Spagnuolo è espulso dalla magistratura aveva bloccato l'estradizione di Sindona di Guido Guidi

Spagnuolo è espulso dalla magistratura aveva bloccato l'estradizione di Sindona li provvedimento deciso a maggioranza dalla sezione disciplinare Spagnuolo è espulso dalla magistratura aveva bloccato l'estradizione di Sindona Una simile sanzione non era mai stata presa nei confronti di un alto magistrato - Sarebbe potuto diventare Procuratore Generale della Cassazione, ossia "primo accusatore,, d'Italia - In corso un procedimento penale a Firenze per aver aiutato l'ex boss mafioso Frank Coppola - Cinquantanni di carriera fra Milano, Genova e Roma ROMA — Carmelo Spagnuolo è stato espulso dalla magistratura per avere tentato di aiutare il banchiere Michele Sindona ad evitare la estradizione dagli Stati Uniti: si è conclusa nel modo più clamoroso e più negativo la carriera, sempre brillantissima sino a cinque anni or sono, di uno dei giudici italiani più noti, più abili, più importanti, più potenti, ma anche più «chiacchierati». La sezione disciplinare del Consiglio Superiore non ha trovato alcuna difficoltà nel decidere che non è più degno di appartenere all'ordine giudiziario: non è stato mai preso un provvedimento cosi severo nei confronti di un Presidente di Cassazione. «Speriamo anche — si diceva ieri sera a Palazzo dei Marescialli — che sia l'unico: comunque, era inevitabile». A maggio, Carmelo Spagnuolo compie settant'anni e se non fosse incappato in una, serie di vicende che lo hanno portato alla espulsione e a un procedimento penale in corso a Firenze per avere aiutato l'ex boss mafioso Frank Cop¬ pola sarebbe stato nominato, con assoluta certezza, Procuratore Generale della Cassazione ovvero il «numero uno» degli accusatori in Italia. Contro la decisione del Consiglio Superiore che è immediatamente esecutiva, l'ex presidente può ricorrere, e sicuramente ricorrerà, alle Sezioni Unite Penali e Civili della Corte Suprema, ma con scarse probabilità: Spagnuolo ieri è uscito dal Palazzo dei Marescialli dove si è difeso sostenendo di essere innocente, stanco, avvilito, amareggiato e distrutto. Da due anni era sospeso dal grado e dallo stipendio: è vissuto sempre in casa, isolato da amici e colleghi. Carmelo Spagnuolo è un siciliano di Sommatino (provincia di Caltanissetta) ma ha vissuto quasi tutta la sua vita fra Milano, Genova e Roma: a Milano fu Procuratore della Repubblica dove si trovò al centro di grandi polemiche per avere «tagliato» il film di Luchino Visconti «Rocco e i suoi fratelli» ; a Genova diresse la Procura Generale della Corte d'Appello e venne accu¬ sato di possedere (in verità, il proprietario era suo suocero) un panfilo che batteva «ban¬ diera ombra»; a Roma fu Procuratore Generale e avocò' clamorosamente indagini su casi importanti come quello delle intercettazioni telefoniche, quello delle spese alla Rai-tv, quello delle bobine con le intercettazioni telefoniche dei mafiosi siciliani. Potente, si parlò di lui come del probabile capo della polizia ed improvvisamente sembrò scivolare su una «buccia di banana»: nel 1974, rilasciò a Massimo Caprara una intervista pubblicata su «II Mondo» nella quale, tra gli altri, accusò l'allora capo della polizia, Angelo Vicari. Gli fu fatale, però, la rivelazione di un certo Salvatore Ferrara che era o si spacciava per confidente del vice questore Angelo Mangano il quale disse che Spagnuolo aveva cercato di aiutare Frank Coppola. Il Consiglio Superiore lo punì in modo indiretto perché gli revocò l'incarico di Procuratore Generale della Corte d'Appello e lo trasferì alla Presidenza di una sezione civile della Cassazione. Due anni dopo, scoppiò un altro scandalo: si accertò che Car- melo Spagnuolo aveva fatto parte di un giuri organizzato dalla massoneria per scagionare Michele Sindona e — peggio ancora — che, magistrato al vertice dell'Ordine giudiziario, aveva rilasciato al console degli Stati Uniti a Roma una «dichiarazione giurata» per sostenere che: le accuse mosse dal magistrato milanese al banchiere siciliano erano senza fondamento ed erano determinate da motivazioni politiche. Inoltre in queH'«affidavit», Carmelo Spagnuolo invitò la magistratura statunitense a respinge re la richiesta di estradizione perché costringere Sindona a tornare in Italia avrebbe significato esporlo a pericoli gravissimi per la sua vita. Gennaio 1977: il ministro della Giustizia, sen. Bonifacio, intervenne, severissimo, dopo queste rivelazioni e propose al Consiglio Superiore di sottoporre Spagnuolo a procedimento disciplinare sospendendolo contemporaneamente dal grado e dallo stipendio. Era la fine ingloriosa di una carriera brillante: ieri sera, i 15 giudici della sezione disciplinare del Consiglio Su-' periore presieduta dal vice presidente Bachelet non hanno avuto un attimo di esitazione ad accogliere le richieste dell'avvocato generale Folino ed a radiare il Presidente di Cassazione. Carmelo Spagnuolo ha rinunciato all'assistenza di un difensore: aveva inviato al Consiglio una lunga memoria scritta e ieri si è presentato a Palazzo dei Marescialli sol-, tanto per confermare che non aveva nulla da rimproverarsi e che non aveva offeso il prestigio dell'ordine giudiziario. Poi. è tornato a chiudersi in. !casa dove l'ha raggiunto per telefono la notizia che era stato espulso dopo quasi mezzo secolo di attività. Guido Guidi larmelo Spagnuolo