Uccide solo bambini debilitati il misterioso morbo di Napoli

Uccide solo bambini debilitati il misterioso morbo di Napoli in sei mesi sono avvenuti 38 casi di morte inspiegabili Uccide solo bambini debilitati il misterioso morbo di Napoli Le vittime provengono tutte dai quartieri più popolari - L'ultimo ricoverato (5 mesi d'età) sembra resistere al male: si spera di trarne indicazioni per combattere il terribile virus DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI—Vincenzo Laperuzzolo sta meglio. Si è staccato da solo la cannula del respiratore. All'ospedale pediatrico «Santobono» tutti gli occhi dei sanitari sono puntati sii di lui, con trepidazione e speranza, nell'ipotesi — anche — che la sua guarigione possa condurre verso l'identificazione del mòrbo misterioso che da quest'estate sta mietendo vittime tra la popolazione infantile napoletana. Vincenzo ha 5 mesi, proviene dal rione Bislgnano a Barra, uno dei più poveri della città. E' stato ricoverato venerdì sera al centro rianimazione, in condizioni che sembravano disperate. Le stesse che presentavano i tre piccini (di 5,12 e 22 mesi) deceduti la sera prima, a breve distanza l'uno dall'altro, poche ore dopo il ricovero. Analoghi—fra loro — i sintomi del malessere, le prime diagnosi, l'età, la breve straziante agonia che aveva stroncato altri sette bambini negli ultimi nove giorni. Mentre Vincenzo lottava con la morte, una manifestazione di protesta e di disperazione si svolgeva davanti all'ospedale. La polizia interveniva per di perdere una ventina di persone, familiari dei tre piccini deceduti, che reclamavano la restituzione dei i e e oa ora ame ni a a oa ea e e e a aaleiei aei corpi e non comprendevano i motivi per cui le salme venivano ' trattenute. L'episodio rendeva noto che la magistratura aveva disposto l'autopsia dei cadàveri. L'opinione pubblica, d'un tratto, si trovava davanti ad un'atroce realtà: una lunga lista di decessi misteriosi, difficilmente quantificabili, di cui non si riescono a decifrare né le cause né i possibili rimedi, Allo sgomento, al panico, al senso d'impotenza, ai tormentosi interrogativi che la vicenda, apriva, uh paradossale tocco macabro è venuto ad aggiungersi. Jolanda Andolfo, la mammà di una delle ultime vittime — Maria Fontana, di un anno, che mercoledì mattina era stata sottoposta alla vaccinazione antitetanica e antidifterica, e subito dopo si era sentita male —ha raccontato : « Quando ho potuto riavere la mia bambina, aveva, le labbra piene di formiche. Sono stata io stessa a pulirgliele». Insomma: per uno sciopero degli addetti al reparto mortuario, del «Santobono», neppure 1 servizi igienici fondamentali erano stati assicurati. Le autorità sanitarie tentano di fronteggiare la situazione senza perdere la testa. Ma lo smarrimento e la sfiducia, fra la gente, sono grandi. Notizie allarmistiche giungono e e e i i e dai comuni limitrofi. Si naviga nella compieta incertezza su tutto. Ufficialmente i morti per questo morbo implacabile sono trentotto, da luglio ad oggi. In realtà é stato a luglio che i sanitari dell'ospedale hanno dato l'allarme, interessando alla serie di decessi non chiari le competenti autorità. Ma non si sa quante altre vittime, etichettate sotto diverse diagnosi, sono state stroncate dallo stesso male. Nell'estate scorsa, quindi, è intervenuta la magistratura, la Regione ha nominato una commissione d'inchiesta, indagini sanitarie a tappeto sono state compiute portando al sequestro di vaccini bivalenti e di siringhe. In un primo tempo si era ritenuta elemento unificante fra i diversi casi la recente somministrazione di vaccino. In seguito si è constatato — è anche il parere espresso nell'ottobre scorso dal Consiglio Superiore della Sanità — che tale dato non era indicativo: solo il 29 per cento dei bimbi morti erano stati di recente vaccinati, e le analisi sui campioni sequestrati avevano dato «risultati irrilevanti». Si è ripartiti da capo. I decessi sono continuati. L'età più colpi ta è compresa fra i cinque mesi e i tre anni. L'unico filo concreto che sembra legare queste morti fra loro è lo stato di «ipoplasia linfatica» (in parole povere, conseguenza di scarsa e cattiva alimentazione) diagnosticato sugli organismi delle vittime, e i loro luoghi di provenienza (rioni popolari, fasce depresse dell'entroterra): il virus, se di virus si tratta, appare quindi elemento scatenante che fa precipitare una situazione fisica già precaria, quella che caratterizza chi vive negli ambiti della sottoccu nazione e dell'instabilità, in case umide e fatiscenti, con il sostegno d'una medicina preventiva inesistente o assolutamente inadeguata. Il triste primato della mortalità infantile a Napoli non è prerogativa di oggi. Oli esperti stanno facendo il possibile per portare a soluzione questo «giallo sanitario». Alcuni campioni biologici sono stati spediti fino a Los Angeles. Ma si scontano, in una situazione di emergenza come questa, antiche e gravose inadempienze. La cifra assegnata al¬ iza raio uaesi ualto te e. è a, na noal ti rite te o. — è elio he o: bi te ma è opi ehe rti sia re, titiitvece il ptena ia, vicu in n il reluorn è erile ueuni ati Ma ne ta, mal¬ la Campania, sul fondo dell'ex Onmi, corrisponde appena a) 5 per cento dei totale nazionale, mentre la regione partecipa alla natalità nazionale per il 12 per cento e alla mortalità nel primo anno di vita per il 18 per cento (l'Emilia-Romagna riceve l'8 per cento e registra una natalità del 4 per cento). Ancora: ogni mille nati vivi si può qui contare su quattro istituti pubblici di assistenza; in Umbria il rapporto è 22 per mille. Il prof. Gaetano Salvatore, ordinario di patologia generale, rileva: «Non vi sono i mezzi le condizioni per poter acquisire le informazioni scientifiche che permettano di stabilire con rapidità- le cause della morte dei bimbi. Sarebbe indispensabile "intercettare" il denominatore comune nella "storia" di tutti i bambini colpiti dal male, di cercare, cioè il tipo di alimentazione di ciascuno, le cure alle quali è stato sottoposto in occasione di malattie anche lievi, gli interventi di medicina preventiva che ha ricevuto. Liliana Madeo Un male che colpisce le vie respiratorie ROMA La causa che ha provocato la morte di tanti bambini a Napoli è ancora misteriosa. Lo hanno ribadito ieri mattina gli esperti del gruppo di lavoro che da alcuni mesi stanno seguendo la preoccupante vicenda, al termine ' dell'ultima riunione presso l'Istituto Superiore di Sanità Le uniche certezze raggiunte sono ancora relative. Si è per esempio scoperto che i ca-' si riscontrati fino ad oggi non possono essere raccolti in una categoria clinica uniforme: detto in altri termini, significa che la malattia mortale si evolve in maniera diversa da bambino a bambino, e che la sintomatologia non è stata identica per tutti. Si è inoltre scoperto che la malattia danneggia le vie respiratorie, ma non il cervello. Si può cosi escludere le malattie di tipo encefalico, che all'inizio erano state indicate come le responsabili principali. E' stato inoltre stabilito che i decessi non hanno alcuna relazione con le vaccinazioni a cui alcuni bambini erano stati sottoposti poco prima della morte

Persone citate: Barra, Gaetano Salvatore, Jolanda Andolfo, Liliana Madeo, Maria Fontana

Luoghi citati: Campania, Emilia, Los Angeles, Napoli, Roma, Romagna, Umbria