Ora sono gli avvocati a criticare la Giustizia di Guido Guidi
Ora sono gli avvocati a criticare la Giustizia Non presenzieranno l'Anno giudiziario Ora sono gli avvocati a criticare la Giustizia E' rientrata invece la protesta dei magistrati che domani interverranno alla cerimonia in Campidoglio - Gli avvocati di Roma, Milano, Genova e altri centri contestano ROMA — Contestazioni e polemiche caratterizzano l'inizio del nuovo Anno giudiziario: rientrata all'ultimo momento la decisione del magistrati di disertare la cerimonia prevista per domani in Campidoglio alla presenza del Capo dello Stato e quelle fissate per lunedi in tutte le Corti d'appello, gli avvocati romani (e con loro sono d'accordo quelli milanesi e genovesi, ma non è da escludere che altri consigli dell'Ordine aderiscano alla iniziativa) hanno stabilito di rimanere a casa, in segno di protesta. «Noi partecipiamo alle cerimonie — precisano, comunque, i giudici — soltanto perché dopo la decisione di disertare la inaugurazione dell'Anno giudiziario della Cassazione ed altrove, governo e Parlamento hanno mostrato "un interessamento più fattivo" per i problemi della Giustizia e vi è stato un acceleramento dell'iter parlamentare del disegno di legge destinato a dare una prima, seppure insufficiente, risposta a talune delle esigenze più immediate». ■•Prendiamo atto — dicono i magistrati — che esiste un impegno di discutere il provvedimento in aula al Senato entro la metà di gennaio e, di conseguenza, consentiamo con la nostra presenza che si svolgano le cerimonie inaugurali del nuovo anno giudiziario». Come dire, però, che se le aspettative dovessero andare deluse, l'Associazione nazionale magistrati (dove confluiscono tutti i giudici dopo lo scioglimento della Unione nazionale magistrati) è decisa ad assumere atteggiamenti ancora più polemici e duri con manifestazioni di protesta, scioperi e soprattutto con l'adozione rigida delle norme procedurali che portano fatalmente alla paralisi totale dell'amministrazione giudiziaria. Il Consiglio nazionale forense, che rappresenta tutti gli Ordini degli avvocati italiani, in questa situazione s'è mostrato più accomodante: pur rendendosi conto che una protesta per come politicamente viene gestito il problema della Giustizia sarebbe stata giustificata, ha stabilito di partecipare alla cerimonia in Campidoglio dove, domani, si inaugura l'anno giudiziario della Cassazione perchè — ha spiegato — «sarebbe stato disdicevole costringere il procuratore generale a svolgere la sua relazione in una aula sostanzialmente vuota per la assenza di tutti gli operatori del diritto*. Gli avvocati romani, invece, hanno deciso di assumere un atteggiamento rigidamente polemico e di disertare tutte le cerimonie: quella in Campidoglio, quella prevista lunedi per l'inaugurazione dell'attività della Corte d'appello di Roma e l'assemblea organizzata nel pomeriggio dal Consiglio superiore della Magistratura. Ed hanno spiegato le ragioni di questa loro protesta. «Le denunce espresse dai procuratori generali nelle solenni cerimonie inaugurali di ogni anno e al cospetto dei massimi rappresentanti della Stato — sostengono gli avvocati romani — non hanno determinato alcun effetto pratico. Ai dissesti esistenti, se ne sono aggiunti altri, specie con i disorganici interventi legislativi. Le spese per il bilancio della Giustizia sono state diminuite invece che aumentate; a Roma sono cinque anni che è fermo il progetto per co¬ struire un quarto edificio dove sistemare gli uffici giudiziari; in pretura, la disorganizzazione e la inefficienza è tale per cui i ricorsi per la legge sull'equo canone presentati ora vengono discussi in prima udienza nel luglio 1980 mentre le procedure di esproprio immobiliare si svolgono in tempi così lunghi da consentire soltanto due udienze all'anno. Ma, e questo è davvero paradossale, in Corte d'appello, le cause civili vengono rinviate per la sentenza al 1981: fra due anni». Da qui, la decisione irrevocabile di astenersi in forma polemica da tutte le manifestazioni che si riducono ad una cerimonia solenne, ma soltanto formale. Guido Guidi
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