Ragazza muore dopo iniezione di eroina Lottava da due anni per disintossicarsi

Ragazza muore dopo iniezione di eroina Lottava da due anni per disintossicarsi Ventun anni, trascorreva il fine settimana con un amico a Bardonecchia Ragazza muore dopo iniezione di eroina Lottava da due anni per disintossicarsi Figlia dell'industriale Grassotti, era separata dal marito - Il fratello: «Eravamo convinti che fosse riuscita a liberarsi da quella schiavitù» - Prima di iniettarsi la dose mortale avrebbe detto: «Mi buco per l'ultima volta» Susanna Grassotti. 21 anni a giugno, strada Valsalice 227. figlia del contitolare di uno dei più grandi magazzini di ricambi per motociclette, è morta ieri mattina in un pied-à-terre di Bardonecchia. L'ha stroncata una dose eccessiva di eroina che si era iniettata prima di andare a letto. Sembra che all'amico che le dormiva accanto abbia detto: «Mi buco per l'ultima volta, poi basta». La madre, Irene Costa. 53 anni, ripete: «Stava facendo di tutto per disintossicarsi, c'era quasi riuscita. La droga l'ha uccisa perché si era ormai disabituata». L'ultimo «viaggio» Susanna l'ha fatto alla periferia di Bardonecchia, via Rho 19, dove l'amico, Attilio Claudio Manitto. 23 anni, studente universitario, via. Bardonecchia 77, ha un alloggetto in un moderno condominio. I due giovani erano arrivati venerdì sera per trascorrere il fine settimana. Ricorda il ragazzo: «Sapevo che Susanna si drogava, ma speravo di poterla aiutare. Con me sembrava un'altra persona. Venerdì sera era felice: siamo stati a cena a Salice, poi siamo andati a riposare. Ieri mattina alle 8 mi sono svegliato. Lei era accanto a me, sembrava dormisse profondamente. Mi sono alzato per fare il caffè, ma quando sono tornato in camera ho avuto l'impressione che Susanna fosse priva di sensi». Continua Attilio Claudio Manitto: «Ho fatto di tutto per rianimarla, il suo corpo era ancora caldo. Poi ho capito che da solo non ci sarei mai riuscito e mi sono attaccato al telefono. E'stato inutile. Il medico non ha potuto fare altro che dirmi che era morta. Susanna si è "bucata" mentre io dormivo». La polizia ha trovato nel bagno del mini-appartamento una fiala vuota e una siringa ipodermica. Le ha mandate al laboratorio di analisi perché c'è il sospetto che l'eroina sia stata ta- gliata con stricnina, ma l'ipotesi più credibile, anche per gli investigatori è quella che formula la madre: «Susanna non era più abituata agli stupefacenti, la dose che un anno fa riusciva a sopportare, sabato mattina l'ha uccisa». La storia di Susanna assomiglia a quella di tante altre ragazze che quasi per gioco hanno incominciato a fumare hashish e poi, lentamente, sono passate alle droghe pesanti. Figlia di Cesare Grassotti. 54 anni, contitolare della «Grassotti & Rosa, di via San Domenico 48 e di via Ortigara. una catena di grandi magazzini di ricambi e articoli motociclistici, con filiali in città e in provincia, frequentava la terza liceo al Segré quando cominciò a frequen¬ tttosEatosriqrimecsvtsmmg tare il mondo dei tossicomani. Dice il fratello Giovanni Battista, 29 anni: «L'abbiamo capito quasi due anni fa e lei ci ha subito detto che voleva smettere. E' stato un lungo calvario. Poi, alcuni mesi or sono, Susanna ritornò da un viaggio all'estero, serena. Diceva: "Ci sono quasi riuscita, forse faccio parte di quel due per mille di drogati che riesce a salvarsi"». Continua il giovane: «Nei momenti di crisi ci chiedeva aiuto, era disperata e neanche il medico, cui l'avevamo affidata, riusciva a fare qualcosa per lei. Diventava cupa, non parlava più, trascorreva giornate intere chiusa nella sua stanza. Nemmeno mio padre, cui era attaccatissima, riusciva ad avvicinarla. Un giorno ha detto che si sposava. Abbiamo creduto per un attimo che si fosse liberata da quella schiavitù, invece niente. Ha continuato a bucarsi». Susanna Grassotti sposò un vecchio amico. Roberto Balocco, 25 anni, corso Duca degli Abruzzi 64, titolare col padre di un laboratorio di cornici di via Cibrario 3. Ma la loro unione è durata poco tempo e sembra che la giovane abbia deciso di rompere il legame (tre mesi fa aveva cominciato le pratiche per la separazione) perché fermamente intenzionata a sottoporsi alle cure disintossicanti. Racconta sempre il fratello Giovanni Battista: «Lasciando il marito, sperava di tagliare definitivamente i ponti col mondo dei tossicomani e quando è ritornata a casa abbiamo fatto qua¬ drato attorno a lei. Io e mia sorella, Maria Luisa, non l'abbiamo più abbandonata un istante. Sono stati momenti difficili perché ci rendevamo conto che ogni' movimento falso poteva ritor-censi su Susanna. Mio padre ha vissuto nell'incubo per mesi». Nel '77, i primi segni del miglioramento. Susanna sentiva di nuovo il desiderio di vivere. Ancora il fratello: «L'abbiamo convinta a viaggiare e l'ultima vacamo l'ha fatta negli Stati Uniti. Tre mesi di divertimenti e quando è ritornata sembrava guarita. Era un'altra persona, faceva progetti, pensava di riprendere lo studio. Ogni giorno veniva in ufficio a lavorare. Non parlava più di droga come una volta e si limitava a ripetere: "Ho un buco di quasi tre anni nella mia vita, devo recuperare il tempo perduto". Ogni tanto aggiungeva: "Non posso guarire di colpo, ma state tranquilli, ci riuscirò"». Secondo la madre. Susanna non si iniettava più eroina da alcuni mesi, ma la sua «è solo un'impressione».Dice: «Vedevamo come si comportava, non era più quella di una volta. Abbiamo creduto nella sua guarigione». Un mese fa. nella vita della ragazza, c'è stato un altro cambiamento che ha fatto sperare i famigliari. Ha conosciuto Attilio Claudio Manitto, figlio del dott. Paolo, titolare di una tipografia in via Bardonecchia. Spiega il fratello di Susanna: -Era nata una simpatia fra i due, mia sorella era entusiasta. Il giovane aveva molta influenza su di lei e conoscendolo abbiamo favorito la loro amicizia». Attilio Claudio Manitto: «Con me si apriva facilmente, e a lungo parlavamo del suo problema. Era decisa a guarire e ogni giorno mi ripeteva il suo proposito. Ho trascorso due fine settimana con lei ed ho avuto l'impressione che ci fosse riuscita ». Emanuele Monta Susanna Grassotti - L'amico Claudio Manitto: «E' morta mentre stavamo dormendo» - La madre

Luoghi citati: Bardonecchia, Stati Uniti