Comunisti ancora nel guado

Comunisti ancora nel guado Governo o lotta? Comunisti ancora nel guado Il congresso provinciale discute come uscirne Anche con l'uscita dalla maggioranza il pei «rimane in mezzo al guado»: non è «partito di governo» (anzi oggi lo è meno di prima) e fatica ad esprimersi come «partito di lotta». Quale può essere la sua prospettiva politica? Quale la strategia per ottenere maggior udienza nella società? Soprattutto a Torino dove i comunisti hanno grandi tradizioni operaie e dove da 42 mesi amministrano i maggiori enti locali e la Regione? Questi i temi discussi, gli interrogativi emersi nelle oltre cento assemblee (inora svolte in preparazione dei congressi provinciale (7-11 marzo al Teatro Nuovo) e nazionale. Il pei sente il bisogno di serrare le file e lo fa secondo il rito consueto: discutendo le tesi approvate a Roma, proiettandole nella realtà in cui opera. E la realtà torinese è molto complessa: c'è la fabbrica che assorbe tutto e coinvolge tutti; c'è un terrorismo atroce; c'è la difficile integrazione di oltre 700 mila immigrati che ne fanno la terza città meridionale d'Italia dopo Napoli e Palermo; c'è infine la diffidenza generalizzata per le forze politiche. Il pei, macchina organizzativa efficiente per definizione, questi problemi — nelle tesi pre-congressuali — li analizza, cerca di approfondirli «per avere —dice il segretario Gianotti — un rapporto vero con la fabbrica, per battere l'eversione, per capire e aiutare chi è venuto a Torino alla ricerca di una vita migliore». Ma — ecco il punto — la diffidenza rimane: a Torino solo 35 mila persone sono iscritte ai partiti democratici: di queste 22 mila militano nel pei. Poche di fronte a un milione e 200 mila abitanti. Eppure nel 1975 i comunisti hanno ottenuto il 40 per cento dei voti con 31 consiglieri su 80 a Palazzo Civico. Quindi su circa 850 mila elettori più di 300 mila hanno scelto il simbolo della «falce e martello». A Mirafiori, inoltre, su 50 mila lavoratori i comunisti con tessera sono soltanto 2000. Nel 1978 infine lo stato maggiore di via Chiesa della Salute ha dovuto constatare una flessione negli iscritti: 800 in meno rispetto al '77. Qualche cosa quindi non funzio-' na. E' forse vero che «sosfare in mezzo al guado», che «donare sangue alla de» stando in una posizione ambigua {«quasi al governo, ma senza ministri») ha danneggiato la credibilità del «partito di lotta»! La base comunista è convinta di «questa verità», ma al vertice ne sono meno sicuri. «Certo — dice Gianotti — è e sarà necessario incalzare la de. Chiederle di chiarirsi le idee. Non accettare veti contrari alla Costituzione. Ma l'uscita dalla maggioranza è un passo indietro per tutti. Rischia di portare ad elezioni anticipate, di gettare il Paese nel caos. Chi vuole questo deve uscire allo scoperto, assumersene la responsabilità. A Torino, in Comune, Provincia e Regione, noi governiamo, nell'interesse delle istituzioni e dei cittadini. Siamo al servizio della gente, non del partito. Questa è la nostra carta di credito. Questo è anche il concetto dello slogan: "Mani pulite"». E' sufficiente presentarsi all'elettorato solo con uno slogan? «No — risponde la base del pei e aggiunge —: ó necessario tar partecipar» la gente alle scelte. Aumentare l'interesse degli iscritti alla "lotta" del pei. Non possiamo rimanere fermi nella fatalistica attesa che le giunte rosse esaudiscano le aspettative. Il partito deve muoversi, fare politica in modo autonomo. Se necessario denunciare le malefatte e il boicottaggio de nelle amministrazioni locali». Riemerge l'anima anti-democristiana di coloro che hanno, da sempre, accettato con riluttanza la linea del compromesso storico Sintomi di rivolta? Prevalenza delle tesi che vorrebbero comunque ii pei all'opposizione contro la de o al governo senza la de? Certamente no. Il congresso provinciale del Teatro Nuovo, con i suoi 656 delegati, sarà probabil mente sulla linea della segreteria nazionale. Ma questi fermenti dimostrano resistenza di contrastai ti stati d'animo, una ricerca di strade nuove per il rilancio dei comunisti, in una fase critica della loro esi stenza. Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Gianotti, Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Italia, Napoli, Palermo, Roma, Torino