"Sì, Watson ha sbagliato ma non devono punirlo" di Cristiano Chiavegato

"Sì, Watson ha sbagliato ma non devono punirlo" Scheckter in difesa del pilota della Me Laren "Sì, Watson ha sbagliato ma non devono punirlo" "Non dobbiamo essere giudicati da gente che non ha mai corso in F. 1„ - In forse il G. P. del Brasile per uno sciopero DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAN PAOLO — La città più industrializzata del Sud America, una Milano moltiplicata per tre, ingolfata da un infernale traffico automobilistico, si prepara por ospitare il G. P. del Brasile, in programma domenica sulla pista di .nterlagos. I meccanici sono già al lavoro da qualche giorno per la messa a punto delle vetture, I piloti stanno arrivando alla spicciolata e saranno tutti presenti domani per il primo turno di prove libere. Annullato per difficoltà organizzative il torneo di tennis degli assi del volante che avrebbe dovuto svolgersi a Guaruja, la Saint Tropez brasiliana, i piloti trascorrono le ultime ore di relax giocando sui campi dell'Hilton; Patrese, Scheckter, Ragazzoni, Laffite danno spettacolo con la racchetta. Il francese, vincitore del G. P. d'Argentina, si dimostra il più bravo anche in questa occasione. Si continua intanto a parlare dell'incidente di Buenos Aires. Domani, con un giorno di ritardo sul previsto, si riunirà la speciale Commissione che dovrà giudicare l'accaduto, prendere eventuali provvedimenti e stabilire le modalità di partenza per domenica. Di questa Commissione faranno parte il presidente dell'Automobile Club brasiliano, Charles Nacacche, Jean Balestre, presidente della Commissione sportiva internazionale, Mario Andrew, quale rappresentante dei piloti e un membro della Foca, l'Associazione dei costruttori, che sarà, con tutta probabilità Bernie Ecclestone. Saranno esaminati i documenti (fotografie e film, più le testimonianze dei commissari di percorso), portati dagli organizzatori argentini e sarà probabilmente sentito anche John Watson, ritenuto dalla maggioranza responsabile della prima, pericolosa carambola di stagione. L'irlandese ieri si è incontrato a colazione con Scheckter. Il sudafricano ha detto di aver avuto un franco colloquio con il collega: «Gli ho spiegato — fia affermato Jody — che l'errore è stato suo. Ha impostato una traiettoria sbagliata per superarmi. Lo scorso anno in Svezia fui io a compiere una manovra quasi identica con lui e poi mi scusai. Non sono dell'opinione che Watson debba essere penalizzato. E non mi sembra comunque giusto che noi piloti dobbiamo essere giudicati da gente che non ha mai corso in F. 1 ». Un 'affermazione, questa, che ci sembra piuttosto semplicistica. Se soltanto i piloti possono giudicare se stessi, non si arriverà mai ad ottenere un comportamento più responsabile in pista soprattutto alla partenza. Vedremo, comunque, domani quali decisioni saranno prese. Su questi problemi si è pronunciato anche Niki Lauda, innocentista sul «caso Watson».- «Ci sono piloti — dice l'austriaco — che hanno avuto die¬ ci-undici incidenti in una stagione. L'anno scorso prendemmo noi stessi un provvedimento nei confronti di Patrese dopo averlo ripetutamente ammonito. Watson è sempre stato fra i più corretti, è al primo caso grave della sua carriera e, soprattutto, non è ancora dimostrato che la responsabilità sia tutta sua. Negli anni passati un pilota della Wolf (n.d.r.: il riferimento a Scheckter è evidente) ne ha combinate di tutti i colori e nessuno gii ha detto niente. Non vedo perché si dovrebbe cominciare a dare l'esempio con il povero John». SuHa partenza, Niki sostiene che può essere una buona idea quella di aumentare la distanza fra le macchine, anche se non sarà questa la soluzione determinante per tutta la stagione e per tutti i tipi di pista. Per Lauda dovranno essere i piloti con il loro comportamento a risolvere il problema. Per il momento, intanto, ci sono da registrare notevoli difficoltà per l'allestimento del Gran Premio da parte degli organizzatori brasiliani. Tutto il personale di servizio del circuito, circa 400 persone, dai cassieri agli uomini del pronto soccorso ha minacciato di non presentarsi al lavoro il giorno della gara se non saranno aumentati i compensi. L'Automobile Club sostiene invece che il problema non esiste perché il personale dovrà lavorare per il prestigio che la corsa darà al Paese. In ogni caso sono previsti servizi di sicurezza eccezionali: il circuito è sotto controllo della polizia che ha ispezionato attentamente ogni anfratto e circa tremila militi si occuperanno dell'ordine pubblico per prevenire invasioni della pista e ogni altra manifestazione ritenuta pericolosa, Con tutta probabilità il giovane pilota italiano Elio De Angelis non potrà gareggiare. Come si ricorderà il ventenne romano (brillante settimo a Buenos Aires) era stato chiamato a sostituire l'americano Danny Ongais, infortunato, alla guida della Shadow. Ora Ongais ha inviato un telegramma per far sapere che è guarito e sarà presente ad Interlagos. «Non so ancora nulla di tutto questo —ha detto Elio — ma se arriverà Ongais dovrò fargli posto in quanto il contratto parla chiaro, lo farò dieci corse e questa non era prevista». Alla Shadow, però, tutti sono entusiasti di De Angelis e si stanno facendo forti pressioni perché possa correre al posto di Ongais il quale generalmente si presenta all'ultimo minuto e ha difficoltà a qualificarsi. Buone novità per Nelson Piquet e Scheckter. Il brasiliano toglierà il gambalino di gesso al piede infortunato a Buenos Aires oggi e pare che tutto sia a posto per poter gareggiare insieme a Lauda con la Brabham BT 48. Per quanto riguarda il sudafricano, il polso provoca ancora un leggero dolore, ma Jody ha assicurato che in gara non sentirà nulla. Cristiano Chiavegato

Luoghi citati: Argentina, Brasile, Buenos Aires, Interlagos, Milano, Sud America, Svezia