Presentate agli industriali le richieste per il nuovo contratto metalmeccanici

Presentate agli industriali le richieste per il nuovo contratto metalmeccanici La "piattaforma,, consegnata ieri a Federmeccanica, Confapi e Intersind Presentate agli industriali le richieste per il nuovo contratto metalmeccanici Confermato l'aumento mensile di 30 mila lire medie nei prossimi tre anni - Le riduzioni dell'orario riguarderebbero un terzo della categoria: 550-600 mila persone - Contemporaneamente al contratto previste altre vertenze DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — La «piattaforma» per il rinnovo del contratto di un milione e mezzo di lavoratori metalmeccanici è stata inviata ieri alle organizzazioni industriali: Federmeccanica, che raggruppa 8 mila aziende private, grandi, medie e piccole con un milione di dipendenti; Confapi, che rappresenta aziende minori con circa 200 mila dipendenti; Intersind, alla quale fanno capo le imprese pubbliche, con circa 300 mila persone. La Federazione lavoratori metalmeccanici (che unisce Cgil-Cisl-Uil) ha già stabilito di riunire il direttivo nazionale martedì 16 per discutere su tre temi: 1) valutazione dell'incontro che le Confederazioni avranno giovedì 11 con il governo sul «piano triennale»; 2) eventuale definizione della data dello sciopero (di 4 oppure 8 ore) in rapporto alle decisioni delle Confederazioni e agli orientamenti di altre categorie dell'industria (tessili e chimici l'hanno già programmato per l'ultima settimana di gennaio); 3) avvio della vertenza contrattuale: nomina della delegazione per le trattative e designazione dei capi delegazione per il negoziato con la Federmeccanica, l'Intersind e la Confapi. Si dovrà anche stabilire un eventuale «piano di lotta». Per ora è già stata proclamata «la sospensione degli straordinari a tempo indeterminato». Inoltre, il direttivo della Firn intende «far partire, in parallelo con il rinnovo del contratto» quattro vertenze nazionali: Fiat, Olivetti, settore agro-alimentare, Partecipazioni Statali. A Torino domani ci sarà una riunione dei dirigenti sindacali del gruppo Fiat per studiare le proposte rivendicative che saranno sottoposte all'approvazione dell'assemblea nazionale dei delegati Fiat, prevista per la fine di gennaio. Il sindacato vuole discutere i programmi produttivi della Fiat al Nord, per dirottare eventuali incrementi agli stabilimenti meridionali, come rivendicato nella «piattaforma». Analogo problema la Firn intende porre per il settore agro-industriale (macchine agricole, macchine per l'industria alimentare, ecc.) che riguarda in prevalenza l'area emiliana. La «piattaforma» inviata ieri agli industriali è un testo di 32 cartelle che raccoglie in modo organico le decisioni prese dall'assemblea nazionale dei delegati della Firn (Bari: 19-20-21 dicembre). E' confermato che rispetto alla «ipotesi iniziale di piattaforma» (quella discussa in autunno nelle assemblee di fabbrica) c'è stato un appesantimento su almeno due punti: 1) Le riduzioni dell'orarlo riguarderanno 550-600 mila persone, pari a oltre un terzo dei dipendenti metalmeccanici. Le riduzioni d'orario per la siderurgia che. inizialmente, interessavano circa 40 mila persone (dell'area pubblica) sono state estese a quasi tutti i 160 mila lavoratori siderurgici. La richiesta del «sei per sei» (sei ore al giorno, su tre turni, per sei giorni alla settimana) negli stabilimenti del Sud che hanno «impianti paralleli al Nord», esclude, adesso, il terzo turno di notte al sabato. La modifica, voluta dall'assemblea di Bari, è stata determinata dalla necessità di superare le perplessità e le resistenze che il «sei per sei» incontra tra i lavoratori meridionali. 2) Un altro appesantimento, rispetto all'ipotesi iniziale di «piattaforma», riguarda la; parte salariale. A Bari si è stabilito che la nuova paga base sarà cosi formata: paga base attuale, 103 punti di contingenza maturati al 31 gennaio 1975, 34 punti di contingenza successivi maturati fino al 31 gennaio 1977 (da questa data 11 valore del punto di contingenza è diventato uguale per tutti), 20 mila lire di aumento di cui una parte da destinare alla «riparametrazione». _• Comunque, per la parte salariale, nonostante gli appesantimenti, i sindacalisti confermano che intendono limitarsi ad un aumento medio di 30 mila lire per tre anni. Ciò,1 ovviamente, significa che se; nel primo anno l'aumento medio sarà di 20 mila lire, l'anno successivo potrà essere di 40 mila, per arrivare appunto alla media di 30 mila, mensili. Sergio Devecchi i

Persone citate: Olivetti, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Bari, Roma, Torino