Altre strade per Virdis di Ferruccio Cavallero

Altre strade per Virdis Altre strade per Virdis Trapattoni non rinuncia a tentare il recupero dell'attaccante Uno scambio di posizione con Bettega - I problemi psicologici ' TORINO — All'andata fu un'autentica scorpacciata. La Juventus rifilò sei gol al Verona. Al punteggio tennistico diede un contributo Virdis realizzando due reti. Fu per il sardo un pomeriggio sereno. Adesso I momenti felici sono lontani da Pietro Paolo. Contro la Lazio Virdis non è praticamente esistito.. Difficoltà di manovra, palloni persi e passaggi sbagliati, inesistente t>eso offensivo gli hanno attirato sulle spalle un'infinità di critiche,, fischi e disapprovazione del pubblico. Nello spogliatoio il ragazzo ha chiesto ai giornalisti d'essere ignorato. Meglio il silenzio che le parole. Bettega ha detto che il compagno non «aiutato» dalla folla del Comunale paradossalmente si troverebbe sempre meglio in trasferta. Ora Trapattoni tenta una volta per tutte di risolvere l'intricato problema che finisce per condizionare il collettivo. «E' impensabile —dice il tecnico — che quella offerta, con la Lazio sia l'immagine del ve-', ro Virdis. Mi rifiuto di credere che sia così». Troppo «leggero» e statico è apparso l'attaccante in tutte le occasioni che ha avuto a disposizione. Patisce le aree affollate, la posizione centrale. Il suo è un problema tattico e psicologico. «E' una questione di schema e d'intesa — interviene l'allenatore — ma le difficoltà non sono soltanto di carattere tecnico. Pietro ha il terrore di non riuscire a dimostrare quanto vale. Se la gente lo fischia scompare. Deve ritrovare sicurezza e gioco. I gol poi verranno di conseguenza». Virdis aveva iniziato bene la stagione in Coppa Italia, poi non è riuscito a conservare un certo qual rendimento. Molle sulle gambe, con le spalle troppo spesso rivolte alla porta, la voglia di liberarsi in fretta del pallone quasi fosse un oggetto proibito, il non riuscire a seguire un'azione, a trovarsi in una situazione di pericolo per gli avver-i sari: queste sono le pecche evi¬ denti e principali del bianconero) ■ Trapattoni fa lo psicologo e studia una via d'uscita, «il giocatore a questo punto deve essere prima di tutto deresponsabilizzato. E' troppo scosso. Deve andare in campo tranquillo. Nessuno gli spara addosso se non riesce a segnare. Quindi nessun assillo, ma fiducia». Poi l'allenatore proverà a toglierlo dalla zona «calda» dell'area. «Farò in modo che possa svariare sulla sinistra, che possa eludere una marcatura assillante. Certo ci può essere una leggera modifica, ma nop aspettatevi un radicale cambiamento di ruolo che per le caratteristiche del ragazzo non è pensabile, soprattutto dal giorno alla notte. Nessuno comunque lo costringe a stare al centro. Spesso Virdis è riuscito a fare un lavoro di \movimento, scambiandosi con Bettega. Più volte lo abbiamo visto ■all'opera sulle fasce, più largo., ÌCerto non se ne può stare a vita all'ala. La Juventus ha precisi schemi di manovra, degli inserimenti collaudati. Cosi finiremo per trovare là davanti un dannoso intasamento. Né si può pensare ad una posizione più arretrata con Bettega unica punta abbando-' nata». I tifosi sognano un Virdis in «versione Cagliari» che sappia trovare spazi e conclusioni, vivacità nell'azione e non cronici ritardi. Può darsi che all'attaccante venga data la maglia numero undici, «ma questi — precisa Trapattoni — sono dettagli che hanno poca importanza». Possono comunque a nostro avviso fornire un piccolo vantaggio psicologico. Chi sta al fianco di Virdis preferisce aspettare. Bettega che dovrà manovrare più al centro, che è sempre alla ricerca d'un sospirato gol dice: «Stiamo a vedere e poi valuteremo. Se l'innovazione porterà benefici a lui e alla squadra ben venga». Di poche parole anche Causio: «Sono problemi — sostiene Franco — di Trapattoni e di Virdis. Mi riguardano fino ad un certo punto. Spetta al tecnico decidere e risolvere, lo continuerò a fare il mio solito gioco. Abbiamo provato co-' munque tante soluzioni, perché non questa?». ■ Ferruccio Cavallero

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