Iran: inquieta attesa di Igor Man

Iran: inquieta attesa Iran: inquieta attesa (Segue dalla 1 ' pagina). jrnare tempo. I pessimisti dicono, infatti, che egli ha annunciato la sua intenzione di partire per una vacanza all'estero e di creare un consiglio, di reggenza senza pensare neanche per un attimo a lasciare vacante il trono del pavone. Aggiungono che uno «stato maggiore ombra» composto da tre generali ha già pronto un piano di emergenza I pessimisti registrano altri segni inquietanti; nella città santa di Qom sono stati affissi i ritratti dei capi religiosi nei commissariati di polizia; i militari hanno inviato una lettera a Bakhtiar per deplorare il comportamento «insolente della stampa appena liberata dalla censura»: i giornali per la prima volta chiamano seccamente Reza Palhavi «lo Scià» omettendo le formule rituali «sua maestà» o il «re dei re». A questo punto è d'obbligo ripetere quanto si è già' scritto altre volte: come, cioè, i militari siano il passaggio obbligato della sanguinosa crisi iraniana. Lo stesso leader dell'opposizione laica, Karim Sandjabi, ieri, nel corso di una conferenza stampa non a caso ha bruciato un granello di incenso sull'altare delle forze armate. Ha negato di avere esortato l'esercito alla disobbedienza. «Le forze armate — ha detto — nella loro stragrande maggioranza sono formate da figli del popolo, da elementi che hanno a cuore le sorti del Paese. Io spero che. l'esercito non si opponga al sentimento popolare, che guardi al "movimento" con realismo e simpatia. Viviamo un momento storico: è in atto una vera e propria rivoluzione e dunque solo riformando da cima a fondo la struttura dell'Iran si può suscitare quell'entusiasmo popolare che io considero la premessa del nostro risorgimento». Igor Man

Persone citate: Bakhtiar, Karim Sandjabi, Reza Palhavi

Luoghi citati: Iran