Bellone sta rilanciando la spada di Giorgio Barberis

Bellone sta rilanciando la spada Dopo anni di crisi stanno arrivando i primi confortanti risultati Bellone sta rilanciando la spada DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE VERCELLI —Stefano Bellone rivince il trofeo Carroccio, la squadra azzurra di spada esce battuta ma non .strapazzata» dal trofeo Bertinotti, dove la fortissima Unione Sovietica l'ha sconfitta di misura (9-7), mentre Francia e Ungheria l'hanno superata soltanto per stoccate essendo finiti in parità i relativi confronti. E'un dato almeno confortante dopo anni bui per la spada italiana, in crisi di rinnovamento dall'inizio degli Anni 70: i giovani stanno maturando, Falcone e Parlotti — gli ultimi arrivati in nazionale — per ora si disimpegnano con promettente disinvoltura ed i recuperi di John Pezza (lo scorso anno fermo perché operato dì menisco), nonché di Bertinotti e Mochì (che sono disposti ad accantonare nuovamente I libri in prospettiva olimpica) sembrano offrire ulteriori positive prospettive. Stefano Bellone, ventiquattrenne milanese, che da sette anni fa parte della squadra azzurra, potrà forse attribuirsi allora I meriti che nel fioretto vanno indubbiamente a Fabio Dal Zotto: è lui. infatti, la carta vìncente della spada azzurra, come ha confermato sabato e do¬ menica a Legnano nella seconda edizione del Trofeo Carroccio. Tre anni fa, alla viglia dell'Olimpiade, Bellone era stato protagonista di un grave incidente stradale, che gli aveva precluso il viaggio a Montreal. «Non so se questo abbia contribuito alla mia maturazione — conlessa ora —: Però è certo che tre mesi dopo tornavo in pedana con una grande voglia». Ha atteso ancora una stagione, però, prima di incominciare a raccogliere qualcosa: a gennaio dello scorso anno è venuto il suo primo grosso successo internazionale, nel Trofeo Carroccio, preludio di una stagione al vertice che alla fine lo avrebbe visto quarto in Coppa del mondo. «Più che tutto — racconta — mi sembra di essere maturato dal punto di vista tecnico, capitalizzando maggiormente quello che era l'allenamento, provando in sala quelle azioni che utilizzate in gara si mostrano più efficaci, permettendomi di vincere certi assalti senza neppure dovermi troppo impegnare». Fisico asciutto. Bellone — come spiega il maestro Lodetti — fra forse soprattutto imparato a superare certe ansie che lo attanagliavano al momento importante, dosando maggiormente le energie. «E* un ragazzo che anche in allenamento — dice Lodetti — va trattato in un certo modo: non ha bisogno di lavorare molto, basta tenerlo in condizione tanto più che è uno dei pochissimi spadisti al mondo ancora dotati di fantasia». Bellone dunque come indiscusso numero uno. Ed alle sue spalle buone promesse. Stefano è fiducioso per il futuro, cita i risultati dello scorso anno, nelle prove a squadre, ricordando come proprio dagli esordienti in azzurro siano venuti i più confortanti progressi, quindi aggiunge l'importanza dei recuperi di alcuni tiratori come John Pezza o Bertinotti, fermi lo scorso anno per Infortunio o per studio. Poi mette il dito sulla piaga: la mancanza, cioè, di una classe magistrale in grado di garantire sempre nuovi rincalzi. «Un problema — spiega — di non facile soluzione, tanto più che la spada ha sempre avuto il suo sviluppo nel triangolo Milano - Vercelli - Torino. Adesso che anche altrove nascono giovani promettenti occorrerebbe cho potessero essere seguiti a dovere». Questo invece è ben raro: spesso alla spada viene indirizzato il giovane che già ha mostrato mediocri qualità nel fioretto, né d'altronde sembrano esserci in giro — salvo poche eccezioni — maestri in grado di insegnare quest'arma. «Forse si potrebbe cercare di convincere ex-campioni a dare lezione —ipotizza Bellone —. Magari non sarebbero eccezionali come tecnica, però garantirebbero un'esperienza diretta utilissima: spesso infatti, con l'applicazione, il singolo può benissimo far tesoro di un buon consiglio». «Per mio conto — interviene Lodetti, maestro federale della spada — si potrebbe creare innanzitutto una scuola per maestri: ci sono vecchie glorie dell'insegnamento della spada che non sono più in grado di passare ore e ore in sala con i giovani e che però potrebbero tramandare le loro cognizioni ed esperienze ai maestri più giovani». Insomma anche se c'è fiducia sul rilancio della spada («Il fondo lo abbiamo toccato nel '72, a Monaco» dice Lodetti) nessuno si nasconde che la strada è ancora lunga. Giorgio Barberis

Luoghi citati: Francia, Legnano, Milano, Monaco, Montreal, Torino, Ungheria, Unione Sovietica