"Per far funzionare l'azienda-Italia bisogna che tutti lavorino di più,,

"Per far funzionare l'azienda-Italia bisogna che tutti lavorino di più,, Polemica intervista con lo studioso d'economia Libero Lenti "Per far funzionare l'azienda-Italia bisogna che tutti lavorino di più,, Secondo l'economista tra le cause della crisi ci sono la politica del sindacato e la debolezza del governo DAL NOSTRO INVIATO MILANO — «Bisogna la varare di più e più intensamente. Se la gente non lavora non ci salviamo. Questa può sembrare una frase banale, ma è la pura verità», dice il professor Libero Lenti. L'analisi dell'economista (alessandrino, 73 anni, capelli e baffi bianchi, appartamento all'ottavo piano all'ombra del grattacielo Pirelli) giunge a risultati opposti di quella ottimistica di Modigliani, e completa quella pessimistica di Sadun. Secondo Lenti l'azienda Italia va male e rischia di finire peggio se in questa crisi di governo ogni parte politica non terrà conto delle condizioni di fatto, nelle quali funziona il sistema economico italiano. In particolare, dice, un'opposizione dura dei comunisti provocherebbe un aumento della conflittualità all'interno delle aziende e conseguentemente, nel Paese, dell'inflazione e della disoccupazione. I motivi che hanno portato l'Italia a questo punto? Tra gli altri di rilievo, per Lenti, la politica del sindacato, la debolezza del governo, la sottomissione de) potere legislativo a quello dei partiti, portatori di istanze particolari Il motivo della crisi. Lenti dice: «Dal '69 in poi, la parte della quota del reddito nazionale al costo dei fattori distribuita al lavoro dipendente e indipendente è andata continuamente aumentando fino a raggiungere il 90 per cento, mentre agli altri fattori di produzione ora va soltanto il restante 10 per cento. Questo fenomeno comporta l'incremento dei consumi a scapito del risparmio e quindi degli investimenti, il cui rallentamento Ita provocato l'aumento della disoccupazione. Per invertire la rotta, occorre aumentare la produzione del reddito nazionale e modificarne la distribuzione». Ridurre gli scioperi. «Bisognerebbe aumentare le ore di lavoro a parità di costo, cioè senza aumentare la paga. Riconosco che è difficile — ammette Lenti —però sarebbe possibile almeno ri. durre gli scioperi, l'assenteismo e in genere tutte quelle conflittualità che portano a farsi che la quantità di lavoro fornita da ciascun dipendente sia inferiore a quella, possibile e necessaria». Aumentato il reddito nazionale in termini reali, gli incrementi di produttività consentirebbero, secondo Lenti, un recupero dei margini di profitto da parte delle imprese da destinare agli investimenti e quindi alla creazione di nuovi posti di lavoro. Caduta del governo. Secondo Lenti, la crisi di governo comporterà comun- que una dilazione del piano Pandolfi. E «se il pei ne uscirà scontento ci sarà una maggiore conflittualità con un peggioramento della situazione delle imprese e quindi del sistema». Per Lenti è già significativo il fatto che le piattaforme sindacali presentate in questi giorni siano nettamente' contrastanti con il discorso moderato che Lama fece lo scorso anno. Il male italiano. Lenti sostiene che il male più grande del nostro sistema economico è la non comprensione della compatibilità della produzione, del risparmio e dei consumi, cioè del rispetto del funzionamento del mercato. «Il sistema economico italiano si è venuto corporativizzando. Ogni gruppo tende a prevalere sugli altri e a non riconoscere le esigenze degli altri. Quando si vuole lavorare di meno e guadagnare di più, non ci si rende conto che così facendo si danneggiano proprio i disoccupati perché si sottraggono risorse che potrebbero essere ■destinate a investimenti e quindi alla creazione di nuovi posti di lavoro». Il potere del sindacato. «La maggiore responsabilità del governo — dice Lenti — è quella di non dare ascolto al Parlamento, rappresentante di tutto il Paese, ma di dare ascolto ai partiti che sono succubi dei sindacati, i quali essendo una forza organizzata riescono a imporre la loro volontà a scapito degli altri gruppi più deboli Per esempio non si capisce per quale motivo i sindacati debbano occuparsi dell'università e della riforma fiscale, materie del Parlamento». Economia sommersa. Li-' bero Lenti, che è uno specialista di statistica, invita a non sopravvalutare il fenomeno dell'economia sommersa. Questo perché il sistema italiano sul calcolo del reddito nazionale lascia margini di errore molto ridotti, forse meno del 2 per cento. Lenti, però, riconosce che la salvezza dell'economia italiana oggi è dovuta alla gente che lavora in modo sotterraneo. Sull'evasione fiscale, Lenti dice che il fenomeno è molto meno vasto di quel che viene fatto credere, anche per ragioni populistiche. Esportazioni e inflazione. Il parere dell'economista è che le vendite italiane all'estero sono destinate a diminuire, perché lo Sme impedirà al nostro Stato di continuare a svalutare la lira, sistema che fino a oggi ha consentito di vendere all'estero i prodotti italiani a prezzi concorrenziali. Lenti è pessimista anche sull'in¬ flazione, proprio per le caratteristiche basilari della nostra economia attuale. Investimenti e Mezzogiorno. Perché in Italia non s'investe? «Semplice — spie. ga Lenti —perché qui gli investimenti non rendono». Anche sulla politica economica nel Sud Lenti è stato durissimo. L'ha definita una lunga serie di grossi errori, il principale dei quali il governo l'ha fatto favorendo investimenti che richiedevano molto capitale e poca manodopera. Rodono Bosio

Persone citate: Lama, Modigliani, Pandolfi, Sadun

Luoghi citati: Italia, Milano