L'Iran senza pace
L'Iran senza pace L'Iran senza pace TEHERAN — Estremisti di sinistra armati hanno attaccato e occupato ieri mattina l'ambasciata degli Stati Uniti a Teheran: l'ambasciatore William Sullivan e 101 altri americani sono stati tenuti in ostaggio e poi liberati dalla milizia di Khomeini. Quattro persone (un cameriere dell'ambasciata e tre guerriglieri) sono rimaste uccise, cinque fra cui due marines, ferite. Secondo i seguaci dell'ayatollah gli autori dell'assalto e della sparatoria durata tre ore e mezzo appartenevano a gruppi dell'estrema sinistra. Violenti scontri sono avvenuti anche a Tabriz, a 500 chilometri dalla capitale. Un portavoce del governo Bazargan ha detto che vi sono molte vittime, ma non è stato in grado di precisare quante. Giornalisti iraniani hanno detto -centinaia-. Si parla di combattimenti fra reparti militari ancora fedeli allo Scià e uomini della polizia segreta (la Savak) da una parte, insorti dell'ayatollah dall'altra. Secondo un comunicato dei «combattenti del popolo» diffuso a Teheran, a Tabriz ci sarebbero già 700 morti e 2000 feriti, L'ayatollay Shariat Madari è stato invitato a tornare nella sua città, per ristabilire l'ordine. In serata, alle 21,40. una folla di guerriglieri urbani avrebbe dato l'assalto alla sede centrale della radio e della televisione: l'emittente ha lanciato subito un appello: -A tutti i veri rivoluzionari-, esortandoli a raggiungere l'edificio, per respingere gli attaccanti. Pochi minuti dopo, in vari punti della capitale, si sono scatenati altri combattimenti. Poco prima di mezzanotte Radio Teheran ha annunciato tuttavia che l'attacco armato era stato respinto. D'altra parte la radio segnala scontri armati nella periferia orientale della capitale, dove la moschea di Narmaque sarebbe attaccata da sconosciuti. L'episodio di Teheran e l'attacco alla radio potrebbero indicare l'inizio di un più vasto scontro fra i sostenitori di Khomeini e gli estremisti di sinistra sfuggiti al suo controllo e insofferenti della sua autorità. L'ambasciata Usa di Teheran, che è rimasta gravemente danneggiata, è stata posta sotto la protezione delle forze di Khomeini, che sono accorse all'appello dell'ambasciatore Sullivan a centinaia, su autocarri e in motocicletta. Il primo ministro Bazargan, che presiedeva la sua prima riunione di gabinetto, ha lasciato la seduta appena informato dell'accaduto. L'ayatollah Khomeini ha stigmatizzato l'episodio affermando che co- (Continua a pagina 2 in quarta colonna)
Persone citate: Khomeini, Sullivan, William Sullivan
Luoghi citati: Iran, Stati Uniti, Teheran, Usa
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