Jona, una lunga milizia all'insegna dell' onestà

Jona, una lunga milizia all'insegna dell' onestà Jona, una lunga milizia all'insegna dell' onestà Uomo politico, prosindaco e sindaco di Torino, finanziere-manager - Improvvisa morte Aveva occhi azzurri freddi solo in apparenza, ma capaci di comunicativa e di carica umana immediate; l'aspetto giovanile non tradiva i suoi 82 anni: una tempra d'alpino d'antica tradizione piemontese. Luciano Jona. professore universitario. presidente onorario dell'Istituto bancario San Paolo da meno di un mese, dopo vent'anni di presidenza effettiva e presidente del Banco Lariano (« Ultima gemma della mia attività» era solito affermare con orgoglio) confessava qualche mese fa: «E' tempo che i vecchi cedano il passo ad una generazione nuova». Aggiungeva ammiccando: «Afa io. al tempo, non m'arrendo». E parlava di progetti del futuro del Banco Lariano. delle dodici ore al giorno di lavoro. Era ottimista, fiero, ricco di idee e di iniziative. La morte l'ha colto, improvvisa, nel suo letto, domenica mattina. Un lieve malessere la sera precedente, poi il sonno senza risveglio. Non amava i clamori, neppure quando era in vita. Il suo desiderio «funerali privati, semplici, la mia salma cremata» è stato rispettato. La cerimonia funebre si è svolta ieri pomeriggio. Nell'ultimo cammino lo hanno accompagnato, oltre alla moglie e ai tre figli. Luciana, Lamberto e Lionello, amici intimi e personalità del mondo politico e bancario torinese. C'erano il sindaco Novelli, il prefetto Veglia. Rubatto e Arcuti oltre a altri dirigenti dell'Istituto San Paolo, l'on. Emanuela Savio della Cassa di Risparmio, la direzione del Banco Lariano. Zanone segretario generale del pli con l'on. Altissimo e i rappresentanti delle segreterie provinciale e cittadina del partito. Formica e Santoni. Le ceneri del prof. Jona saranno tumulate a Chieri, nella tomba di famiglia. Era nato in questa cittadina il 24 marzo 1897. Con Luciano Jona scompare una tra le figure più note della città. In tutto ciò che intraprendeva univa le sue doti naturali di esperto in scienza delle finanze e di manager intuitivo e dinamico. Alle sue spalle c'erano esperienze sofferte oltre a incarichi di prestigio. Perseguitalo dai fascisti come ebreo, costretto alla clandestinità, «a disperdere la mia famiglia e a camuffare il più possibile il mio roJfo-.Jona partecipò alla Resistenza senza mai perdere né fierezza né fiducia: «Mi sono sentito ebreo sempre — diceva — anche quando ha dovuto arìanizzarmi, prò tempore, prendendo il nome dì mia suocera Celesta». Laureato in economia nel 1920, allievo di un maestro degli amministrativi italiani come Giuseppe Broglia, subentrato a Valletta sulla cattedra di Tecnica professionale dal '45 al '59. poi a Scienza delle finanze (incarico che era di Einaudi), era stato designato dal Cln, nel '45. a rappresentare il partito liberale nella deputazione provinciale. Fu assessore delle finanze per la provincia di Torino fino al '56. Ricordava: «Con le entrate non si riuscivano a far funzionare neppure enti indispensabili, come gli ospedali psichiatrici. C'era un vuoto spavantoso per servizi, scuole, strade». Il suo primo impegno fu «pareggiare il bilancio e finanziare le opere più urgenti». Lasciò l'assessorato con: «bitancto in pareggio e una riserva corrispondente alle entrate di un semestre». Commentava con modestia: «Erano occorse soltan to onestà, un po' di fiuto e un pizzico di preveggenza». Alla vita politica Jona si dedicò con la caparbietà e la fermezza proprie del suo carattere. Eletto sia in Provincia sia in Comune nelle amministrative del '60. preferì il Comune: fu designato prosindaco nella giunta Peyron: prosindaco al fianco di Anselmetti. dopo la cui morte fu sindaco per sei mesi, dalla fine del '64 al marzo '65. prima della nomina di Giuseppe Grosso. Passò con il suo gruppo all'opposizione quando si iormò la nuova giunta di -centro-sinistra». Alla vigilia delle elezioni del giugno '75 annunciò il ritiro dalla politica: «Dopo trent'anni di lotte è giusto che pensi anche a me». Ma continuò l'attività come presidente dell'Istituto San Paolo (era stato nominato nel '59 dal presidente della Repubblica Saragat). che — grazie al suo dinamismo di finanziere-manager — era diventato un ente bancario d'importanza mondiale. Continuò fino all'altro ieri, senza concedersi pause, né riposo. Simonetta Conti

Luoghi citati: Chieri, Torino