Petrolio, il consumo sarà ridotto Forse benzina e gasolio più cari

Petrolio, il consumo sarà ridotto Forse benzina e gasolio più cari Petrolio, il consumo sarà ridotto Forse benzina e gasolio più cari Dopo i due Paesi del Golfo Persico (Abu Dhabi e Qatar) ieri hanno ritoccato il costo del greggio Arabia Saudita, Libia e Nigeria - Attese le decisioni di Iraq, Kuwait, Indonesia e Venezuela ROMA — La crisi iraniana, più ancora che sugli approvvigionamenti di petrolio il cui problema resta gravissimo e determinante, ha cominciato a scaricarsi pesantemente sui prezzi con prospettive inquietanti sul futuro, almeno nel breve periodo, delle economie industrializzate, che si troveranno quasi certamente a pagare un conto salato dal lato dell'inflazione e di nuovi squilibri delle bilance dei pagamenti. , i e o i l e o i a o e o , La decisione assunta da due degli emirati arabi. Abu Dhabi e Qatar, di aumentare il prezzo all'esportazione del greggio da loro prodotto del 7.2 per cento, portandolo da 14.10 a 15.12 dollari al barile, ha aperto probabilmente la strada ad una rincorsa di rincari di cui è difficile indicare il punto d'arrivo. Ai due Paesi del Golfo Persico, membri minori dell'Opec (l'organizzazione che riunisce i produttori di petrolio), si sono accodati (in realtà pare li abbiano preceduti) Arabia Saudita. Libia e Nigeria, applicando un aumento di 0.17 centesimi di dollaro al barile. Le ultime notizie sottolineano che presto si aggiungeranno l'Iraq, il Kuwait. l'Indonesia, il Venezuela e gli altri associati del .cartello» petrolifero. Il movimento in salita dei prezzi si salda cosi all'ascesa delle quotazioni sul cosiddetto mercato «spot», cioè degli acquisti in contanti, dove gli speculatori internazionali sono riusciti a spuntare prezzi di 22 dollari al barile. Si salda anche, in termini di necessaria contrazione di consumi, all'effetto prodotto dalla riduzione delle disponibilità almeno fin quando l'Iran non riaprirà i suoi pozzi e non ritornerà ai livelli precedenti di vendita. Nel frattempo, sia pure in modo provvisorio dato l'evolversi della situazione, si cominciano a tirare le prime somme sia dal lato dei riforni menti sia da quello del maggiore aggravio che ne potrà derivare alle economie dei Paesi occidentali. La rivoluzione iraniana ha chiuso una «valvola» corri spondente a quasi il 10 per cento degli approvvigiona menti globali di greggio. Per l'Italia, come ha specificato il ministro dell'Industria Prodi, viene meno circa il 14 per cento del fabbisogno interno Con le produzioni aggiuntive di altri Paesi produttori la minore disponibilità di greggio potrà ridursi al 4.5 per cento, nei limiti di sicurezza del «target» fissato dall'Agenzia Internazionale degli Approvvigionamenti per la dichiarazione di «messa in crisi» del mondo occidentale, dichiaraNatale Gilio (Continua a pagina 2 in quarta colonna) tcdrdodsddp

Persone citate: Gilio