"Quando le ho visto con pistola ho detto; ma che, è Carnevale?"

"Quando le ho visto con pistola ho detto; ma che, è Carnevale?" La vigilatrice racconta il film dell'agguato "Quando le ho visto con pistola ho detto; ma che, è Carnevale?" "Quando ho cominciato a lavorare, in carcere c'erano soprattutto prostitute. Questa di adesso è gente dura, istruita, che sa quel che vuole,, E' sorridente, vivace, un pallore appena diffuso sul volto, i capelli neri un po' scarmigliati sul cuscino. Raffaella Napolitano, ricoverata nel reparto ortopedia del Mauriziano. sembra già aver dimenticato la paura. -Eppure ne ho avuta molta — ammette con voce decisa — l'ho scampata bella, sono stata fortunata-. Dell'attentato parla come di un film rivisto al rallentatore: •Erano in due a venirmi incontro, non ho pensato subito al peggio, erano donne, ne sono certa, avevano il l'olto scoperto; in mano stringevano le pistole ed io ho detto loro: "Ma che, è Carnevale?". Nemmeno una parola, niente. Allora non so quel che ho fatto, dei>o essermi girata, visto che la pallottola mi ha colpita dietro, ma non saprei ripetere quel che ho fatto-. S'interrompe, esita, subito riprende con un riso nervoso: -Che vuole, è toccata a me. Prima il dottore, l'altro giorno. Adesso io. E sono la prima donna. Molti di noi, in carcere, hanno paura. Io non ci avevo mai pensato realmente-. Domanda con occhi curiosi: ■ Ma è poi stato rivendicato il mio attentato?-. La informo: ■SI, dal gruppo di fuoco dell'Organizzazione comunista Prima linea.. Commenta con prudenza: -Chi sa chi sono. E dire che io non m'interesso di politica. Il mio nome era evidentemente sul loro libro.. All'interno del carcere è vita dura. Come le è venuto in mente di diventare vigilatrice da cassiera qual era? Ride: ■ Già, ero cassiera in un magazzino all'ingrosso di orologi. Maledetto il giorno in cui ho firmato il nuovo contratto-. Che cosa le ha fatto cambiare mestiere? Risponde pronta: -Non certo la paura delle rapine. Non ero mai al mio posto. Al principale dicei'o: se fanno una rapina portano via la cassa, ma non la cassiera, non si preoccupi. Poi ho incominciato il mio nuovo la voro-. Ma non spiega il perché di una scelta. Divaga: «Lo stipendio è da statale, non ci ho guada guato molto nel cambio. Ma ognuno deve pur vivere Dovevo forse finire sul marciapiede per mangiare?-. Con la mano ravvia i capelli corti, sgrana gli occhi neri, in cui guizza improvvisa una luce: Non sono poi tanto cattiva. Una ex detenuta è venuta un 'ora fa a trovarmi. Mi ricorda con simpatia. In fondo, con le detenute talvolta siamo amiche, beh. c'è un rapporto umano-. La voce esita, riprende con circospezione: «Afi sono anche battuta per loro contro la direzione quando chiedevano ciò che è giusto. Non ho avuto paura. Ma quando pretendono l'impossibile, dico: no, non posso farlo.. Un brutto mestiere? Raffaella agita le mani, cerca — girandosi nel letto — una posizione migliore. Parla con tristezza: -No, non è un brutto mestiere.Certo era dwerso quando ho cominciato quattro anni fa. Allora in carcere c'erano soprattutto prostitute, gente semplice, che si accontentava di sigarette e caffè. Adesso gli spari vengono dalle più "brave". C'è gente dura, gente istruita, sa quello che vuole.. Ha come un attimo di smarrì mento, ma subito aggiunge: -Piccoli screzi ci sono sempre. E' quell'attimo di nervosis*no, ma passa. Il guaio è che adesso non si capisce più quel che vogliono: tutto e subito, anche l'impossibile. Sono tempi brutti-. Scuote il capo, sembra ancor più giovane dei suoi 34 anni, senza un'ombra di trucco sul volto pulito. E' fatalista. Ripete: • E' capitato a me. Che ci posso fare?-. E' decisa: -Sono una meridionale cocciuta. Certo che tornerò in carcere. Se mi cambiano mansioni, sono contenta. Ma se non lo fanno, tornerò al mio posto. Perché non dovrei?-. Simonetta Conti Nella camera del Mauriziano, Raffaella Napolitano racconta la paurosa avventura

Persone citate: Raffaella Napolitano, Simonetta Conti