I due giovani presi a Torino uccisero il medico di Napoli ? di Francesco Santini

I due giovani presi a Torino uccisero il medico di Napoli ? Trovati documenti dopo l'attentato alla caserma I due giovani presi a Torino uccisero il medico di Napoli ? Sono Rosaria Biondi e Nicola Valentino, già accusati per la strage compiuta a Patrica - Due avvisi giudiziari inviati dalla Procura DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Stato d'assedio a Napoli per sconfiggere la ripresa del terrorismo nel Mezzogiorno: perquisizioni a tappeto in tutta l'area metropolitana, fermi, interrogatori. Per ore gli uomini della Digos hanno affiancato il magistrato nel carcere di Poggioreale per strappare la mappa dell'eversione meridionale ai due terroristi sorpresi a minare la caserma dei carabinieri di Fuori grotta. Si tentano collegamenti, si controllano gli alibi mentre la procura della Repubblica di Napoli ha trasmesso a Torino una comunicazione giudiziaria per Rosaria Bindi e Nicola Valentino. Ai due accusati della strage di Patrica, nella quale persero la vita il procuratore della Repubblica di Frosinone e la sua scorta, i carabinieri imputano la partecipazione all'assassinio del professor Paolella, il criminologo ucciso a Napoli da un commando di -Prima lineala mattina dell'11 ottobre dell'anno passato. Il colonnello Rocchietti. del gruppo Napoli 2, dichiara che ai terroristi arrestati a Torino -presto si aggiungeranno altri due elementi-. A giudizio degli investigatori sono stati i documenti scoperti nel «covo» di piazza Santi Filippo e Giacomo a rendere «evidenti» le connessioni tra la strage di Patrica e le responsabilità di Rosaria Biondi e di Nicola Valentino nell'assassinio del criminologo. «La posizione della Biondi, fidanzata del terrorista Roberto Capone, ucciso a Patrica — dicono gli inquirenti — è compromessa-. L'indagine è in evoluzione: reversione nel Sud subisce un «duro colpo». I funzionari del¬ la Digos portano avanti l'inchiesta sul fallito attentato alla caserma di Fuorigrotta e si domandano come potesse sapere, il commando fermato con l'esplosivo, che in viale Lepanto fanno capo gli uomini del generale Dalla Chiesa nelle «spedizioni» in Campania. La moglie di Giovanni Orlando, Antonietta Caserta, interrogata ieri per molte ore, ha mostrato sorpresa per l'attività sovversiva del giovane applicato di segreteria. Ha spiegato di non aver mai sospettato che le carte sequestrate nella «base» di Pozzuoli potessero interessare l'antiterrorismo. Minor sorpresa, secondo i funzionari della Digos. tra i genitori del terrorista: l'avvocato Orlando e sua moglie temevano che Giovanni, lasciata la sezione socialista di Fuorigrotta e la carica di segretario alla fine del '74. potesse essersi progressivamente avvicinato all'area oltranzista dell'autonomia. Tutti gli uomini disponibili sono impiegati nell'operazione. Da Napoli a Bagnoli a Pozzuoli, lungo l'asse della Domiziana, i posti di blocco si susseguono e ieri mattina, all'ingresso dell'istituto Righi, dove Giovanni Orlando era impiegato, è comparso l'emblema delle Brigate rosse. Una scritta a caratteri cubitali esortava a -liberare tutti i compagni arrestati-, mentre poco più avanti si leggeva: -Fuori dal quartiere le truppe d'occupazione territoriale-. Del terrorista arrestato, traccia un rapido quadro psicologico il presidente dell'istituto. Attilio Lombardi: -Un giovane intelligente, preparato, con grandi spigolosità di carattere: era difficile farlo applica¬ re, non nascondeva di contestare il sistema-. Molte le assenze dal lavoro. Su una, in particolare, si soffermano gli inquirenti. Riguarda il 10 gennaio scorso, il giorno dell'attentato a un traliccio dell'Alfasud, minato alla base con grande perizia sino a farlo crollare. -E' un collegamento che esaminiamo-, dice il capo della Digos, Ciccimarra. Chiarita la presenza dell'elenco degli insegnanti del Righi nelle tasche di Giovanni Orlando: il preside ha spiegato che proprio nei giorni scorsi aveva affidato al suo impiegato il compito di preparare lo «stato di servizio» di tutto il personale docente. E il capo della segreteria, Rodriguez, aggiunge: -Fino ad oggi, però, il lavoro non era andato avanti-. Sfoglia con rapidità il registro delle presenze e scopre che alla vigilia dell'attentato di Fuorigrotta l'ex segretario della sezione socialista si era assentato dal lavoro. Tra gli studenti del Righi, che l'anno scorso fu al centro di una vasta contestazione per il «sei politico», l'arresto di Orlando non ha suscitato stupore. L'unico a rammaricarsi è il preside: «Proprio ora che le cose cominciavano a marciare — dice — questo nuovo episodio riporta la mia scuola in prima linea-. All'esterno, gruppi di giovani, con la bomboletta spray, scrivono: -No al terrorismo di Stato». Stizzito, un insegnante li ferma: -Questa volta — dice — il terrorismo era tra ìioi e non ce ne siamo accorti». I ragazzi si allontanano sbeffeggiando sotto la pioggia che spazza le strade. Francesco Santini