Potenziare i servizi di polizia di Guido Guidi
Potenziare i servizi di polizia Potenziare i servizi di polizia ROMA — La situazione nel Paese, sotto il profilo della criminalità è «molto grave»; per risolverla sono necessari soprattutto rigore e severità:, anche a costo di sacrificare la naturale evoluzione della legge. Il procuratore generale, Ignazio Straniero, non ha usato mezzi termini, prospettando al Capo dello Stato, al Presidente del Consiglio dei ministri, la realtà nei suoi aspetti più drammatici. E' avvenuto nel corso della cerimonia con la quale ieri si è inaugurato in Campidoglio il nuovo anno giudiziario della Cassazione... 'Forse in qualche punto — ha detto a conclusione del suo intervento — suro stato duro e drastico e potrò per questo essere criticato. Non me ne adonterò: la verità esige, talvolta, un prezzo». Ignazio Straniero sta per lasciare il suo incarico dopo mezzo secolo di attività nell'Ordine giudiziario. E' stato sempre un magistrato molto cauto, molto sereno e lontano da qualsiasi polemica: ieri, in quello che è destinato ad essere il suo ultimo intervento pubblico importante, è uscito allo scoperto, per sottolineare la opportunità che si faccia qualcosa, per evitare il peggio, dopo avere ricordato che il Paese è stato insanguinato da «episodi di criminosa e belluina ferocia» come la soppressione di Aldo Moro e l'assassinio dei magistrati Riccardo Palma, Girolamo Tartaglione e Fedele Calvosa. La delinquenza — ha ricordato — continua «ad imperversare con immutata protervia»; in un anno sono stati compiuti oltre duemila omicidi, 75 sequestri e 15 mila 122 rapine; il fenomeno della droga si va sempre più diffondendo e stende ad inquinare persino le Forse Armate»; l'origine dei reati contro la pubblica amministrazione risale spesso al 'malcostume di alcune frange del mondo politico» ; grandi e clamorosi casi di esportazione clandestina di valuta non sono avvenuti nel 1978, soltanto perché le leggi erano state approvate.ouando ormai gli squali ed i grossi pesci dalle pinne più sensitive avevano preso tranquillamente il largo e si godevano all'estero il loro danaro in assoluta tranquillità»; esiste il dubbio che la serenità e la sicurezza degli onesti «non possono protrarsi ancora a lungo se non interverranno mutamenti radicali non soltanto nelle strutture e negli armamenti, ma anche nel numero degli uomini», che debbono combattere la delinquenza. Non sono più sufficienti — ha sottolineato il procuratore generale — le manifestazioni di cordoglio e le espressioni di sdegno per le vittime degli attentati terroristici. Occorre ben altro: occorre che la polizia venga impiegata con oculatezza e senza dispersioni; che le evasioni dal carcere siano più duramente punite; che, durante la latitanza, il delinquente si senta isolato e non protetto dall'assenteismo, dall'omertà o, ancora' peggio, da connivenze e fiancheggiamenti. Deve cessare il pietismo di cui ora si fa largo uso verso il delinquente ferito o semplicemente privato della propria libertà personale. Occorre, infine, che coloro i quali, per scopi filantropici o affinità ideologiche, intendano prestare ad uno o più condannati il loro conforto morale e materiale sappiano che, in realtà, l'estortore o il killer, l'autore di una strage o di un proditorio agguato «per infrangere un simbolo si pongono con la loro stessa azione pressoché fuori del consorzio umano». Il ricorso a leggi eccezionali — secondo il procuratore generale —non è necessario anche se non si dimentichi che il loro richiamo ricorre sempre più frequentemente nello spirito pubblico. 'Ma il loro fantasma non avrà piii ragione d'essere evocato soltanto se energiche azioni — ha ammonito il rappresentante della pubblica accusa — sostitui¬ ranno i programmi e le esortazioni; se alla violenza armata e dissennata, lo Stato saprà reagire, oltre che con l'imperio morale delle leggi, anche, se del caso, contrapponendo l'u-. so della forza, naturalmente\ assistito dal crisma legalitario e ragionevolmente moderato». Il problema non è meno grave nel settore dei fallimenti (cinquemila 146) e delle bancarotte fraudolente (duemila e, 266) non tanto per le cifre in sé quanto — ha osservato il procuratore generale — per l'intervento di esperti «taluni provenienti dai ranghi della pubblica amministrazione» che sono pronti ad 'alterare i bilanci, a sovvertire prove, ad occultare beni con trasferimenti fittisi». La conseguenza è che 'imprenditori disonesti» hanno potuto sottrarre somme ingenti ai creditori talvolta favoriti da interventi pubblici che hanno rasentato i limiti dell'illecito per sanare aziende in dissesto, che non sempre gli organi di vigilanza e di controllo sono intervenuti 'in modo impeccabile» nell'attività di istituti di credito e che — ha concluso il dott. Straniero — « troppo spesso i consigli di amministrazione comprendono nomi altisonanti di personalità (nominate o > _ Guido Guidi (Continua a pagina 2 in quarta colonna)
Persone citate: Aldo Moro, Fedele Calvosa, Girolamo Tartaglione, Ignazio Straniero, Riccardo Palma
Luoghi citati: Roma
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