La rivolta dei vecchi contro il bimbo-padrone di Francesco Rosso

La rivolta dei vecchi contro il bimbo-padrone UN DIALOGO FRA LE GENERAZIONI La rivolta dei vecchi contro il bimbo-padrone Hanno fondato un loro club lussuoso, con case-albergo, ambulatori, biblioteche, piscine, palestre, cinema, sale da gioco, un club ultra esclusivo, per anziani, o per vecchi se volete. I soci possono ricevere chi vogliono, amici e amiche, ravvivare tremule fiammelle di passati roghi sentimentali. Possono tenersi, cani, gatti, scimmie, pappagalli, canarini, tartarughe, anche un caimano se lo desiderano Unico veto assoluto: niente bambini. E' una notizia che viene dal Canada. Crudeltà senile? Possibile, ma più che di crudeltà parlerei di rivincita. A guardar bene, questi uomini e donne in età pensionabile, ripresentano il loro diritto ad essere vivi, non da buttare nella pattumiera come stracci inservibili, dalle persone più giovani, i loro figli, che hanno attenzione ed affetto soltanto per i bambini. E' vero che Gesù ha detto: «Lasciate che i pargoli vengano a me», ma non ha detto: «Gettate i vecchi dalla rupe». E siccome i vecchi non sono poi tutti così stolidi, o istupiditi dall'arteriosclerosi, si ribellano, e si uniscono per resistere al sopruso. Volendo, si potrebbero trovare infinite giustificazioni alla loro dichiarata ostilità ai bambini, non proprio perché essi vedano gli antagonisti più fastidiosi nei piccoli ed arroganti fanciullini che sanno già tutto, e che se potessero correrebbero dietro a Marco Pannella per votare nel referendum contro le centrali nucleari, per l'aborto in qualunque periodo di gestazione ed altre cosine del genere. Ciò che li rende furenti è l'atteggiamento delle generazioni che, sia pure di poco, li precedono. Da un po' di tempo, il bambino è diventato il despota delle nostre esistenze. Si fanno indagini per sapere che cosa pensano i bimbi inferiori ai dieci anni di non importa quale problema, ed i piccini, gaglioffi come tanti Charlie Brown. sparano giudizi con una sicumera degna di Einstein. E noi lì, tutti ad annotare, il verbo pronunciato dall'acerba vocina. La pubblicità è tutta per i bambini, dal primo latte ai biscotti con vitamine, ai liofilizzati di carne. Per i vecchi, al massimo, c'è un'immagine ridicola, nonni che rubano il dolcino al nipote. Non è giusto, riconosciamolo, e senza parlare di reflussi senili, guardiamo con un po' più di serenità ai vecchi, non tutti istupiditi dalla smemoratezza. Innanzitutto dovrebbero stare attenti quei signori fra i trenta ed i cinquanta che hanno genitori danarosi dai quali dovrebbero ereditare. Continuate a trascurare gli anziani dedicando tutte le attenzioni ai fanciulli: i nonni si adonteranno e col desiderio di riprendersi il posto in società che gli viene contestato per via dei molti anni, possono fare testamento in favore di società protettrici di animali, o di cottolenghi internazionali. Oppure, spendere miliardi in clubs di lusso per anziani dai quali siano esclusi tassativamente i bambini. I quali, non avranno più il fastidio di baciare con riluttanza i nonni, ma dovranno rinunciare ad un bel po' di soldini di eredità. Ma niente paura per i pargoli italiani, i clubs di lusso esclusivi per vecchi, per ora. sono soltanto una realtà canadese. Da noi prevalgono ancora le inappetibili pensioni sociali: i vecchi, si può continuare a buttarli. * * Il latino deve diventare lingua di tutti, ma particolarmente del popolo. Cacciato dalla scuola media perché lingua troppo elitaria, sfrattato dalla liturgia cattolica sempre per la stessa ragione (è rimasto solo mons. Lefebvre. vescovo ribelle, a difenderlo nelle preghiere) il latino sta per riprendersi una insperata rivincita su coloro che Io hanno considerato lingua morta, più morta del greco, idioma che. sia pure alterato, è tuttora parlato in Grecia e isole viciniori. Che il latino fosse una lingua superflua nei già scarsissimi programmi delle nostre scuole appariva chiaro anche ai più tenaci professori imbevuti di classicismo. Perché perdere tempo e denaro a insegnare a ragazzini svogliati una lingua che richiede applicazione e fatica, quando si era certi in partenza che quel «rosa, rosae» appiccicato con la saliva sarebbe svanito al primo alito di vacanze? Avete mai sentito da un ragazzino delle medie quali nozioni di inglese, o francese, gli sono rimaste al traguardo della licenza? Figurarsi il latino. Che poi. anche se appreso sommariamente, non sarebbe servito a nulla, perché ormai si entra all'università con non importa quale titolo di studio. Prendete ad esempio le università americane; chiedono che si conosca il latino all'iscrizione? Il latino forse no. ma altre discipline sì. tanto che pochi tra gli aspiranti ottengono l'ammissione; i respinti vengono in Italia, dove si accetta tutto. Non spenderei nemmeno una parola per il latino se ciò mi riguardasse, ma bisogna interessarsene perché, a chiedere che esso torni materia obbligatoria nelle scuole sono i genitori degli studenti: ma non come si potrebbe pensare, genitori di classi sociali, diciamo medio alte. no. sono bravi, saldi, seri lavoratori di fabbrica i quali, con un ragionamento ben fondato, dicono: «In questo modo, il latino diventa sì una lingua elitaria, i figli dei ricchi possono studiarselo privatamente, i nostri no. Quindi, sia la scuola pubblica ad insegnare anche ai nostri figli "rosa-rosae"». Lo hanno chiesto esplicitamente molti genitori nei consigli scolastici. Il latinetto come promozione sociale. * * b' uscito da Laterza «L'album degli Anni Trenta»; Alberto Arbasino ha organizzato all'Istituto Italiano di Cultura di New York una «Mostra degli Anni Trenta». Che questo riflusso verso un passato recente debba perseguitarci all'infinito? I ragazzi vanno a riscoprire dai rigattieri inoffensive cravatte a «cordino», strettissime, da annodare sotto colletti bassissimi, e pantaloni a tubo; gli intellettuali rimettono in voga le mode del regime, queste sì pericolose. Possono i salti dei gerarchi pancioni nei cerchi di fuoco o sulle punte delle baionette o il duce a torso nudo che trebbia il gra¬ no esorcizzare col ridicolo un passato non troppo remoto, far dimenticare l'olio di ricino ed i manganelli del decennio precedente? Ed è proprio questo riflusso storico, o revival, a provocare inquietudine. Quell'Italia quasi pacioccona del «consenso» che ci vienepresentata ne ha generati di guai, e non saranno le trouvaillcs nelle botteghe di rigattieri e antiquari a cancellare precisi riferimenti alle recenti stragi nelle banche, sui treni e le scorrerie terroristiche nelle città. Francesco Rosso

Persone citate: Alberto Arbasino, Charlie Brown, Einstein, Gesù, Lefebvre, Marco Pannella

Luoghi citati: Canada, Grecia, Italia, New York