L'insistente ombra dell'Urss nell'idillio tra Carter e Teng

L'insistente ombra dell'Urss nell'idillio tra Carter e Teng Oggi la firma dell'accordo-ombrello tra i due Paesi L'insistente ombra dell'Urss nell'idillio tra Carter e Teng DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE WASHINGTON — Carter e Teng Hsiao-ping firmeranno oggi alla Casa Bianca, nel loro quarto incontro in tre giorni, un «accordo ombrello» economico, tecnico, scientifico e culturale. Più tardi, invece di un comunicato ufficiale, rilasceranno alla stampa una dichiarazione scritta sui principali problemi internazionali discussi. I portavoce hanno riferito che il presidente americano ha già accolto un invito a recarsi in Cina entro la fine dell'anno, e ha invitato a sua volta il presidente cinese Hua Kuo-feng a Washington l'anno prossimo. Dopo un trentennio di osti lità e spesso di guerra, come in Corea, il Paese più potente e quello più popoloso del mon do hanno cosi suggellato la riapertura delle relazioni diplomatiche e l'inizio di una stretta anche se difficile col laboraziohe. Non v'è dubbio che la storica vìsita di Teng Hsiao-ping negli Stati Uniti ha segnato per l'equilibrio internazionale una svolta ancora più importante di quella analoga del leader sovietico Kruscev vent'anni fa. «Ritornerò a casa — ha detto ieri il vice premier cinese — con buoni risultati». I colloqui tra Teng Hsiaoping e Carter sono sembrati finora più fruttuosi per quanto riguarda i rapporti bilaterali tra Washington e Pechino che per quanto riguarda le cosiddette aree calde del mondo, dall'Iran alla Cambogia, e soprattutto l'Urss. Ma ciò è derivato, oltre che dai contrasti d'interesse, anche da una controversa iniziativa del vice premier cinese che., come anticipato in una intervista al settimanale Time, ha proposto in pratica un'alleanza a quattro, Usa-Cina-Giap-' pone e Nato, contro i sovietici. Nell'intervista, Teng Hsiaoping aveva definito l'Urss «guerrafondaia», tesa «al controllo del mondo intero» e ha auspicato l'unione della Cina all'Occidente come «unico mezzo per fermarla». Parlando alla Casa Bianca, il vice premier ha aggiunto: «Le forze della guerra crescono irresistibilmente, i nostri due Paesi hanno il dovere di agire insieme». Carter non s'è mostrato insensibile ad alcune delle istanze di Teng, ma ha voluto distinguere la sua posizione sull'Urss: egli cerca una distensione parallela con Mosca e Pechino, una sorta di equidistanza, e un nuovo equilibrio tripolare. A indicare che il dialogo è solo agli inizi, il segretario di Stato americano, Vance, ha, dichiarato, al termine di uno dei suoi incontri con il vice premier cinese: «Stiamo ancora provando l'acqua, non ci siamo tuffati». Ma la sensazione che maturino decisioni importanti è assai diffusa. Lo spettacolare successo pubblicitario della visita ne è una prova. Al momento stesso del suo arrivo a Washington Teng Hsiao-ping è diventato una «stella»: neppure per Kruscev nel 1959, e tanto meno per Breznev sei anni fa, l'America si era cosi entusia- Numerose dimostrazioni violente dell'estrema destra e dell'estrema sinistra americane e un incidente senza precedenti nel giardino della Casa Bianca hanno contrassegnato la visita di Teng Hsiaoping. Lunedi mattina, alla cerimonia inaugurale, due giovani maoisti, nascosti nella tribuna stampa, hanno interrotto con urla e insulti il discorso di benvenuto del presidente Carter, accusando di tradimento il vice premier cinese e agitando il libretto rosso di Mao. La sera, per il banchetto ufficiale, circa cinquecento loro compagni hanno attaccato la polizia con pietre, chiodi, bottiglie e una bomba molotov: quarantacinque di loro sono stati arrestati, sedici sono rimasti feriti insieme con tre agenti. Per tutta la giornata, alcune migliaia di cinesi di Formosa e i loro sostenitori hanno tenuto comizi e sono sfilati in corteo per la capita-' le. Scontri sporadici sono avvenuti anche ieri, mentre in parecchie metropoli le «chinatown» si sono spaccate in Ennio Carette (Continua a pagina 2 in nona colonna)