Assolti gli operai che misero alla gogna due fascisti a Trento

Assolti gli operai che misero alla gogna due fascisti a Trento La sentenza d'Appello a Venezia Assolti gli operai che misero alla gogna due fascisti a Trento VENEZIA — I giudici della Corte d'Appello di Venezia dopo sette ore esatte di camera di consiglio, hanno confermato la sentenza di assoluzione dall'accusa di sequestro di persona per gli imputati al, processo per «i fatti di Trento». La Corte, presieduta dal consigliere Andreoli, ha respinto, infatti, i motivi del ricorso presentato dal procuratore generale Curato contro la sentenza di primo grado, che aveva riconosciuto la colpevolezza degli imputati (una cinquantina tra operai e studenti) solo relativamente ai reati di violenza privata, lesioni e minacce. La Corte d'appello ha confermato quest'ultima parte del responso del tribunale, aggiungendo, però, che tali reati devono considerarsi estinti per prescrizione. Tre operai, accusati di resistenza a pubblico ufficiale, sono stati, inoltre, assolti perché il fatto non costituisce reato. Il processo ha rievocato i fatti avvenuti a Trento il 30 luglio 1970, quando un gruppo di estremisti di destra assalirono, picchiarono e ferirono a coltellate alcuni operai dello stabilimento «Ignis». La reazione dei lavoratori fu immediata: individuati sul posto due esponenti missini, l'avv. Andrea Mitolo —allora segretario provinciale del msi — e Gastone Del Piccolo — dirigente della Cisnal di Trento — gli operai li circondarono e li posero alla testa di un corteo, con appesi al collo dei cartelli nei quali si diceva che i due erano i principali responsabili dell'aggressione alla «Ignis». Secondo il procuratore generale Curato, nel comportamento degli operai, ai quali si aggiunsero alcuni studenti, si poteva ravvisare il reato di sequestro di persona, ma la difesa obiettò (facendosi forte della sentenza del tribunale) che si era trattato, al contrario, di un vero e proprio «arresto in flagranza» da parte della folla che, credendo di aver trovato sul fatto i colpevoli, li aveva bloccati per consegnarli alla polizia. Un'altra circostanza sottolineata dalla difesa è stata quella del mancato intervento delle forze dell'ordine per disperdere il corteo, segno che — sostenne il collegio nazionale di difesa — era evidente che l'operato dei lavoratori aveva il crisma della legittimità. Il processo d'appello, come già il primo, era stato seguito con apprensione da parte delle forze sindacali veneziane (erano stati i motivi di ordine pubblico a «consigliare» il trasferimento a Venezia) e trentine. Nell'apprendere che la Corte d'appello ha accolto sostanzialmente la tesi più volte espressa dalle forze antifasciste, la Federazione sindacale unitaria e la Firn hanno espresso, in un comunicato, una «valutazione positiva» sulla «coraggiosa» sentenza dei giudici. g.b.

Persone citate: Andrea Mitolo, Andreoli, Gastone Del Piccolo

Luoghi citati: Trento, Venezia