Nemmeno la voce della mamma lo ha strappato al coma profondo di Adriaco Luise

Nemmeno la voce della mamma lo ha strappato al coma profondo Disperata lotta di un bimbo contro il virus Nemmeno la voce della mamma lo ha strappato al coma profondo Avevano applicato al piccolo paziente, 9 mesi, una cuffia che gli trasmetteva parole e frasi rincuoranti - Un altro vertice presieduto dal ministro Anselmi per interventi d'urgenza NAPOLI — Il bilancio non è certamente confortante e tale da attenuare la psicosi del morbo. Sono ormai 56 i bambini deceduti. Nelle ultime ore. malgrado l'intensa terapia, hanno cessato di vivere Filomena D'Auria di 56 giorni da Vico Equense; Maria De Vincenzis, 7 mesi, da Ponticelli: Giovanni Liviero, da Torre del Greco; Felice Ritieni. 8 mesi, da Acerra; il piccolo Stefano Bonardi di nove mesi, che per undici giorni ha lottato contro la morte e resistito in modo incredibile. Invano i sanitari con un'iniziativa ritenuta «appropriata e saggia-, gli avevano applicato alle orecchie una cuffia in modo che gli potesse giungere, attraverso una registrazione, la voce della mamma, nella speranza che i riflessi psicologici potessero influire sulla sua ripresa. In stato di coma, proveniente da Formia, è stato ricoverato ieri Edoardo Iorio: in serata il piccolo è morto. Su un altro bambino di sei anni, operato di appendicite e morto per broncopolmonite, sono in corso ulteriori accertamenti. Una considerazione si può fare analizzando i luoghi di provenienza dei piccini ricoverati al Centro di rianimazione dell'ospedale pediatrico Santobono. Finora si era detto che il virus aveva trovato un terreno favorevole nelle disagiate condizioni economiche, del degradato ambiente dei bambini malnutriti del sottoproletariato napoletano. Oggi si deve purtroppo constatare che anche altri centri, come Formia e Vico Equense, non sono immuni dal morbo. Un'indagine è in corso per chiarire se vi sono state occasioni di contagio con le famiglie dei colpiti, sul come e perché il virus circoscritto nell'area metropolitana ha varcato i confini dei due versanti opposti con una distanza di oltre 100 chilometri. Mentre sono attese altre iniziative e permangono perplessità in termini scientifici — molti sono i sanitari che non sanno spiegarsi le origini del coma in cui sprofondano i bambini affetti dalla gravissima sindrome respiratoria — con l'ufficiale sanitario prof. Gaetano Ortolani si è fatto il punto sull'efficacia della guardia pediatrica istituita dal comune in tutti i quartieri e l'opera di assistenza alle famiglie più disagiate. Un servizio al quale ci si può rivolgere in considerazione di improvvisi malesseri e disturbi e non solo per gravi emergenze, quando è sempre consigliabile il ricorso alle strutture ospedaliere. «7 pediatri sono presenti nelle condotte mediche in numero da uno a tre — dice il prof. Ortolani — e prestano la loro opera ambulatoriale e domiciliare; sono possibili delle sfasature e dei ritardi nell'organizzazione indipendentemente dalle chiamate e dagli interventi richiesti. Un primo bilancio, comunque, è positivo. Si è avuta una media di 100 visite giornaliere, cinquanta per cento a domicilio le altre in ambulatorio e finora i bambini mandati in ospedale per forme respiratorie gravi o sospette sono soltanto quattro». Si è protratto per oltre tre ore il vertice al palazzo di governo con l'intervento del ministro della Sanità Tina Anselmi. Una riunione di lavoro per rispondere al tragico interrogativo «di cosa muoiono i bimbi napoletani?-. E' emersa la necessità di proseguire le ricerche, di accertare se vi sono e quali sono le concause che rendono i virus finora individuati — il sinciziale e il coxachie — cosi esiziali. In termini sani -Abbiamo convenuto di portare a Napoli l'unità operativa dell'Istituto Superiore della Sanità che opererà in modo permanente fino a quando rimarrà questa situazione — ha affermato il ministro della Sanità —. Siamo in continuo contatto con l'organizzazione mondiale della sanità ed attraverso essa recepiremo tutta la collaborazione che ci viene offerta e di cui abbiamo bisogno-. In tema di vaccini c'è qualche indicazione precisa? «Ab¬ biamo avuto conferma, purtroppo, da parte dell'Organiszazione mondiale della sanità di quanto aveva già sostenuto la nostra Commissione di esperti e cioè che non ci sono vaccini in grado di essere utilizzati, ina soltanto studi in materia e null'altro-. Il ministro Anselmi ha precisato che l'unica arma più ef¬ ficiente contro il virus rimane la creazione ed il potenziamento della guardia medica pediatrica. «Non ho potuto che apprezzare quanto fatto dal Comune e dalla Regione; perché questa struttura venga incrementata abbiamo, da parte del ministero, offerto tutta la nostra disponibilità affinché possa operare a tempo pieno e possa ottenere il massimo dei risultati. Del resto, ho avuto conferma proprio oggi, dall'istituto Pasteur di Parigi, che l'orientamento dei ricercatori stranieri conferma che la diagnosi e l'indirizzo seguiti dal nostro Paese sono la strada giusta-. — Qual è il significato poli-, tico della sua venuta a Napoli? «E' molto semplice. Questo è un problema drammatico che viviamo tutti e che si colloca in un'area che ha il più alto indice di mortalità infantile.». Domani a Roma vi sarà un altro vertice con il comitato di commissione di esperti, alla ricerca di tutte le misure più opportune per fronteggiare questa nuova piaga napoletana. La settimana prossima, a livello interministeriale, saranno discusse e affrontate quelle richieste della Regione e del Comune, che si compendiano in un intervento a largo reggio sul territorio. Adriaco Luise Napoli. La voce della mamma trasmessa con una cuffia al piccolo Stefano Bonardi per risvegliarlo dal coma profondo. E' l'ultimo vano tentativo dei medici: il bimbo è morto ieri pomeriggio