Indette al posto dello sciopero generale di Gian Carlo Fossi

Indette al posto dello sciopero generale Indette al posto dello sciopero generale Assemblee per il Sud adesioni molte scarse Questa forma di protesta doveva interessare ieri tutte le aziende per due ore - Ancora divergenze nel sindacato - A metà febbraio i Consigli generali delle tre confederazioni ROMA — Non è molto riuscita ieri la «giornata nazionale di lotta» indetta nei giorni scorsi, fra dissensi e polemiche, dal comitato direttivo unitario della Federazione Cgil. Cisl. Uil in sostituzione del previsto sciopero generale per il Mezzogiorno. Quasi nessuna assemblea si è tenuta a Roma e Milano, poche anche a Torino e Genova, limitate le «fermate» in tutte le altre città, ovunque scarse le adesioni. A poche ore dall'apertura della crisi politica e in un momento cosi difficile sotto il duplice profilo economico e sociale, la massa dei lavoratori ha mostrato di non condividere la decisione di bloccare tutte le attività dalle 10 alle 12 per discutere la piattaforma complessiva per il Sud e l'occupazione. La sospensione dello sciopero generale e di ogni altra azione in seguito alle dimissioni del governo Andreotti avrebbe evitato al sindacato un'esperienza sostanzialmente negativa. I contrasti esplosi nell'ultimo direttivo, soltanto sopiti in occasione della votazione conclusiva, si sono riaccesi a livello locale intaccando ulteriormente l'«unità di azione». A Milano c'è stato uno scontro tra la Cisl, che ha dato istruzioni per uno sciopero di due ore ai propri associati, e la Cgil che. al contrario, ha disposto l'utilizzo per due ore del «pacchetto» riservato alle assemblee dallo statuto dei lavoratori. A Roma il conflitto non ha investito le Federazioni provinciali, ma il rapporto tra le Federazioni e le rispettive Confederazioni: i rappresentanti dei lavoratori romani si sono, infatti, dissociati dalle deliberazioni proposte dai vertici confederali, giudicando inopportuna qualsiasi agitazione in mancanza di un interlocutore valido. Le divergenze riaffioreranno nella sessione dei tre consigli generali convocata per metà febbraio sui problemi del processo unitario e, in quest'occasione, non passerà sotto silenzio la forte resistenza opposta dalla Cisl alla proposta della Cgil e della Uil di revocare lo sciopero generale e di non adottare altre iniziative in attesa della soluzione della crisi. «£' evidente — ci dice il segretario generale della Uil Benvenuto — che con il governo in carica lo sciopero generale si sarebbe dovuto fare, perché siamo insoddisfatti di come sono andate le cose, e sarebbe stato totale. Non c'è dubbio, però, che dopo l'apertura della crisi la scelta più logica sarebbe stata quella della revoca- ■ Quale sindacato vogliono i lavoratori? -Non certo quello — dichiara Benvenuto — che sta passivamente alla finestra, ma quello che svolge con passione il suo compito e che, in caso di necessità, non evita un'asione dura di protesta, lo sciopero generale. Ma i lavoratori, sempre più consapevoli e anche preoccupati, sono contrari a fare scioperi che non abbiano chiare motivazioni». Lama ha confermato il suo parere contrario al mantenimento dello sciopero generale e alla proclamazione di azioni sostitutive dopo l'avvio della crisi, pur sottolineando il valore quasi unanime della conclusione dell'ultimo direttivo. «L'atteggiamento di buona parte di coloro che volevano ad ogni costo lo sciopero generale — ha commentato il se-gretario generale della Cgil — mi ha fatto pensare alla reazione di un bambino che si mette a piangere a squarciagola quando vede rompersi fra le mani il suo giocattolo preferito.'.. In un'assemblea di pubblici dipendenti a Roma, il segretario generale della Cisl, Macario, ha insistito sulla necessità della mobilitazione dei lavoratori. «Non sottovalutiamo —ha rilevato — la questione delle formule politiche. Chiamiamo le istituzioni, per la cui salvezza ci siamo battuti e ci batteremo con la massima decisione, a un rendiconto sui problemi più acuti del 'Paese: questo sarà il nostro parametro di giudizio rispetto alle forze politiche impegnate nella soluzione della crisi». Quali le indicazioni del sindacato? «Scelte selettive di investimento — ha affermato il leader della Cisl — che pongano la discriminante politica dello sviluppo del Mezzogiorno e dell'occupazione-. Per i contratti. Macario ha ribadito l'esigenza di una linea egualitaria e di perequazione fra i lavoratori che realizzi, intanto, nel pubblico impiego la scala mobile trimestrale. Mentre Lama non ha potuto parlare a Palermo a causa di difficoltà nel trasporto aereo, il segretario confederale della Cgil. Garavini. ha insistito a Bologna sull'«i7n?nobilismo del governo- anche per quanto riguarda la drammatica situazione del Mezzogiorno e, in particolare, di Napoli «dove ogni giorno 7-8 mila disoccupati manifestano nelle piazze mentre i loro figli muoiono di malattie che in zone meno misere non hanno effetti letali». Gian Carlo Fossi

Persone citate: Andreotti, Garavini, Lama, Macario