Irruzione in un'officina e in uffici dell'anagrafe
Irruzione in un'officina e in uffici dell'anagrafe Commandos di terroristi a Roma e a Torino Irruzione in un'officina e in uffici dell'anagrafe Nella capitale le Br bruciano due auto: una del ministero dell'Interno (corazzata, credevano fosse di Rognoni), l'altra dei carabinieri - Nel capoluogo piemontese, fallito il furto di carte d'identità, i locali sono stati incendiati ROMA — Ancora terrorismo a Roma e Torino. Nella capitale agirebbe una nuova «colonna» decisa a riprendere gli attentati, mentre torna l'ipotesi d'una «spia» infiltrata al ministero degli Interni. Ieri, infatti, un commando di brigatisti rossi ha assaltato un'officina meccanica convinto di poter rubare l'auto corazzata dal ministro Rognoni. Una vettura blindata c'era, ma apparteneva al servizio civile del Ministero dell'Interno. Armati di pistole munite di silenziatore, i terroristi hanno immobilizzato i meccanici, poi si sono impadroniti di un'Alfetta corazzata e di una Gazzella dei carabinieri, portate pochi giorni orsono per le riparazioni. Hanno fatto qualche chilometro, quindi vidino a Piazza Fiume, di fronte ai passanti hanno incendiato le vetture. Pioveva, forse anche per questo, le fiamme non hanno fatto presa: la Gazzella è rimasta bruciata solo in parte, mentre la vettura blindata non ha subito danni. La polizia ha impedito ai vigili del fuoco di avvicinarsi, di qui l'ipotesi che la vettura del Ministero sia dotata di particolari accorgimenti che attenuino gli effetti delle bombe incendiarie o di altre apparecchiature per le radiotra¬ smissioni. I brigatisti hanno potuto studiarle? Gli inquirenti non parlano, hanno soltanto smentito che la vettura appartenesse a Rognoni o al generale Dalla Chiesa, capo dello speciale nucleo anti Br, come era corsa voce subito dopo l'attacco all'officina. Le Br hanno rivendicato Vmespropriazione- (cosi hanno detto: ed è un termine nuovo nel vocabolario del terrorismo, ripreso dall'area degli ultra di sinistra) con una telefonata. «Ci assumiamo anche la paternità della gogna a Camini, ha aggiunto la voce. Quest'ultimo episodio riguarda l'agguato di martedì sera al giornalista del TG1 Pierluigi Carnali, consigliere de, ammanettato al cancello della casa dove abita e fotografato con un cartello al collo (com'era accaduto anni orsono al dirigente della Sit Siemens Hidalgo Macchiarmi e al giudice Sossi). Si tratta di due azioni che rivelano uno scopo propagandistico, per questo si sospetta che la «colonna» romana sia stata rinnovata A Torino, un commando ha assaltato ieri mattina alle 5 la sede staccata dell'anagrafe in via De Canal 39 per rubare le carte d'identità in bianco e i timbri a secco custoditi nella cassaforte. Non è però riusci¬ to a impadronirsi del materiale allora ha devastato e incendiato i locali. Nessuno ha rivendicato l'azione. L'episodio è accaduto a poche ore di distanza dall'assalto con bombe incendiarie contro gli uffici dell'impresa edile Navone, che costruisce il nuovo carcere a Torino. Il figlio di uno dei titolari, Marco, è in gravi condizioni all'ospedale: ha i polmoni rovinati dal fumo e dal calore delle fiamme. Per quanto riguarda le indagini sul «falso brigatista», ieri è stato interrogato il giornalista di Radiomontecarlo Ernesto Viglione, che tenne i rapporti tra esponenti de, inquirenti e il «br pentito», rivelatosi poi un mi tornane: Pasquale Frezza, residente a Bordighera. Viglione avrebbe mostrato ai giudici le ricevute di versamenti di 15 milioni fatti in Francia da esponenti de per poter continuare i contatti col falso br nella speranza di liberare Moro e far catturare i terroristi. A Milano, all'agenzia giornalistica Ansa è giunta una telefonata delle br: « Viglione è candidato alla stampella e dovrà rivelare chi ha imbastito questa provocazione di stampofasista-, ha detto una voce di donna. (I servisi alle pagine 4 e 12).
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