I quattro grandi dell'Occidente affrontano il futuro a Guadalupa di Ennio Caretto

I quattro grandi dell'Occidente affrontano il futuro a Guadalupa Il supervertice Carter-Callaghan-Giscard- Schmidt I quattro grandi dell'Occidente affrontano il futuro a Guadalupa I principali temi in discussione saranno monetari (difesa del dollaro e varo dello Sme) e militari (rafforzamento della Nato e preparazione dei Salt 3) - L'Iran e i problemi del petrolio - L'Europa e il confronto con l'Urss negli Anni Ottanta DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE POINTE-A -PITRE — Per 11 vertice dei quattro grandi dell'Occidente, Giscard d'Estalng ha ricostruito all'hotel Hamak il clima di riserbo e comfort che caratterizzò l'incontro di Camp David tra Stati Uniti, Israele ed Egitto. Protetti da ferree misure di sicurezza, il leader francese, 11 presidente americano Carter, il cancelliere tedesco Schmidt e il premier inglese Callaghan alloggiano da ieri sera, con le rispettive consorti, nei luminosi bungalows che si affacciano sul Mare dei Caraibi. Stamane, daranno inizio ai colloqui di due giorni che nelle intenzioni di D'Estaing dovrebbero inaugurare una sorta di quadripartitismo atlantico, di simbiosi tra la superpotenza Usa e l'Europa unita nei mercati ma non nella politica. Pochi consiglieri, quasi nessun interprete saranno presenti alle varie discussioni, Intercalate da partite di tennis e gite in barca. I giornalisti, oltre un centinaio, verranno tenuti a Pointe-à-Pitre, a trenta chilometri, una distanza rispettosa, ciascuno con una delegazione del governo presso cui è accreditato. Il clima intimo del vertice, scaturito da quello più vasto del luglio scorso a Bonn, risponde alla predilezione dei quattro Capi di Stato e di governo per la diplomazia segreta e personale. Carter, che prolungherà il soggiorno fino a martedì, l'ha definito «una vacansa di lavoro», lasciando intendere che dietro l'apparenza distensiva, esso nasconde la ricerca di iniziative concrete in almeno tre campi: quello monetario, per la difesa del dollaro e 11 varo dello Sme; quello militare, per il rafforzamento della Nato e la preparazione del Salt 3 con l'Urss; e quello petrolifero e strategico per la stabilità dell'Iran e la sua permanenza nell'ambito occidentale. Schmidt è andato ancora oltre, individuandovi l'occasione di istituzionalizzare quell'interdipendenza delle democrazie parlamentari prospettata per la prima volta, ma mai realizzata, da Henry Kissinger. L'hotel Hamak non è la sede per risolvere contrasti bilaterali come quello francotedesco sui prezzi agricoli e sul montanti compensativi, che coinvolge direttamente anche l'Italia. Ma stando ai portavoce, D'Estaing e Schmidt hanno fissato un incontro a due che potrebbe aprire uno spiraglio alla riunione dei ministri dell'agricoltura la settimana prossima a Bruxelles. Sul «rapporto privilegiato» tra i due statisti, come lo chiama Le Monde, contano i fautori del sistema monetario dell'Europa. D'Estaing e Schmidt non si vedono dal vertice dei Nove a dicembre, e a loro va l'obbligo di sacrificare gl'interessi nazionali in nome della «Comunità degli ideali». Al di là di questo, il presidente francese e i suoi ospiti affronteranno i colloqui senza un preciso ordine del giorno. Nel mese trascorso dal suo annuncio, la prospettiva del vertice è mutata. La crisi iraniana, l'aumento del prezzo del petrolio e il mancato accordo tra Egitto e Israele minacciano da un lato 1 mercati dei cambi, già placati dalle misure di Carter, e dall'altro l'equilibrio delle forze in Medio Oriente. In ritardo nell'introduzione dello Sme e, come lamenta il ministro della Difesa americano Harold Brown, nello sviluppo di armi e strutture belliche standard, la Cee si ritrova debole e di nuovo esposta alle pressioni russe, contrariamente alle speranze del 1978. La inquieta, inoltre, il protrarsi dei negoziati sulla limitazione delle armi strategiche, in cui vede un tentativo dell'Urss di strappare agli Stati Uniti concessioni a danno del fronte europeo centrale, tentativo sottolineato dal recente rifiuto di Breznev di recarsi a Washington. Il punto controverso dovrebbe essere uno solo, i Salt. Schmidt è ansioso che gli Stati Uniti non rinuncino alla bomba al neutrone, in difesa proprio del fronte europeo centrale, che sarebbe indebolito, più ancora che dal trattato numero due, da quello numero tre, ancora da discutere. Diversi sono i problemi su cui Carter chiederà la solida¬ rietà europea. Il presidente americano cerca, in primo Uiogo, un'intesa contro evenuteli altri aumenti del prezzo del petrolio da parte dell'Opec, e a favore del reperimento di fonti alternative di energia, forse tramite la costituzione di apposite riserve. Egli mira inoltre a una collaborazione tra il nascente Ecu e il dollaro nell'ambito del Fondo monetario internazionale, giudicando controproducente una loro concorrenza. Carter desidera anche unità d'intenti e di approccio nei confronti della Cina, nella quale scorge l'arbitro della stabilità in Estremo Oriente, e il cui mercato di novecento milioni di persone rappresenta una attrattiva straordinaria. Soprattutto, vuole preparare l'Europa a quello che ritiene il terreno di confronto inevitabile con l'Urss negli Anni 80: «l'arco della crisi», come lo ha battezzato il consigliere politico Brzezinski, cioè il tratto costiero afro-asiatico che va dall'Etiopia sino all'India. Secondo Carter, la rivolta in Iran non è che la prima delle scosse che questa regione è destinata a subire nel prossimo decennio. Per un'altra strada, il presi¬ dente americano arriverà cosi allo stesso interrogativo di fondo a cui Giscard d'Estaing, Schmidt e Callaghan arrivano attraverso la Nato, ossia i rapporti con Mosca. Nel momento in cui gli Stati Uniti abbandonano il monopolio economico e il bipolarismo politico per un duplice tripolarismo (con la Cee e il Giappone nel primo caso, con l'Urss e la Cina nel secondo) questi rapporti aumentano ulteriormente di importanza. Carter ha un grande disegno, che è quello di una serie di equilibri regionali, attraverso alleanze e trattati commerciali, che condizionino le tre superpotenze, nell'un settore come nell'altro. Il suo sforzo maggiore sarà di convincere Giscard d'Estaing che la grandeur francese e Schmidt che la prosperità tedesca corrono su tali binari; e d'indurii a seguirlo nella sua ricerca di nuovi punti di riferimento, dalla Turchia al Pakistan. La sua speranza è che gli Stati Uniti e l'Europa insieme possano Indurre l'Urss ad accettare questo quadro, nell'interesse della distensione e del benessere internazionale. Ennio Caretto