La vecchia città si sente offesa

La vecchia città si sente offesa Rubato a Torino il tesoro della Consolata La vecchia città si sente offesa La vecchia Torino è stata derubata e ferita proprio nel centro di quella che Marziano Bernardi, nella sua «Guida» storica e artistica, chiamava la «zonasanta», fitta di viuzze e case ora modeste ora fastose. Ladri acrobati, che sembrano ■ usciti da un copione hollywoodiano, si sono calati con le funi nel Santuario della .Consolata, rubando i gioielli (veri o imitati che siano: non è ■in ogni caso una burla) dedicati all'immagine di Maria. Consolatrice. E' offeso il cuore di quella che uno storico definì «la pietra angolare della Chiesa di Torino», ristanno esterrefatti i fedeli e anche quei laici che nel monumento del Juvarra, del Vitozzi, di Carlo Ceppi e Guarini vedevano mura solenni, rifacimenti discutibili ima arditi e popolari, viluppi decorativi forse troppo sontuosi e quasi spagnoleggianti ma indubitabilmente carichi idi uno sfavillio non solo este' riore. Hanno rubato il «tesoro» di Maria Consolatrice con quella perizia ladronesca che ormai non fa quasi più titolo, perché ogni giorno, nei vecchi quari tieri torinesi, smilzi e abili ladruicoli percorrono attici, esp. orano soffitte, si calano dai balconi, con una destrezza die non crea scalpore perché rimane sopraffatta, in quanto ^notizia, da sparatorie, attentati, brutali rapine. SÌ la vecchia Torino piange. La Consolata è da secoli un crocevia cittadino ideale. La sua festa, in giugno, raduna famiglie e personaggi, abitudinari e curiosi: nell'antica piazzetta delle botteghe dei santini, d'una famosa erboristeria, il popolo torinese si dà appuntamento per un omaggio che è finito persino in certe ingenue scenografie del teatro di Macario. L'immagine taumaturgica della Consolata risale al IVsecolo, e certo i gioielli contano meno del suo potere davvero consolatorio. E' dal IV sècolo che i torinesi, se le cose gli vanno storte, borbottano: finirò per vendere fiori davanti alla Consolata. Quasi un proverbio, ma anch'esso protettivo. Di qui l'impressione amara, livida, che lo sfregio notturno e il furto imprimono sulla faccia della città. Un altro colpo negativo da subire, un'ennesima riprova degli anni sacrileghi — in ogni senso — che viviamo. Tutti i giorni vi andava a pregare Silvio Pellico, ci dicono le storie. Che aggiungono: la sacra immagine fu smarrita poco dopo l'Anno Mille. Un cieco Za ritroDò. Afa la nostra cecità, oggi, non opera pro- Giovanni Arpino , Il punto in cui i ladri si sono calati per raggiungere l'altare

Persone citate: Giovanni Arpino, Guarini, Juvarra, Marziano Bernardi, Silvio Pellico, Vitozzi

Luoghi citati: Torino