Strozzata e gettata nuda nel Po

Strozzata e gettata nuda nel Po Il corpo, irrigidito dal gelo, galleggiava come un manichino davanti al parco Michelotti Strozzata e gettata nuda nel Po La vittima è una prostituta di 22 anni, nota alle Questure di Torino, Ivrea, Bologna, Roma - Aveva indosso soltanto un reggiseno - Sul collo, una macchia bluastra - Scappata di casa a 16 anni, nel '72 aveva abitato una camera in via Boucheron - Le sue tracce si perdono due anni fa - Ipotesi: regolamento di conti nell'ambiente della prostituzione, delitto durante un festino, omicidio di un maniaco Strangolata e forse violentata. Daniela Arrigo, 22 anni, conosciuta dalla Buoncostume torinese che nel '77 l'aveva diffidata e costretta a ritornare al paese d'origine, ha finito i suoi giorni sulla riva destra del Po. n suo corpo, privo di indumenti (aveva indosso solo il reggiseno nero a fiorellini viola), è stato trovato ieri in 15 centimetri d'acqua vicino al collettore di scarico della collina, nei pressi della chiesa della Madonna del Pilone al Parco Michelotti. Ancora oscuro il movente del delitto, anche se le ipotesi non sono molte: regolamento di conti da parte di uno sfruttatore, uccisa durante un festino, raptus omicida di un maniaco. A rendere più difficile le indagini c'è, per ora, la mancanza di notizie sulla sua permanenza a Torino. La polizia sa solo che la ragazza era scappata di casa a 16 anni (abitava a Roma in via delle Canarie 24) che, nel '72 alloggiava in una camera di via Boucheron 13, nel '77 abitava con un'amica, ora ricercata, in una pensione del centro. La giovane, madre di un bimbo di un anno, ricoverato in un istituto della città, identificata attraverso le impronte digitali registrate nell'archivio della questura, viveva quasi alla macchia e dopo la diffida nessun agente della Buoncostume l'ha vista frequentare 1 marciapiedi in attesa dì clienti. .Sapeva benissimo — dicono alla Mobile — che sarebbe finita in prigione e probabilmente ha sempre "lavorato" lontano da occhi indiscreti Aveva scelto Torino perché poteva passare facilmente inosservata. Ad Ivrea, Savona, Bologna e Firenze non poteva più ritornare per una serie di diffide che l'avevano raggiunta mentre cercava clienti in quelle città*. La scoperta del corpo senza vita di Daniela Arrigo è stata fatta da un gruppo di bambini che giocava nel parco. Credendolo un manichino, lanciavano sassi cercando di sospingerlo in mezzo alla corrente del fiume. ' stato un passante ad accorgersi che «non era un pezzo di legno bianco». Ha chiamato i vigili urbani, poi sono arrivati i vigili del fuoco e la polizia. Quando il corpo è stato adagiato sull'erba bruciata dal gelo è venuta fuori la verità. Sul collo, la dottoressa Lagorlo della guardia medica municipale ha notato due segni sospetti: un'ecchimosi bluastra all'altezza della carotide e una macchia rossastra che parte dalla gola e finisce dietro alla nuca. L'autopsia che sarà eseguita oggi dal prof. Baima Bellone. dell'Istituto di medicina legale, dovrà accertare le cause che hanno provocato la morte di Daniela Arrigo. Che si tratti di un delitto, però, non ci sono dubbi. Non sono solo i segni sul collo ad avvalorare l'ipotesi. C'è anche il modo con cui l'assassino o gli assassini hanno cercato di sbarazzarsi del cadavere nel fiume perché la corrente lo portasse lontano. Anche se manca ancora il riscontro medico-legale, sembra che la giovane sia stata buttata nel fiume già morta. Il suo corpo non presenta i tipici segni di annegamento; inoltre, la posizione delle braccia piegate sul petto, fa pensare che l'assassino abbia tentato di ricomporlo prima della rigidità cadaverica. Secondo la dottoressa Lagorlo la morte risale a non più di 15 ore prima del ritrovamento, ma non è escluso che possa risalire anche ad alcuni giorni fa. U freddo intenso e la temperatura molto bassa dell'acqua avrebbero mantenuto il cadavere in per¬ fetto stato. Gli investigatori ritengono anche che Daniela Arrigo sìa stata portata in auto fino al parco. Crii l'ha fatto però deve essere un conoscitore del posto perché non è facile trovare l'ingresso, all'altezza del ponte della Gran Madre. Per ora si esclude che la corrente abbia trascinato il corpo per centinaia di metri perché non sono state trovate tracce di lesioni provocate dalle pietre e dai rami del fondo del fiume. Le ipotesi sul delitto partono dal mondo che la vittima frequentava. Daniela Arrigo era una giovane abbastanza carina: potrebbe avere accettato, ad esempio, di partecipare ad un festino. Il fatto che sia statai buttata in acqua nuda fa infatti supporre che sia stata uccìsa in un alloggio. La pista della droga. Il parco Michelotti è frequentato di not¬ te dai tossicomani, Daniela, come tante ragazze di vita, potrebbe avere avuto a che fare con quel mondo, dove una «soffiata» o uno sbaglio si pagano con la vita. L'omicìdio di un maniaco o dì uno sfruttatore sono però le supposizioni più attendibili. Daniela Arrigo potrebbe essere rimasta vittima di un cliente che, in un momento di raptus, ha stretto attorno al suo collo le mani, oppure sarebbe stata eliminata da qualcuno del racket della prostituzione. Servizio di Emanuele Monta, Alvaro GUI, Massimo Boccaletti, Ezio Mascarlno. Daniela Arrigo, 22 anni, la polizia l'aveva diffidata dal far ritorno in città. Il suo cadavere è stato scoperto nel boschetto lungo il Po, dietro la Madonna del Pilone