«Saniamo i bilanci o sarà la fine»

«Saniamo i bilanci o sarà la fine» Le società di calcio in allarme davanti al disegno di legge proposto dall'on. Evangelisti «Saniamo i bilanci o sarà la fine» Il problema dello svincolo, secondo gli addetti ai lavori, può essere affrontato solo dopo aver risolto quello assai più grave del deficit dei club - I direttori sportivi esprimono tutte le loro preoccupazioni MILANO — // grido di allarme lanciato dal presidente della Lega. Renzo Righetti, è stato accolto con un sospiro di sollievo dagli -addetti ai lavori», cioè dalla maggioranza dei direttori sportivi e dei manager che durante l'anno sono impegnati nell'opera di potenziamento o rinnovamento delle società. «Era incredibile — afferma Giancarlo Beltrami d.s. dell'Inter ed uno dei "mattatori" degli ultimi calcio-mercato — come certi presidenti potessero inneggiare alia proposta Evangelisti. Come? Viene annullato il patrimonio di una società ed il suo presidente ne è felice?». Ben più drastico è il giudizio che rimbalza dalla provincia: «E' un autentico disastro». «La fine del calcio minore». «La morte dei vivai». Queste alcune delle frasi dei dirigenti dalla lunga esperienza «Vorrà dire —ha affermato Santino Tarantola presidente del Novara — che saranno i giocatori a preoccuparsi. Noi eventualmente chiuderemo la baracca e chiameremo il Comune oppure l'onorevole Evangelisti o l'avvocato Campana a gestire la società». A differenza di quanto è avvenuto in passato, di fronte a situazioni ben delineate e nello stesso tempo rivoluzionarie per il calcio (caso tipico il blocco del «mercato» decretato dal pretore Costagliola) stavolta si ha l'impressione che presidenti e dirigenti non stiano bluffando. Non cercano insomma di creare un'atmosfera drammatica per ottenere agevolazioni o ripensamenti. .Semmai — come di¬ ce Beltrami — speriamo che qualcuno si adoperi per ritoccare una parte della legge altrimenti si aggraveranno i nostri problemi. Verranno avvantaggiati i giocatori più famosi ed i grandi club; quelli meno noti si assoggetteranno ad ingaggi minimi. Aumenterà la disoccupazione, spariranno i vivai. Volevano eliminare la piaga dei mediatori: ora, ogni giocatore dovrà iscriversi alle agenzie, oppure cercarsi il suo press-agent o collocatore come dir si voglia. Bei risultati». Naturalmente a Roma non si è parlato degli stranieri ma questo è abbastanza esplicito. Di fronte ad una situazione come quella che si prospetta, è inevitabile che il loro arrivo slitti di un altro anno Chissà quando se ne riparlerà Perché la riforma propugnata dall'onorevole Evangelisti possa prima o poi concretizzarsi coi fatti, saranno necessari alcuni correttivi ma soprattutto il «risanamento dei bilanci delle società». Questa, secondo il dr. Beppe Bonetto del Torino, è una premessa determinante: «O partiamo con le cifre in rosso ridotte al minimo — ha dichiarato — oppure è semplicemente pazzesco parlare di riforma. E' chiaro, almeno me lo auguro, che verranno chiamati gli esperti delle società o della Lega per apporre alla riforma alcuni correttivi sia per lo svincolo che per il settore giovanile Correttivi che. ripeto, devono esse re effettuati dagli addetti ai lavori Va bene che in Italia gli stadi vengono fatti dagli architetti senza consultare chi deve "abitarci" ma non credo che a Roma si arriverà a questo assurdo, cioè ignorare gli interessati. Nello stesso tempo sarà necessario definire la natura delle società sportive. Attualmente i club sono inquadrati come società per azioni quando in pratica si tratta di Spa atipiche in quanto non possono dividere gli eventuali attivi. Sono contraddizioni che fanno a pugni col codice. Ammesso che tutto questo avvenga, allora non farei previsioni catastrofiche. L'importante è la chiarezza Se poi la libera contrattazione sui trasferimenti provocherà il solito discorso all'italiana, con inghippi tipo l'equo canone, beh. allora significherà che il calcio non è per niente risanabile La solita folle corsa verso i 10 migliori giocatori italiani, con spese pazzesche, accentuerà soltanto la gravità dei nostri problemi». «Infatti — afferma Santino Tarantola presidente del Novara — i giocatori cominciano a preoccuparsi, soprattutto quelli meno noti. So di società, tipo Vigevano, Omegna e altre del circondario novarese, che già adesso si dibattono in problemi finanziari gravissimi Certe riforme, daranno loro la botta definitiva Per quanto riguarda lo svincolo, sarà necessario conoscere a fondo il testo di legge» Dialogando, i problemi vengono a galla Ogni società ne ha uno diverso: ma alla resa dei conti il problema è di tutti e soprattutto del calcio italiano. «Di fronte ad una simile legge-capestro — afferma Giancarlo Beltrami — noi dovremo ridurre gli organici dei vivai: meno allenatori, meno giocatori. A meno che il Coni o chi per esso non ci finanzi: non dimentichiamo che questi vivai hanno anche uno scopo sociale. Noi facciamo studiare i ragazzi, oltre ad allenarli e a farli crescere sani, li teniamo lontani dalle strade. A questo punto, mi chiedo anche a cosa serviranno i tecnici sfornati da Coverciano Tutto sommato, società come l'Inter riceveranno un danno abbastanza accettabile Ma un club come il Como, ad esempio, nel quale ho lavorato per tanti anni, come la metterà? Società come questa funzionano praticamente al servizio delle altre: allevano i Tardelli, li pagano 100 milioni e li rivendono ad un miliardo. In questo modo, bilanciano le spese. Attenzione dunque a questo salto nel buio: una cosa è farlo sapendo di avere un paio di metri di distanza, al massimo ci si spacca la testa. Se invece il balzo è troppo lungo, beh, meglio non pensarci» Franco Dal Cin. direttore sportivo dell'Udinese, la società rivelazione della serie B. è uno che ha le idee talmente chiare da esordire con questa premessa: «Sono convinto — ha detto — che questo è soltanto l'inizio di un discorso In caso contrario è la fine del calcio Sono sempre stato dell'idea che lo svincolo sia una soluzione saggia e definitiva: d'altra parte non facciamo altro che adeguarci al modello europeo. Ma appena è stato inquadrato lo "status" del calciatore, com'è giusto ed anche umano, è indispensabile tare altrettanto con le società. Altrimenti assomiglieremo a tanti struzzi: tutti con la testa sotto terra per non vedere i veri problemi. E' assurdo che si parli di autentico professionismo quando una Spa come quella del calcio non può ripartire dividendi, ammesso che questi siano realizzabili. La verità è che la Lega e Federazione continuano a fare molta confusione e in questo modo danno una mano allo Stato Siamo giunti al punto che la nazionale viene gestita dalla Federcalcio cioè l'emanazione delle società dilettantistiche dato che al momento della votazione del presidente queste hanno una maggioranza schiacciante nei confronti dei club "prò". Ora io dico: risaniamo il calcio ma prima chiariamo il suo aspetto professionistico» Sul problema degli stranieri, interviene anche il dr. Pietro Giuliano della Juventus Mentre Bonetto afferma che quanto dice Campana, presidente dell'Associazione calciatori non ha senso («Parlare di un giocatore per squadra — ha detto — è assurdo, se si avrà lo sblocco ogni società potrà acquistarne quanti ne vuole in ossequio alla libera circolazione nel Mec») Giuliano è convinto che in questo momento l'attuazione della «libera circolazione di calciatori provenienti da altre federazioni anche in Italia, rappresenterebbe un salto qualitativo a vantaggio dello spettacolo. E' assurdo —ha continuato — parlare di liste lunghe o corte, di escogitare marchingegni tipo la qualifica di calciatori autonomi con attività coordinata o continuativa. La verità è che si vuole aggirare l'ostacolo. La Juventus non ha dubbi in materia: soltanto in questo modo si migliorerà lo spettacolo del nostro campionato. Rimandandone la soluzione, si aggrava il problema I frutti del tesseramento degli stranieri si avrebbero soltanto fra un paio di stagioni. Più si va avanti e peggio sarà. E' indubbio | che quanto si sta varando a Roma rimanderà ulteriormente la soluzione di questo argomento». «Noi — conclude Beltrami — sotto questo aspetto siamo tranquilli. Abbiamo bloccato alcuni campioni, tipo il francese Platini e nello stesso tempo abbiamo potenziato il nostro settore giovanile. Prima che lo svincolo diventi esecutivo, cercheremo di lavorare a fondo su queste "promesse" del calcio. Poi si vedrà». Giorgio Gandolfi

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