Liguria: fra i buoni propositi c'è anche la piena occupazione
Liguria: fra i buoni propositi c'è anche la piena occupazione Approvato il piano di sviluppo regionale Liguria: fra i buoni propositi c'è anche la piena occupazione GENOVA — Il Consiglio Regionale ha approvato giovedì sera con 19 voti favorevoli e 15 contrari il «programma» di sviluppo regionale. Il dibattito non è stato privo di polemiche: il progetto presentato dalla maggioranza (pci-psi) come «schema aperto» cioè modificabile con il contributo di tutti i partiti e di tutti gli Enti, ha suscitato la reazione dell'opposizione e in particolare dei democristiani e dei repubblicani che hanno sollevato un'accezione formale. Per statuto, infatti, non possono essere votati in consiglio né «schemi» né «canovacci» di sviluppo economico e finanziario, ma soltanto programmi, e la maggioranza è stata costretta in fretta e furia a votare un emendamento con il quale lo «schema» è diventato «programma». Ma in pratica in che cosa consiste il documento? Il vicepresidente della giunta e assessore al bilancio Alberto Teardo. socialista, lo ha cosi riassunto. «Sino ad oggi, in tema di programmazione economica, le Regioni si sono comportate in due modi. Alcune hanno accolto passivamente le decisioni nazionali altre hanno cercato di imporre le loro decisioni ai Comuni e alle Province o agli altri enti locali, ripetendo la politica di prevaricazione che già aveva caratterizzato lo Stato in passato-. Teardo ha spiegato che la Liguria ha cercato di tracciare una «terza via» che tenda a riequilibrare le linee della programmazione nazionale con la esigenza di partecipa¬ zione e di decisione degli enti locali. Sin qui sul piano della metodologia. Ma su quello dei contenuti? Che cosa «vuole» il progetto di programmazione economica in Liguria? «Due sono gli obiettivi — dice Teardo: — if riequilibrio e la piena occupazione. Occorre prununciarsi sulle scelte strumentali contenute nella proposta quali, ad esempio, il superamento degli squilibri territoriali e settoriali: lo sviluppo di una politica attiva di sostegno e di indirizzo dell'azione della piccola e media impresa: lo sviluppo di una politica di uso sociale del territorio; lo sviluppo di una politica ambientale che superi le linee passate del disinteresse e dell'intervento specifico a posteriori per recuperare un dise- gno di uso integrato dell'ambiente che implica e condiziona a sua volta tutte le politiche nei settori produttivi, in agricoltura, nel turismo, nella residenza nelle infrastrutture, nelle scelte di aree per insediamenti produttivi. Infine lo sviluppo di una politica di innalzamento della qualità della vita-. Questa impostazione è stata vivacemente criticata dall'opposizione. L'ex assessore al bilancio della precedente giunta di centrosinistra, prof. Giovanni Persico, repubblicano, ha dichiarato: «I limiti del documento sono evidenti. In tanto è uno schema lacunoso e non un vero e proprio programma. Poi mi sembra che tutta l'impostazione della giunta sia rivolta soltanto allo sviluppo industriale tradizionale. Non ci si chiede, per esempio, perché molti settori industriali da anni sono in crisi. Non sarà perché si tratta di attività produttive superate? Non dovrebbero essere sostituite?-. Il prof. Persico ha poi aggiunto che «è assurdo parlare di sviluppo economico e territoriale della regione ignorando il settore terziario-commerciale e quello turistico. Sono realtà economiche — ha detto — che non possono essere lasciate all'improvvisazione-. Secondo il leader repubblicano inoltre lo schema approntato dalla Regione non tiene conto delle linee di sviluppo delle regioni confinanti: la Liguria sarebbe descritta come una realtà fine a se stessa, un'isola. p. 1.
Persone citate: Alberto Teardo, Giovanni Persico, Persico, Teardo
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