli (50 mila famiglie hanno ottenuto lotti di 100 ettari ai bordi della nuova strada), delle foreste dell' Africa equatoriale e dell'Asia tropicale, dove 250 milioni di ettari sono in via di desertificazione. Le foreste coprono ancora due terzi delle terre emerse. Ogni anno si tagliano alberi per 1 miliardo e mezzo di metri cubi di legname, pari a un valore di 50 mila miliardi di lire. Tutto questo avviene per soddisfare bisogni reali dell'uomo, o in obbedienza alle leggi del mercato e senza preoccupazioni per gli effetti sul clima, sull'ambiente, sulle possibilità di sopravvivenza dell'umanità? Gli scienziati venuti a Ginevra da 50 Paesi ammettono che non si hanno ancora certezze, ma ripetono: «I capricci del clima stanno assumendo valori estremi. Gli inquinamenti e le alterazioni ambientali stanno riscaldando la Terra che si era avviata a una nuova glaciazione (dovrebbe durare 10-15 mila anni, l'ultima si era chiusa 15 mila anni fa), innescando fenomeni imprevedibili». L '«effetto serra», dovuto all'anidride carbonica sparsa in abbondanza dalle combustioni di ogni tipo e non assimilata da foreste sufficienti, può variare il regime delle piogge e l'andamento delle stagioni, mutando intere situazioni geopolitiche. Un esempio: dalle rive mediterranee sparirebbero uliveti e agrumeti. L'Etiopia è già stata colpita da una carestia senza precedenti Nel Nord della Nigeria la produzione di arachidi è crollata da 765 mila tonnellate del 1968 a 25 mila nel 1973, in seguito alla siccità ritenuta di origine non naturale. L'agricoltura è causa di alterazione del clima e ne è la vittima principale. Disboscamento, coltivazioni meccaniche, erosione, inquinamento da concimi chimici (36 milio¬ ni di tonnellate l'anno, spargono azoto nella stratosfera attraverso l'evaporazione) contribuiscono pesantemente a turbare gli equilibri universali, assieme agli inquinamenti urbani e industriali (fortissimo il contributo delle polveri di cementifici e acciaierie). E' evidente la necessità di cambiare strada. Come? Riscoprendo la dottrina dello «sviluppo zero», lasciando i poveri come sono, mantenendo in uno stato di sotto-alimentazione un quarto dell'umanità? «L'uomo è paragonabile a un vulcano», dice il celebre climatologo Reid Bryson, riferendosi alla quantità di scarichi spediti nell'atmosfera. Ma l'uomo è anche un vulcano di idee e di invenzioni. Le risposte cariche di speranza vengono da questi scienziati che ammettono la fine della scienza considerata neutrale e indipendente dalle ideologie come dai limiti fisici del pianeta. Possono venire da altri scienziati che offrono le promesse di una nuova rivoluzione, quella biologica. Si apre un sogno, più incoraggiante dei progetti degli «ingegneri del clima»: fissare l'azotonei vegetali per mezzo di batteri che aumenterebbero le rese di grano, riso, leguminose, senza concimi chimici Altri batteri possono trasformare i vegetali in sostituto del petrolio. Tramontata l'ambizione di sfamare l'umanità con le proteine dal petrolio, ecco l'immagine di una Terra verde: nuove praterie e foreste (cinesi e algerini stanno creando •vere e proprie muraglie verdi), energia dai vegetali e dagli oceani, alimenti da colture biologiche estese sotto i mari. Non è utopia, se i laboratori sono già al lavoro, mentre la pazzia del clima denuncia la crisi della scienza che presumeva di costruire un mondo contro natura. Mario Fazio Africa Occidentale. Un armento denutrito per la siccità: l'agricoltura è causa di alterazioni nel clima e ne è la vittima principale

Persone citate: A.j. Wiener, Aldous Huxley, Carnegie, H. Kahn, Mario Fazio, Reid Bryson