Il vescovo di Kontum: «L'Italia apra le porte ai profughi viet» di Giuseppe Fedi

Il vescovo di Kontum: «L'Italia apra le porte ai profughi viet» In una conferenza al Comitato di Roma dei diritti umani Il vescovo di Kontum: «L'Italia apra le porte ai profughi viet» ROMA — Monsignor Paul Seitz, francese, vescovo di Kontum, espulso dal Vietnam dopo 38 anni di apostolato, segue costantemente gli sviluppi della situazione del SudEst asiatico, ma nella conferenza promossa dal Comitato di Roma dei diritti umani, tenuta ieri mattina nella sede dell'Associazione Stampa Romana, il presule non ha parlato della caduta di Phnom Penh e della tragedia indocinese, ma si è soffermato sul dramma dei profughi vietnamiti e sulle continue violazioni dei diritti umani da parte del regime di Hanoi. Dal '75, dopo la fine della guerra e l'unificazione del Paese, l'esodo di popolazione dal Vietnam è divenuto sempre più massiccio. «Oltre cinquecentomila persone — ha detto Seitz —, fra cui numerosi vietnamiti di origine cinese, costrette a vivere in condizioni di oppressione, hanno dovuto o hanno preferito andarsene. Molti, in gran parte commercianti cinesi, hanno avuto la possibilità di mettersi in salvo su navi, mentre i più poveri si sono avventurati nel Mar della Cina su piccoli battelli e circa il cinquanta per cento non è sopravvissuto». «Il governo vietnamita comunista — ha aggiunto il vescovo — vuole cancellare i cinesi dal suo territorio. Li con¬ sidera ricchi borghesi, parassiti che si sottraggono allo sforzo di costruzione del Paese, gente di cui sbarazzarsi al più presto. Non a caso, le autorità locali organizzano tale esodo, dopo aver messo con ogni sorta di angherie questa povera gente nelle condizioni di dover fuggire. Una frase, carpita tempo fa ad un profugo, è emblematica di questo dramma: se i pali del telegrafo avessero le gambe, non avrebbero esitato a lasciare il Vietnam». Monsignor Seitz, che oggi si recherà al campo profughi di Latina a trovare cinquanta vietnamiti, ha lanciato un appello al governo italiano «per- che apra le porte ai profughi del Vietnam e dia segni concreti di assistenza e solidarietà». Gli abbiamo chiesto il suo giudizio sui motivi della guerra tra Vietnam e Cambogia. ! «Il popolo vietnamita — ha risposto — ha sempre ambito alla leadership nel Sud-Est asiatico. Il suo espansionismo lo ha portato a minacciare gli Stati più vicini, come il Laos e la Cambogia, fin dall'Otto-' cento. In secondo luogo, c'è un problema strategico: il conflitto Cina-Unione Sovietica per interposte persone». Si parla di esodo In massa anche dalla Cambogia: può fornirci qualche dato? «Almeno centoquarantamila persone hanno lasciato recentemente la Cambogia e il Laos per rifugiarsi in Thailandia. Ai cambogiani è suffi dente attraversare il fiume Mekong per essere in territorio thailandese». I Paesi occidentali oltre ad esprimere commozione per i profughi, che cosa dovrebbero fare? «Non basta dare ospitalità e asilo politico a questa gente. Occorre intervenire in qualche modo attraverso i governi e le organizzazioni internazionali in ogni Paese dove i diritti umani e religiosi vengono quotidianamente calpestati». Giuseppe Fedi

Persone citate: Paul Seitz, Seitz