Guadalupa: nato un nuovo vertice fra Stati Uniti ed Europa «forte» di Ennio Caretto

Guadalupa: nato un nuovo vertice fra Stati Uniti ed Europa «forte» Incontri regolari fra Usa, Francia, Germania e Inghilterra Guadalupa: nato un nuovo vertice fra Stati Uniti ed Europa «forte» Già oggi gli alleati dell'Occidente saranno informati delle discussioni - Punto fermo la distensione con Mosca -1 nuovi rapporti con la Cina, la crisi dell'Iran - Il 1979 sarà .'«anno della ripresa»; discussa la difesa del dollaro, tra Bonn e Parigi compromesso per lo Sme DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GUADALUPA — Con una serie di intese 1 cui aspetti, ha detto il premier inglese Callaghan, saranno subito illustrati agli alleati, si è concluso ieri pomeriggio il primo vertice dei quattro grandi dell'Occidente, che ha suggellato l'ingresso della Germania tra le grandi potenze e la nascita del quatripartitismo atlantico. Giscard, Carter, Schmidt e lo stesso Callaghan, che venerdì s'erano già pronunciati per l'istituzionalizzazione dei loro incontri e il rafforzamento della Nato, hanno assunto, ciascuno secondo le proprie competenze, impegni precisi. Il presidente americano per una rapida conclusione dei Salt-2, cioè i negoziati per la limitazione delle armi strategiche con l'Urss; egli ha anzi annunciato che probabilmente firmerà il trattato in un summit con Breznev a Washington a metà febbraio. Il presidente francese per la convocazione di una conferenza europea sul disarmo, di cui restano però da definire i possibili legami e ripercussioni sui Salt-3, che dovrebbero incominciare presto. Il cancelliere tedesco per il superamento degli ostacoli che hanno impedito il varo dello Sme il 1" gennaio, e che verranno affrontati dal Consiglio dei ministri dell'Agricoltura della Nato. Il premier inglese per la fornitura di una ventina di caccia bombardieri Harrier a decollo verticale alla Cina. , In quattro dichiarazioni separate ai quasi 500 giornalisti 'convenuti da tutto il mondo, 1 quattro capi di Stato e di go- verno, sorridenti e impeccabili nei loro abiti estivi, hanno sottolineato l'atmosfera 'amichevole, franca e costruttiva» della loro riunione. Giscard ha insistito sull'intesa di principio raggiunta sulle iniziative per la limitazione degli armamenti e lo sviluppo del dialogo Nord-Sud; Callaghan specificamente sulla necessità che il Congresso americano e il Parlamento sovietico ratifichino al più presto i Salt-2; Carter sul fatto che la riapertura delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e la Cina non è in funzione antisovietica; Schmidt sui progressi registrati nella politica internazionale negli ultimi anni e sull'obbUgo di alimentare a ogni costo la distensione con Mosca. Al di là della vasta intesa che, ha commentato Callaghan, «non mancherà d'influire sugli incontri che avremo con le altre nazioni occidentali-, sono però emerse divergenze operative. Giscard ha voluto mettere in rilievo che esse riguardano i metodi e non i fini, e Callaghan le ha definite 'lievi». Ma esse presentano in concreto qualche difficoltà: non solo sul parallelismo tra conferenza per il disarmo europeo e i Salt-3, ad esempio, ma anche sulla posizione da tenere nel confronto Cina-Urss, o sul pericolo che la Germania corre nei caso di una crisi nei rapporti con Mosca. Nell'ambito del quadripartltismo atlantico, che caratterizzerà gli Anni Ottanta insieme con l'affermazione della Cina, s'impone quindi l'urgenza di una nuova integrazione politica, militare ed economica. Il vertice della Guadalupa, dando risultati concreti superiori al previsto, ha tanto esaltato i motivi d'accordo quanto denunciato quelli di contrasto Nel futuro mondo multipolare, in cui le incognite saranno non solo i punti caldi ma an< che le altre potenze, dal Brasile all'India, l'asse Europa-America avrà una funzione equilibratrice ancora più importante dell'attuale. I terreni di scontro, come detto, sono stati, più che lo Sme, la sicurezza europea, e in particolare i Salt-3, e la Cina. Sullo Sme, Giscard e Schmidt hanno convenuto che problemi tecnici, quali i prezzi agricoli e i montanti compensativi, non possono ^vanificare il quadro europeo. Pur rinviando formalmente la discussione dell'agricoltura agli esperti, hanno cosi aperto la via a un compromesso, che dovrebbe beneficare parzialmente la Francia, e quindi l'Italia che è nelle stesse condizioni, e imporre invece qualche sacrificio alla Germania. Giscard d'Estaing e Schmidt sono stati in contrasto soprattutto sulle forniture militari alla Cina. Il presidente francese, che conta di vendere a Pechino non solo i «Mi- pccCf rages» da guerra ma anche gli «airbus» per i trasporti civili, ha appoggiato la decisione del premier inglese Callaghan di dare alle forze armate cinesi una ventina di caccia bombardieri Harrier a decollo verticale. Il cancelliere tedesco, che teme la reazione sovietica, e sperava in un veto di Carter, ha manifestato profondi dubbi. La sicurezza europea ha visto Carter In disaccordo coi tre grandi europei. Il presidente americano ha chiesto la loro partecipazione ai Salt-3, precisando che i sovietici desiderano la limitazione anche: degli arsenali nucleari inglese e francese. Su questo punto Schmidt e Callaghan si sono riservati una risposta, che potrebbe però essere positiva. Giscard invece ha opposto immediatamente un secco no, dicendo che la Francia non può rinunciare alla difesa nazionale. Coincidenza di vedute è stata invece constatata sugli altri 'argomenti. Carter ha fornito garanzie sulla difesa del dollaro, e ne ha ottenute sulla collaborazione monetaria europea. Il presidente americano ha insistito sulle misure per la stabilità dei mercati dei cambi e contro l'inflazione, asserendo che il '79 sarà l'anno della ripresa. I lavori si sono conclusi con l'esame approfondito dei «punti caldi» del mondo, specialmente l'Iran e il Medio Oriente. Carter, che in questo vertice è quello che ha parlato di più, ha prospettato la conclusione del trattato di pace tra Egitto e Israele entro poche settimane nonché il superamento della crisi iraniana col governo Bakhtiar e la transizione da una monarchia assoluta a una costituzionale. Gli Stati Uniti — ha ripetuto — appoggiano lo Scià, e ritengono che il crollo della monarchia lascerebbe spazio in Iran a un regime di sinistra ostile all'Occidente. Ennio Caretto