Benelli sfuma i toni da crociata
Benelli sfuma i toni da crociata Nuovo intervento sull'aborto dell'arcivescovo di Firenze Benelli sfuma i toni da crociata Tuttavia ribadisce: "I vescovi hanno il dovere di esortare i cattolici ad adoperarsi perché le leggi siano sempre giuste,, FIRENZE — M cardinale Giovanni Benelli, arcivescovo di Firenze, celebrando ieri in duomo la Messa dell'Epifania, è tornato a ribadire il diritto-dovere dei vescovi di intervenire sul problema dell'aborto. Lo ha fatto in toni più sfumati di quelli usati pochi giorni fa nell 'omelia di Natale, quando aveva parlato apertamente della necessità di abrogare la lègge', ma ha comunque sottolineato che il vescovo non può rinunciare a richiamare i cattolici'ad «adoperarsi positivamente perché le leggi siaL no sempre giuste, cioè conformi al bene oggettivo». Benelli ha ricordato l'adesione alla iniziativa delle Nazioni Unite, che hanno proclamato il '79 «Anno internazionale del fanciullo» e alla «Giornata mondiale dell'infanzia» promossa dalla Pontificia opera della santa infanzia, affermando che tale adesione «ci impone anzitutto, per onestà, l'obbligo di ribadire che il primordiale diritto del fanciullo è quello di.nascere, una volta concepito. Su questo diritto poggiano tutti gli altri diritti, non solo del fanciullo, ma dell'uomo stesso in ogni stadio della sua esistenza». «Nel trattare il grave problema della vita ho cercato e ' cercherò sempre di compiere fino in fondo il mio dovere di pastore: ubbidire a Dio. ricordando la sua verità e i suoi comandamenti, in stretta comunione col vicario di Cristo, con l'episcopato d'Italia e di ogni Paese del mondo». «Questo è e continuerà ad essere il nostro impegno — ha continuato Benelli — riguardoso di ogni opinione, deferente e leale verso le pubbliche istituzioni, che anche a noi appartengono, in quanto cittadini a pieno titolo, ma che vogliamo contribuire a migliorare se e dove necessario nell'interesse di tutta la società, di cui siamo parte con diritti e doveri uguali a quelli di ogni altro membro». «Sarà superfluo ribadire — ha precisato l'arcivescovo di Firenze — che un vescovo rispetta le pubbliche istitutzioni ed educa tutti in questo senso; ma al tempo stesso non può rinunciare a rivendicare il diritto e il grave dovere della Chiesa di svolgere il suo ruolo profetico' nel mondo e. perciò, di for¬ mulare ed esprimere giudizi e valutazioni di ordine morale ogni'qùal volta lo richiedano i diritti di Dio e quelli dell'uomo;, specialmente quando si tratta dell'essere umano più indifeso, qual è il bambino fino dal suo concepimento nel grembo materno: di esortare i cattolici a comportarsi da buoni cittadini, ma ad osservare prima' di tutto i comandamenti di Dio. richiamandoli, con i mezzi suoi propri, all'osservanza di essi, e ad adoperarsi positivamente perché le leggi siano sempre giuste, cioè conformi al bene oggettivo. La Chiesa, che si vuole e si sente serva dell'umanità, deve rendere anzitutto il servizio di confrontare la - storia, il comportamento individuale e sociale degli uomini, con la parola di Dio di cui è depositaria, per vedere se sia essa conforme». Nell'omelia natalizia Benelli era stato assai più esplicito. Aveva infatti proposto «un'azione su due plani, da svòlgersi simultaneamente: l'eliminazione dell'attuale legge, e la soluzione positiva dei problemi ai quali questa legge pretenderebbe di dare una risposta, ma che non dà». Ed aveva aggiunto: «Deve farsi più risoluta la nostra decisione dì esigere con tutti i mezzi messi dalia Costituzione a disposizione' dei cittadini, che la norma sia tolta dalla nostra legislazione. Questa legge è un bubbone infetto. Deve essere sradicato dal nostro ordinamento giuridico e dal corpo sociale». Nel suo intervento di ieri Benelli ha in particolare posto l'accento sull'aspetto morale delle questioni relative all'aborto. E' un passo indietro rispetto alle posizioni assunte la notte di Natale oppure si tratta semplicemente di un atteggiamento più diplomatico dopo le aspre critiche suscitate dalla precedente omelia? In seguito ad essa l'arcivescovo di Firense è stato anche denunciato dal presidente del tribunale di Camerino, Giovanni Sabalìch. Questi ha rilasciato ieri una dichiarazione per rispondere al vicepresidente dei deputati di Democrazia Nazionale, Cerquetti, che lo ha accusato di essere stato fascista militante durante il ventennio. «K logico che, essendo stato in quel periodo universitario — ha detto — fui iscritto al Guf, ma è anche vero che Ruggero Zangrandi nel suo libro "Lungo viaggio attraverso il fascismo", edito da Feltrinelli, a pag. 38 nella "lunga nota" mi cita come unico universitario marchigiano "potenziale antifascista" uno fra i pochi in quell'epoca, nel 1936, insieme ai vari Ingrao e Melloni».
Persone citate: Benelli, Cerquetti, Feltrinelli, Giovanni Benelli, Giovanni Sabalìch, Ingrao, Melloni, Ruggero Zangrandi
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