Ricordando Angelita, la bimba dello sbarco d'Anzio

Ricordando Angelita, la bimba dello sbarco d'Anzio Domani un ex caporale inglese, Christopher Hayes, inaugurerà il monumento dedicato alla piccola sconosciuta Ricordando Angelita, la bimba dello sbarco d'Anzio Fu trovata sulla spiaggia all'alba del 22 gennaio '44; rimase qualche giorno con i fucilieri scozzesi, di cui divenne • la mascotte, poi fu uccisa da una granata tedesca -1 giudizi su un'operazione militare che si trasformò in una trappola ANZIO — Il monumento, in bronzo, sorge quasi al centro di Anzio, sulla riviera di ponente, e verrà inaugurato lunedì 22 gennaio: quando l'ex caporale Christopher Hayes, oggi quasi sessantenne, farà cadere dal monumento il drappo bianco che lo ricopre apparirà la figura dolente di una bimba fra i cinque e i sette anni, il braccio destro alzato a tergere le lacrime, la testa circondata da un volo di gabbiani. Trentacinque anni fa questa bimba — destinata a rimanere sconosciuta ma ad ispirare tre romanzi, una canzone di successo e un film — fu raccolta dai soldati del 1" reggimento «Reali fucilieri scozzesi» che, all'alba del 22 gennaio 1944, erano sbarcati ad Anzio: con loro rimase pochissimi giorni, poi fu uccisa da una granata tedesca. «La trovai io — racconta Hayes, un ex operaio fonditore del Mìddlesex che oggi risiede a Perth, in Australia — Era sulla spiaggia del Lido di Lavinio che, sulle nostre carte, veniva indicata come "Peter beach". Piangeva: forse si era smarrita, forse aveva perduto i genitori nei bombardamenti di quelle ore-. I soldati inglesi la presero con loro, sicuri di poterla restituire alla famiglia entro qualche giorno. «Diventò un po' la nostra mascotte — dice 'Hayes —. La fotografammo e la chiamammo "Angelita" perché sul suo grembiulino sdruscito avevamo visto, ricamato col filo rosso, il nome di Angelina Rossi. Le facemmo una bambola usando il telo mimetico degli elmetti; con due bottoni imitammo gli occhi. Era felice: una breve felicità la sua, e la nostra-. Durò esattamente nove giorni. La sera del 31 gennaio la compagnia di Hayes era sistemata ai margini di un boschetto di località Carroceto, dove adesso c'è la stazione ferroviaria di Aprilia. «I tedeschi — è ancora l'ex caporale che paria — cominciarono a bombardare con l'artiglieria e noi ricevemmo l'ordine di muovere avanti. Il mio co¬ mandante, capitano Petegrew, mi disse di affidare "Angelita" a un'ambulanza americana che stava passando in quel momento. Obbedii e consegnai la bimba ad una infermiera di Boston. "Ciao, Angelita — le dissi — ci vedremo presto". Mi sorrìdeva contenta; le diedi ancora un bacio e me ne andai. Stavo ancora at traversando la strada quando udii il sibilo di un colpo in arrivo e una granata da SS centrò l'cmbulanza. Corsi là, "Angelita" era morta assieme agli altri, tre soldati inglesi e tre crocerossine. L'inaugurazione del monumento ad «Angelita» — presenti gli ambasciatori a Roma di Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania e Australia e decine di ex combattenti inglesi, americani, tedeschi — coincide col trentacinquesimo anniversario dello sbarco alleato di Anzio, una delle più importanti — ma anche più discusse — operazioni della campagna d'Italia L'operazione, che aveva preso il nome di «Single» (ghiaia), era stata affidata al generale americano Lucas. Prevedeva lo sbarco di 50.000 uomini a Nettuno-Anzio, la rapida conquista dei colli Albani e quindi la marcia vittoriosa verso Roma. La sorpresa, in effetti, fu completa. Kesselring non si attendeva uno sbarco così prudente, a pochi chilometri dal fronte di Cassino: se lo aspettava invece fra Genova e Livorno e per questo motivo tratteneva al nord la metà delle sue forze. L'operazione cominciò con la conquista del porto di Nettuno, intatto, Churchill, entusiasta, telegrafò a Stalin: «Spero di mandarvi buone notizie fra non 7/io/io».Purtroppo. le notizie furono pessime. Lucas non seppe approfittare della situazione favorevole e perse tempo a rafforzare la testa di ponte: come dirà più tardi aveva imparato alla scuola di guerra che, dopo uno sbarco, occorre attendersi «un inevitabile contrattacco- e lui si era comportato come dicevano i manuali. Venne la controffensiva tedesca, che durò dal 29 gennaio al 2 febbraio e Kesselring, senza togliere un solo uomo dal fronte di Cassino, riuscì a isolare la sacca di Anzio, immobilizzare cioè in un arco di una ventina di chilometri 70.000 uomini e 18.000 automezzi che non ebbero quindi nessuna possibilità di ricongiungersi col fronte di Cassino. Per Lucas fu la fine della carriera. Il generale Patton, che andò a fargli visita in quei giorni, lo consigliò brutalmente a farsi ammazzare dai tedeschi: «La Corte marziale non giudica i morti-. Lucas venne esonerato dall'incarico e non subì processo. Ma i suoi uomini rimasero dentro a quella grande trappola fino a maggio avanzato quando la «linea Gustav» fu mandata in pezzi fra il Sangro e il Garigliano e Roma, il 5 giugno, venne occupata dai reparti della VI Armata americana che arrivavano dalle insanguinate spiagge di Anzio. Giuseppe May ri a Lo sbarco degli alleali, sul litorale fra Anzio e Nettuno