Morti e nascite alla pari

Morti e nascite alla pari Nel 1978, per la prima volta nella nostra città Morti e nascite alla pari In cinque mesi su 12 i deceduti hanno addirittura superato i nati - Continua l'emigrazione e Torino, toccato nel '74 il culmine demografico, ha perso 40 mila abitanti Torino diventa più piccola. Nel '78 ha perso altri 9 mila abitanti, com'era avvenuto nei tre anni precedenti. Sono diminuiti anche i matrimoni e le nascite; il saldo migratorio (differenza fra partenze e arrivi) s'è chiuso ancora una volta con segno negativo. E' dal 74 che la città ha smesso di crescere. Dopo aver toccato la punta record di un milione 282.846 (31 dicembre di quell'anno), gli abitanti sono scesl a un milione 172.963 (31 dicembre '78), quanti erano dieci anni fa. Un calo di quasi 40 mila unita, che ha scatenato commenti e supposizioni. Il fenomeno è complesso, l'Interpretazione difficile. L'espansione demografica, cominciata con lo sviluppo industriale (fino a 55-60 mila arrivi in media all'anno, numerosi soprattutto dal Sud) è continuata anche con l'arrivo della crisi economica, il calo di popolazione, coinciso con i giorni più difficili per il mondo del lavoro, non s'è fermato neppure davanti a un accenno di ripresa, che 11 '78, nonostante mille difficolta, ha lasciato intravedere. Può darsi che la gente fugga delusa dalla grande citta, che abbia rivisto e ridimensionato 1 miti e i valori ai quali ha sacrificato antiche abitudini, allontanandosi dal paese d'origine. Ma è anche possibile che Torino si sia avviata da sola, naturalmente, verso dimensioni meno alienanti. E' vero che molte famiglie partono per tornare là da dove sono venute (il 30-35 per cento al Sud), ma è anche vero che aumenta la popolazione di Monca lieri, di San Mauro, di Gassino, di Chieri e di altri centri della cintura. Per alcuni, quindi, un rifiuto totale della città; per altri, un allontanamento minimo alla ricerca di un ambiente più vivibile. La gente fugge dal traffico, dalla confusione, dallo smog, dal caro-affitti; cerca soluzioni diverse ai problemi del vivere quotidiano. Molti lavoratori scelgo- no di proposito il ruolo di pendolari pur di poter trascorrere il tempo libero in un ambiente meno oppressivo di quello che può essere la città con il suo caos. L'analisi può andare lontano, come ha dimostrato anche una recente inchiesta sulla città, sul suo bagaglio d'umanità e di storia, sulle sue ambizioni, sul suo futuro. Restiamo alle cifre e alle considerazioni spicciole, scoprendo cosa cambia nelle abitudini, nel costume, nella mentalità. Diminuiscono i matrimoni, per esempio, e sale l'età media di coloro che si sposano. Un -si. più responsabile? Nella maggioranza dei casi si pronuncia ancora in chiesa (80-85 per cento), ma s'allarga di anno In anno il numero del matrimoni civili, cosi come crescono le unioni senza legami ufficiali. La coppia vive more uxorio per il tempo che questo rapporto dura senza attriti. Può essere un segno dei tempi, l'arrivo di una morale nuova, ma anche una scelta che affonda le radici in altri problemi. Quelli economici, per esempio. Il matrimonio costa; costa sposarsi e vivere insieme. L'antico contratto regge, spesso, solo se diventa una società di mutuo soccorso: si sta in due per aiutarsi a vicenda. Le scelte economiche, Insieme con una procreazione in generale più responsabile, condizionano anche le dimensioni future d'una famiglia. Non si mettono al mondo figli senza poter garantire loro 1 conforti che le generazioni passate non conosce¬ vcvnmisplcet vano, ma che hanno costruito con il proprio impegno, con il lavoro, l'abnegazione, con le rinunce. Si sente dire: « Voglio dare a mio figlio ciò che non ho avuto io». Non lussi, non l'impossibile: semplicemente le condizioni' perché non debba patire oltre il lecito il contatto e 11 confronto con i problemi della vita (che esistono ed esisteranno per tutti). Fra il '60 e il '75 nascevano in media a Torino 16-17 mila bambini all'anno (18.169 nel '64, anno rècord). Dal '75 (15.022) s'è registrato via via un calo fino agli 11.778 dell'anno scorso. Questa diminuzione ha portato a registrare in alcuni mesi del '78 (e per la prima volta nel secondo dopoguerra) un'eccedenza del morti sul nati. Cosi in febbraio (925 morti e 856 nati), in marzo (1209 e 1039), in aprile (875 e 857), in ottobre (1242 e 917), in novembre (1014 e 963). Può darsi — come informa l'Ufficio statistica del Comune — che vi siano stati dei ritardi nelle denunce e che quindi le cifre vadano spesso ridimensionate; resta il fatto che in precedenza non era mai accaduto un fenomeno simile e che nel '78 11 numero dei morti (11.005) è assai vicino al totale dei nati (il che non ha precedenti dal '50 a oggi). Infine, il fenomeno migrato rio. Torino non ha perduto del tutto il suo potere di richiamo. Anche in questi ultimi anni ci sono brevi ondate d'Immigrazione (25-26 mila arrivi in media) ma è più forte il deflusso (35-36 mila partenze). Renato Romanelli AL 31DICEMBRE 1975 1976 1977 • 1978 AbltantI 1.199.348 1.190.621 1.181.569 1.172.963 N»« 16.662 14.898 13.495 11.778 M°rt' 11.805 11525 11.222 11.005 EmlRHrtl 38.460 38.461 36575 35.240 Immlgratl 30.105 26561 25550 25.861 Matrimoni 6.735 6.215 5.742 "5527 * Dati prowisori - • • Aggiornato a novembre

Persone citate: Gassino, Renato Romanelli

Luoghi citati: Chieri, San Mauro, Torino