Assassinata a 16 anni: l'omicida identificato è riuscito a scappare di Renato RizzoGiuseppe Minello
Assassinata a 16 anni: l'omicida identificato è riuscito a scappare La tragica vendetta famigliare nel quartiere Gescal di Venaria Assassinata a 16 anni: l'omicida identificato è riuscito a scappare I carabinieri lo ricercano dall'altra notte - Anche l'arma è scomparsa - L'uomo faceva parte del gruppo di 6 persone che tentavano di abbattere la porta, poi avrebbe sparato - Ha precedenti per rissa, violenza, lesioni Al primo piano di via DI Vittorio 37/3 a Venaria, nel termitaio delle case Gescal dove vivono 4 mila persone, si respira un'aria greve di silenzio e di morte. L'altra sera dietro questa porta scura trapassata da due proiettili e che 1 carabinieri hanno segnato con un cerchietto di gesso, una ragazza è morta uccisa da un colpo di pistola. Un omicidio assurdo avvenuto al termine di una rissa che ha coinvolto in un parossismo di insulti e violenze due famiglie rivali: i Sorbo ed i Masotina. Anna Masotina, 16 anni, grandi occhi carbone e capelli corvini, ha pagato con la vita questa rivalità: un colpo di rivoltella le ha spaccato il cuore mentre lei, spalleggiata dai famigliari, tentava di puntellare la porta che cedeva sotto le spinte degli aggressori. La sua morte, secondo gli investigatori, è stata firmata da un operaio di 34 anni, Pasquale Ricci, via De Amicis 3 ad Altessano: è 11 genero dei Sorbo, sarebbe stato lui a premere il grilletto durante la furibonda lite. E' ricercato ma, sinora, è riuscito a far perdere le tracce. I carabinieri hanno su di lui in caserma un pesante fascicolo: cinque denunce a piede libero per rissa, altre per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, altre ancora per lesioni, minacce e tentata estorsione aggravata. Scomparse anche altre cinque persone del clan dei Sorbo che erano con il Ricci l'altra sera durante l'omicidio. Intanto gli inquirenti hanno ricostruito l'episodio di sangue in base alle scarne testimonianze filtrate attraverso il muro di omertà e di paura elevato dai testimoni. La scintilla che ha fatto esplodere una situazione già compromessa da liti ed incomprensioni fra due famiglie entrambe originarie di Cerignola ed un tempo amiche, è scoccata domenica sera. Sono le 21. Anna Masotina è con il suo ragazzo, Enzo Valente. 17 anni, e la sorella di quest'ultimo: stanno per entrare nella discoteca «Tre denari» di corso Toscana e si trovano di fronte Nicola Sorbo. 18 anni, con alcuni amici. Valente è stato l'involontario autore, l'anno scorso, dello «sgarro» che ha fatto degenerare i rapporti fra le due famiglie: Anna Masotina. appena conosciutolo, ha interrotto una relazione con uno dei Sorbo, Nino. 21 anni, attualmente in carcere per estorsione. Salvatore e Nicoletta Sorbo non hanno perdo¬ nato l'affronto al loro ragazzo ed hanno istillato anche negli altri quattro figli questa rivalità. Ed infatti domenica sera Nicola Sorbo pesta un piede, in segno di scherno, a Enzo Valente che reagisce schiaffeggiandolo. Il primo entra allora nel locale e ne esce pochi secondi dopo spalleggiato da altri amici: Enzo e le ragazze vengono picchiati. E' una cosa di poco conto: Valente, un paio d'ore doponella discoteca, si riappacifica con gli aggressori. Si arriva a lunedi. Alle 20.30 Valente va in via Di Vittorio, vuole avere e dare spiegazioni con la famiglia Sorbo. In strada 10 raggiungono il capofamiglia e la moglie: «Hanno incominciato a litigare — ricordano i vicini —. 11 ragazzo, mentre lo strattonavano, diceva: "Lasciatemi in pace. Non voglio avere nulla a che fare con voi che siete vecchi. Mettiamoci una pietra sopra"». Ma Salvatore Sorbo lo colpisce con un pugno: il giovane reagisce e getta a terra l'uomo facendogli battere il capo sul marciapiede. E' ormai rissa piena: la donna raccoglie una pietra, la lancia contro Valente. La gente si affaccia alle finestre, grida di smettere. Si affaccia anche Anna Masotina che urla: « Vattene Enzo, scappa». Lui si allontana ma la lite non finisce: proprio in quel momento Marina, la sorella di Anna, scende in strada per posare il sacchetto della spazzatura. «Salvatore e Nicoletta Sorbo — aggiungono i vicini — l'hanno insultata, lei è corsa in casa». Tutto il palazzo è ormai in fermento: i Masotina si chiudono nell'appartamento con due inquilini che abitano sullo stesso pianerottolo. Il capofamiglia, Giuseppe, è al lavoro; con la moglie, Mattea, nell'alloggio ormai quasi assediato oltre ai due vicini ci sono Anna, le sorelle Franca e Marina ed i fratelli Tommaso e Vito. Passa mezz'ora. Alle 21 sul pianerottolo arrivano altre 6 o 7 persone fra cui, secondo i carabinieri, anche Pasquale Ricci. La porta dei Masotina vibra per i calci degli aggressori, sta per essere scardinata. Anna ed i suoi famigliari tentano di tenerla sprangata appoggiandovisi con forza. Uno sparo, un altro. Anna, che stava guardando terrorizzata dallo spioncino; si accascia senza un grido portandosi una mano al petto: il proiettile l'ha raggiunta al cuore e ha reciso l'aorta. Respira a fatica, dice «Mamma, aiutami». La rissa si placa mentre il commando di assalitori fugge su due auto. La giovane è ormai morente: le gettano addosso una coperta e la portano all'ospedale. Si spegne in pochi minuti. Ora si cerca Pasquale Ricci per l'omicidio. In base alle testimonianze sarebbe stato quest'uomo a esplodere il proiettile omicida. Renato Rizzo Giuseppe Minello Il chiaro sorriso di Anna Masotina. spento per sempre - Pasquale Ricci, ricercato per omicidio - Salvatore Sorbo ferito nella rissa
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