Il casalingo di Guido Ceronetti

Il casalingo DOVE È IL MARITO A CUCINARE Il casalingo La donna sta scivolando via dalle cucine e dai tinelli, come si è lasciata alle spalle tutte le sue tradizionali relegazioni, e il campo della sua nuova vita è la città senza limiti, la città sadica e flagellatrice, che la fa soffrire impersonalmente, oceano della mescolanza, in cui vince e perde sola. In cucina è tentato di penetrare l'uomo, ora che non ha più né Indie né Arizone da conquistare, né Bastiglie da prendere né lune da raggiungere, né altro da fare. La professione di casalingo apparirà presto sui documenti d'identità. Questo importante cambiamento è in atto. Ma poiché stiamo vivendo il momento del passaggio, che potrà essere lungo, né la partenza femminile né l'arrivo maschile avvengono pacificamente. La valigia di lei è sulla porta della cucina, ma il grembiule non sa staccarsene e le mani — quelle che possono tutto il bene e il male possibile — strigliano con struggimento l'ultimo piatto, come se fosse un bambino esposto appena tolto dalla neve, mentre un marito impaziente di sbucciare le patate e di mettere le mele nel forno cerca con vistose premure di cacciarla fuori al più presto. La litigiosità coniugale si sposta in zone finora riparate e tranquille. La donna non vuole più essere dì casa, ma non gradisce troppo di vedersi sostituita senza dolore, anzi con piacere e vantaggio, dall'impensata bravura maschile. E' il normale dispiacere di chiunque scopra che le sue dimissioni non sono accolte con scene di costernazione. Senza di lei. al gong dell'una, il pranzo è impeccabilmente pronto, più ricco, più vario, più aromatico, più caloroso. Il casalingo ha fatto tutto benissimo. Ma il colapasta ha cambiato chiodo! La razionalità maschile, impadronendosi del luogo, dà nuovi posti agli oggetti. Al casalingo non importa niente se agli occhi di estranei scopino, paletta, sacco dei rifiuti sono visibili fin dalla porta: vuole trovarli subito. A poco a poco l'intero ordine femminile della casa è sovvertito. Il casalingo non è mai un pigro, dunque è terribile. Entra con prepotenza, soggioga, trasforma, getta via tovaglie odiate. La cucina è la sua nuova India, la sua Tahiti di Gauguin. la sua Nuova Frontiera. Il bisogno di fare si sfoga come può. il conflitto, se dall'altra parte la vocazione domestica perduri, nonostante le dimissioni formali, è inevitabile. Il casalingo può essere un usurpatore, sforzarsi di occupare un posto non vacante, o vacante solo provvisoriamente. L'uomo è troppo infelice se non architetta di continuo qualcosa che gli sembri ime-' ressante e fantastico. Ma se il vuoto femminile è duraturo e drammatico, il suo intervento è provvidenziale: i bambini, tra le mani sapienti del padre, rifioriscono. — Guarda qui che casino ha fatto mia moglie! — è uno dei pensieri più naturali del casalingo: esprime bene la profondità che lo muove. Si è improvvisamente sentito il Dio solare Marduk che combatte col mostro acquatico e tenebroso Tiamat. cunmis con un milione di denti, e nell'infinitesimale ripetizione che tutti siamo dei principii e modelli supremi, questo neocasalingo che trova casino dappertutto nella casa messa in ordine da sua moglie, è Marduk davvero, come sua moglie, vista al microscopio elettronico, è almeno un pelo di Tiamat. Se in lei permangono attaccamenti e radici (senza vero rinnegamento dell'unione e cambio di domicilio, questi restano forti) si sentirà derubata del proprio ordine, di un casino che gli è molto caro, le sue mani libere dalla città faranno il possibile per ristabilirlo, tra polemiche e recriminazioni. Troverà che il principio solare gli sta rendendo caotica la cucina, troppo strani i piatti serviti. Sarà terrorizzata all'idea che ad apparecchiare per un ospite sia il casalingo, ormai bolide scatenato, rullo compressore, principe dei fagioli all'olio e dell'ikebana di fiori freschi. Il fondamento essenziale dell'ordine femminile nella casa — specialmente per quanto riguarda la Cucina, la Camera da Letto e il Bagno — è la vergogna, la più violenta e insopprimibile delle passioni femminili. Senza questa passione, nessun luogo abitato da una donna sarebbe mai in ordine, perché il Disordine (l'Indistinto, il Caotico, la genitalità passiva) è il vero squarcio che l'ha generata. Basta che la vergogna si attenui, tutto intorno a lei sarà schiumante disordine e caos Le attrici, che per recitare veramente devono vincere ogni vergogna, sono incapaci di ordine, vivono come in un vortice. La donna disamata perde vergogna, subito vuol essere trascurata e ignobile. Vivrebbero molto naturalmente nella sporcizia, ma la vergogna le rende maniache della pulizia e dell'ordine. Mai misura: o il letamaio o il palazzo di cristallo. E il casalingo scopre la natura incantata di questo palazzo, sospetta che è solo una metamorfosi del letamaio: perciò lo chiama casino. e se fosse un po' filosofo lo direbbe un ordine irrazionale, un frammento di cosmo malato. A quale uomo non ripugna una cura eccessiva di particolari, di angoli, di estenuate minuzie, la disciplina oppressiva a cui lo costringe la casalinga che ha eletto suo impero la casa? Megera soffia nel sottosuolo, ma Vergogna trasforma tutto in una glaciale prigione di oggetti a posto. Un pullover sopra una sedia, a portata di mano, onesto, perché deve sparire subito in un cassetto come se ferisse l'occhio? Benedetta la casalinga che nella città cerca il caos primigenio, perché la sua stretta sulla casa finalmente si attenua. Nelle convivenze riuscite, è l'ordine maschile sostanzialmente armonioso, più tollerante di quel che appare disordine, a prevalere. La filosofia cinese ha pronta la sua classica spiegazione dua"ista: Ying-Yang. Nel loro alternarsi, mescolarsi e contrastarsi viviamo e cessiamo di essere. Ma voglio approfittare ancora di questa digressione metafisica per osservare che la vergogna è il modo proprio del genio interiore della donna per fare di lei una collaboratrice del cosmo, perché anche lei. figlia del Caos, sia freno e ralentamento del caos, nemica del Nulla che riempie e circonda tutto. Per mezzo della sua vergogna, fastidiosa soltanto nelle manie, la donna diventa infermiera della vita, sono sue e più astute barriere contro l'infiltrarsi della morte. Quel bicchiere così ben deterso che sembra non essere più di vetro, quel pavimento scavato dallo strofinaccio, nella profondità della sua visione incosciente, sono porte sprangate su un inferno senza nome. Quando si deve per forza entrare in una camera da letto dove il letto non è stato ancora rifatto, la padrona di casa — che pure conosciamo benissimo, è nostra sorella, nostra amante o figlia — ci fa le scuse più costernate del mondo. Molte volte ci è assolutamente vietato di vedere il Letto Nonrifatto. E' un lembo di caos: se ne vergogna come dovesse mostrarsi in una posizione erotica, o ostetrica, a uno sconosciuto. Ma a un uomo il letto disfatto è perfettamente indifferente, salvo che per motivi pratici. Ho vissuto molti anni solo, e mi rifacevo la brandina soltanto perché, rifatta, permetteva un uso più completo dell'unica stanza. Se qualcuno, arrivando, trovava il letto disfatto non mi sognavo certo di fargli delle scuse, o di proibirgli affannosamente l'entrata! Anche le donne di servizio vogliono, per prima cosa, rifarti il letto: per non lasciarti in quella spalancata vergogna, per mettere subito il coperchio al Caos. Questa passione suprema e invincibile regola tutto lo stile di ricevere ospiti II casalingo ha cura di preparare qualche buon piatto, non troppo cucinato, insieme a un buon vino; la vera donna di casa si tormenta perché sia presentato bene anche un piatto pessimo. Il dolce offerto in un piatto che non sia ad hoc scatena la sua dannata e infruttuosa vergogna. Il Dio dell'Illusione gli mostra lingue di fiamme, se si verifica un tralignamento. In certe case regna un codice insopportabile, che lega ospiti e anfitrioni in una catena di articoli da rispettare, tutti fatti per ridurre a niente il piacere di una cena. Francamente, nelle cene col doppio o triplo giro di piatto, con precedenze di età, rango, sesso sovente difficilissime da determinare, e le attese svogliami di quel che verrà dopo, davanti a un miserabile pezzo di finto pane incastonato nella tovaglia come fosse i gioielli della Corona, avrei voglia di pugnalare la padrona di casa rompendo quell'ordine asservito alla sua indomabile vergogna. Basterebbe insistere duramente, alzando la voce, per volere che il piatto del formaggio resti lì anche per il dolce: cadrebbe all'indietro. pugnalata alla schiena. Il disordine mentale è l'abituale rovescio dell'ordine domestico implacabile; certe casalinghe sono delle vere possedute... Casa troppo Ying. tutta catenaccio femminile, è un traslucido manicomio, e più il disordine preme nella testa malata, più la vergogna moltiplica le assurdità per schivarlo. Mani di casalingo moderato scampano la casa dal rischio di diventare una Nave dei Pazzi all'ancora. Ma la moderazione è a prezzo di sofferenza: bisogna respingere la tentazione misogina, sacrificare la volontà di potenza (essere l'unico in cucina, l'unico a piantare chiodi nel muro!) o sarà la duplice mania, la gara, l'inferno Sciagurato l'uomo adulto indifferente al suo cosmo domestico. Se ha donna casalinga, vivrà nella ragnatela di una prigione materna a vita, bene o male trattato, ma sempre mosca nella bava del ragno. Se ha donna in rottura con la casa, marcirà nella demolizione. L'uomo libero è necessariamente casalingo: altrimenti sarà prigioniero in casa, come lo è fuori. La sua influenza è delle più benefiche: casa più leggera, pareti spostabili, letti esposti senza paura, pranzi più semplici ma con più spezie. In una casa dove fosse il marito a cucinare, andrei con meno apprensioni, purché non fosse anglosassone. Potrei fare critiche, cosa impossibile nelle cene di solo autore femminile, dare consigli all'amico: un'altra volta fai così. La pentola bollente è portata in tavola, tutti allungano le mani liberamente, la regina Elisabetta, Federico Fellini, il rabbino di Praga, Semiramide. Farsi casalinghi è una chance. Ci hanno tolto Dio, il Diavolo, la Peste, la Guerra, il Paesaggio, l'Amore stendhaliano. la Poesia, l'Espiazione dei Delitti, la Città come creazione d'arte, le Isole Misteriose, la Scoperta del Vaccino, i Misteri di Psiche, il Cinema in bianco e nero. le colline, il silenzio Ci restano la Casa (per quanto tempo?) e la Guerra Civile. La Noia è vicina. Guido Ceronetti

Persone citate: Elisabetta, Federico Fellini, Gauguin

Luoghi citati: India, Letto, Praga